mercoledì 27 agosto 2008

Leggetelo attentamente.

Corbelli contro il Csa: il liceo non va chiuso. TORANO CASTELLO Niet. Il liceo di Torano Castello è destinato a sparire. Questo, almeno per il momento, sembra essere l’orientamento del dirigente regionale Mercurio e il funzionario facente funzione Penta, dell’Ufficio scolastico provinciale di Cosenza alla luce della nuova circolare ministeriale. E il leader del movimento diritto civili, nonché consigliere provinciale, Franco Corbelli, come annunciato, ha già iniziato la sua campagna a difesa dello storico istituto. Una battaglia civile e culturale che Franco Corbelli intende portare avanti per ristabilire i diritti di tutti i giovani studenti, soprattutto di quelli del liceo toranese, considerato anche del finanziamento di un milione di euro che l’amministrazione provinciale di Cosenza ha erogato per la costruzione del nuovo istituto. Corbelli, ieri mattina ha incontrato il funzionario facente funzione del Csa cosentino, Nicola Penta, al quale ha lanciato un ultimatum per ripristinare la situazione del liceo di Torano. «Ritengo - afferma Corbelli - di respingere al mittente le dichiarazioni del funzionario Penta. Una decisione incostituzionale, di chiudere il liceo di Torano, che non può essere affidata alla scelta discrezionale di un funzionario facente funzione, soprattutto quando una scuola rispetta i parametri per numero e per classi. C’è la volontà di fatto – continua Corbelli - del dirigente regionale Mercuri e del funzionario facente funzione, Penta di chiudere il liceo di Torano, peraltro come lo stesso Penta ha anticipato, seppure a titolo personale, al sottoscritto». Sulla vicenda liceo però, secondo quanto riferito dallo stesso Corbelli c’è di più. «Il funzionario Penta - mi ha riferito continua Corbelli - che l’errore sul liceo è stato dell’amministrazione provinciale che ha concesso un finanziamento che non doveva essere erogato. Definisco le dichiarazioni del funzionario Penta semplicemente allucinanti, soprattutto quando in gioco c’è il futuro di tanti giovani studenti che per scelte studiate a tavolino, rischiano di gravare ancora di più sull’economia delle proprie famiglie. Una istituzione ultratrentennale come la realtà liceale toranese, che ha sfornato fior di professionisti, va difesa e non annullata con un tratto di penna fatto alla cieca». Intanto in paese e in quelli limitrofi a Torano cresce l’interesse a che il liceo di rimanga in vita, con la speranza che al coro della gente comune si associ quello dell’amministrazione comunale, Corbelli a parte, mentre in altri zone della provincia cosentina, mantengono in vita istituti con classi formate da un numero di studenti inferiore rispetto a quello previsto dalla normativa scolastica. g.a.u.
Articolo tratto da CalabriaOra del 27-08-08

Un giorno o l'altro denuncerò il PadreEterno.............

.............per incauto acquisto.
Torano C. Non si sono raggiunte le 18 iscrizioni.
Corbelli insorge Classico a rischio soppressione. TORANO CASTELLO - Il Liceo Classico di Torano non si tocca. Parola di Franco Corbelli. Il leader di Diritti Civili nonché consigliere provinciale si dice "profondamente indignato" e preannuncia denunce, se necessario anche penali, ed iniziative ufficiali di protesta nella sede dell'ex Provveditorato agli Studi di Cosenza. Corbelli, infatti, definisce assurda la cancellazione della quarta classe del Liceo Classico, che porterebbe alla soppressione dell'importante istituto, l'unica scuola del genere in tutta la Media Valle del Crati, e quindi alla perdita del finanziamento (ottenuto grazie ad una lunga battaglia dello stesso Corbelli) di un milione di euro (due miliardi di vecchie lire), già stanziato dalla Provincia di Cosenza, per la costruzione del nuovo edificio, che dovrà ospitare lo stesso Liceo toranese e altre scuole. "E' uno scandalo inaccettabile, che denuncio con rabbia. Ho appreso, infatti, che sarebbe stata soppressa la quarta classe perché non si sarebbe raggiunto il numero minimo di alunni iscritti. E' una notizia gravissima - grida Corbelli – costruita su un dato completamente falso: gli alunni ci sono e superano anche il numero minimo richiesto. Ci sono infatti sedici iscrizioni per la suddetta classe”. Corbelli dice no alla decisione adottata poiché in tal modo si condanna alla chiusura definitiva l'intero istituto, con la conseguente perdita del finanziamento stanziato per il nuovo plesso scolastico, per ospitare lo stesso istituto. Corbelli ha incontrato ieri Nicola Penta del Csa che pare abbia spiegato che la soppressione è avvenuta sia per il mancato raggiungimento delle 18 iscrizioni necessarie (non 16), sia per una scelta discrezionale dell'ufficio scolastico per un tetto massimo di istituti superiori sul territorio.
Articolo tratto dal QuotidianodellaCalabria del 27-08-08
Sul problema in questione mi sono già espresso, per chi vuole leggere cliccare qui:
Voglio raccontarvi invece un fatterello avvenuto qualche anno fa. Era stata appena ultimata la piazza antistante Il Palazzaccio e la vecchia chiesa, chiesi all'allora Assessore preposto: Ma da dove è saltato fuori questo progetto, con questi materiali, cosi fredda, etc, etc,.............insomma quella chiavica di opera pubblica.
Risposta: C'erano 6/7/8 cento milioni da spendere(non ricordo esattamente la cifra) o li spendevamo a Sartano o sarebbero stati spesi a Torano.
Cosi il mondo.

martedì 26 agosto 2008

Ennesima puntata

Torano Castello, 35 precari in attesa di un posto al sole TORANO C.llo Un futuro lontano da venire per i trentacinque lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità in forze al comune di Torano Castello. Speranze perdute o c’è da aspettarsi un colpo di coda nell’intricata vicenda della stabilizzazione che riguarda i trentacinque, lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità del comune di Torano Castello. Gente che sta prestando, per pochi spiccioli e con l’incognita del sogno del posto di lavoro fisso, da oltre dieci anni la propria opera lavorativa al servizio dell’amministrazione comunale, che per tutta risposta tace sulla problematica della stabilizzazione. Il lavoro stabile, si sa, in Calabria ad avercelo sarebbe un miracolo, al quale neanche i Santi ormai possono farci nulla, ma se oltre a ciò ci si mette anche un’amministrazione comunale che non ha saputo cogliere l’attimo buono per trovare una sistemazione, allora diventa veramente difficile digerire le promesse di una stabilizzazione più volte respinta da chi doveva e non ha fatto il possibile. Trentacinque i lavoratori che aspettano di sapere che fine faranno, dopo i tanti tentativi andati a vuoto di trovare un accordo tra le rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative e l’ente comune, come vane sono state le promesse di una stabilizzazione degli Lsu-Lpu, ai quali peraltro, vengono fatte svolgere mansioni non rientranti nella qualifica di assunzione. Non sono bastati nemmeno gli scioperi attuati dai lavoratori, e gli incatenamenti davanti le porte del municipio ad intenerire quantomeno il primo strato di scorza dell’amministrazione comunale, che a volte ha anche rifiutato il dialogo. Chi poteva non ha saputo neanche cogliere il contenuto delle leggi statali e regionali, per programmare un piano di stabilizzazione, per dare sicurezza ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. A dire il vero un approccio di stabilizzazione c’è stato con la presentazione di un progetto per sole tre unità, progetto anche approvato, è per il resto? Per il resto chi amministra la cosa pubblica ha pensato non di tutelare gli Lsu-Lpu, ma di indire concorsi a tempo determinato, che probabilmente non potranno essere attuati, alla luce dell’ultimo collegato alla legge finanziaria, che blocca ogni tipo di assunzione. Situazione paradossale, questa di Torano Castello, che pur avendo già a disposizione trenta cinque lavoratori Lsu-Lpu, dai quali si potrebbe attingere per nuove figure da potere inserire nel personale, si pensa invece ad indire concorsi per nuove assunzioni a tempo, senza approfondire le leggi che permettono o vietano, l’assunzione di nuovo personale. In paese c’è chi mormora che dietro c’è tutta una manovra politica per le prossime elezioni amministrative. Vedere per credere, mentre i 35 Lsu-Lpu sperano di uscire dal precariato e dall’anonimato attraverso una chimerica stabilizzazione che gli dia sicurezza e dignità. GILDO A.URLANDINI
Articolo tratto da CalabriaOra del 26-08-08
L'ho già scritto in questo blog, a più riprese; il problema è prettamente, esclusivamente, preminentemente: ELETTORALISTICO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sappiamo tutti in che condizioni sono le varie fazioni, parlo di fazioni perchè i partiti nel nostro territorio non hanno mai contato, oggi ancora meno. E allora? Allora, come credo, al Sig. Sindaco " 'un tiegnu 'na lira" tutto gli si può attribuire tranne la stupidità, ha capito quanto basta, 30/35 possibili posti di lavoro, fate voi i conti a quanti voti possano corrispondere, se li tiene stretti, se li gioca fino alla vigilia delle elezioni, cosi han fatto i suoi predecessori cosi farà anche lui. E' giusto che sia così? NO! NON E' GIUSTO. Ma allora dovremmo vedere i consiglieri di opposizione fare fuoco e fiamme un giorno si e un'atro pure, i cittadini incazzati più che mai, i giovani internauti lanciare appelli e reclami, la chiesa, il prete, il sacrista, e chi più ne ha più ne metta dare un segnale di insofferenza, di disagio: un conato di vomito, invece? Il Nulla sottovuotospinto.
Cosi sarà fino alla primavera del 2009, e poi?
Gireremo un'altra puntata di "Un posto al sole"
Teniamoci in vista

sabato 23 agosto 2008

Un anno dopo Duisburg

Mafia, lo scandalo delle finte confische Enrico Fierro In Calabria scoppia lo scandalo dei beni confiscati alla ’ndrangheta. Palazzi, case, fabbriche, terreni, strappati alla mafia più ricca e potente e da riconvertire in attività sociali, come vuole la legge Rognoni-La Torre. Ma così non è perché quelle ricchezze spesso restano nelle mani degli stessi mafiosi, oppure, ed è l’ipotesi migliore, vengono consegnati in ritardo alle associazioni cui sono destinate. Spesso beni sottratti dopo anni di indagini risultano abbandonati e lasciati in uno stato di assoluto degrado. Incompetenze degli amministratori comunali, complicità, rapporti di parentela di tecnici e assessori con le famiglie mafiose, c’è tutto questo nell’inchiesta del Ros dei Carabinieri di Reggio Calabria.Trecento pagine, più una vasta documentazione fotografica, firmate dal colonnello Valerio Giardina e da tempo sui tavoli della procura antimafia. Un’inchiesta durata due anni e che ha passato al setaccio 803 beni immobili confiscati alle cosche. Di questi, fino al 16 maggio 2006, 307 sono stati consegnati dall’Agenzia del Demanio ai Comuni. «Dai primi accertamenti - si legge nell’informativa dei Carabinieri - è emerso che parte degli immobili sono stati assegnati ad enti o associazioni di impegno sociale con notevole ritardo, cioè solo alcuni anni dopo la loro presa in consegna. Alcuni non sono stati mai assegnati ad alcun ente, con iter procedurali avviati e mai conclusi, pertanto inutilizzati. Altri ancora sono risultati in uso o nella disponibilità dei soggetti nei cui confronti si è proceduto alla confisca, o dei loro familiari». Una lunga premessa che spiega più di mille convegni con dotti «mafiologi» le ragioni di un fallimento annunciato. Dall’individuazione al sequestro, fino alla confisca e alla successiva assegnazione di un bene mafioso, passano in media quindici anni. Almeno in Calabria ora si sa per colpa di chi. I carabinieri hanno stilato un elenco di 371 persone, tecnici, sindaci, assessori, un numero altissimo di amministratori pubblici della provincia di Reggio. L’ipotesi di reato è quella di omissione d’atti d’ufficio aggravata dall’articolo 7 della legge antimafia (si commette un reato per favorire una associazione mafiosa). A Reggio Calabria i beni confiscati alla potente cosca Libri «sono stati assegnati con notevole ritardo, alcuni anni dopo la loro presa in consegna da parte dell’amministrazione comunale». E non basta, perché, dopo aver spulciato mappe catastali, documenti del Demanio e atti giudiziari, il Ros ha scoperto che altri beni non sono stati mai assegnati ad alcun ente grazie a «iter procedurali avviati e mai conclusi». Si tratta di case e terreni «inutilizzati e, nel caso dei beni ubicati in contrada Lagani e San Cristoforo, addirittura in godimento rispettivamente ad una ditta dolciaria e a un privato». I carabinieri hanno anche scoperto che due appartamenti confiscati alla cosca Lo Giudice e da assegnare a famiglie indigenti non erano stati ancora utilizzati dal Comune. In uno dei due viveva tranquillamente la vedova del boss Peppe Lo Giudice. Quelle case erano state assegnate al Comune di Reggio nel 2001, «solo nel luglio 2006 - si legge nell’informativa del Ros - il Comune provvedeva ad emettere i provvedimenti di sfratto», in concomitanza con l’avio dell’inchiesta. Morale della favola: finiscono sotto inchiesta l’attuale sindaco Giuseppe Scopelliti, l’ex vicesindaco della città, Demetrio Naccari Carlizzi (oggi consigliere regionale del Pd e assessore al Bilancio), un magistrato ex assessore della giunta di centrodestra, Giuseppe Adornato, l’ex colonnello della Gdf, Graziano Melandri, ex assessore pure lui. Dal capoluogo alla provincia. La situazione non cambia. A Palmi «nessuno dei beni confiscasti e consegnati al Comune» è stato mai utilizzato per i fini sociali previsti. Alcuni esempi: al camping «Due Pini», sequestrato alla cosca Mammoliti, doveva sorgere un «centro per anziani e ospitalità profughi ed altre categorie disagiate». C’era tutto, la spiaggia e 49 miniappartamenti che però «non sono stati identificati, né risultano in catasto», né risultavano sulle mappe altri 26 case. Finale della storia: «Il comune di Palmi, ritenendo di non vantare alcun diritto né sui miniappartamenti, né sugli immobili con i servizi, ma solo sul terreno libero, ha così inteso di non utilizzare il camping per le finalità stabilite». Burocrazia, direte voi. Non proprio. Perché per ogni comune inadempiente, i carabinieri hanno stilato una scheda che comprende rapporti di parentele e amicizie mafiose di sindaci, tecnici e assessori. Un assessore della giunta comunale di Reggio retta dal sindaco di An Scopelliti, «si accompagna spesso allo zio paterno». Non propriamente uno stinco di santo, notano i carabinieri, che snocciolano un lungo rosario di reati: fabbricazione e porto abusivo di esplosivi, porto abusivo di armi per un «soggetto dalla spiccata tendenza a delinquere». Un altro suo collega di giunta nel 2005 veniva fermato dai Carabinieri in compagnia di due noti mafiosi. Cose che capitano in Calabria. A San Luca, paese della lunga guerra di mafia culminata con la strage di Duisburg, su un terreno confiscato al boss Antonio Pelle, superlatitante detto «Gambazza», dovrebbe sorgere un centro di aggregazione sociale. I carabinieri hanno scoperto che sulle case presenti nel fondo «erano stati eseguiti alcuni lavori di manutenzione, non portati a termine. Se ne desume che tali immobili non sono stati ancora utilizzati per le finalità cui erano destinati». Nella passata amministrazione comunale c’era un assessore donna, si legge nell’inchiesta, sposata con un «pregiudicato per traffico di sostanze stupefacenti e armi», fratello di uno dei più pericolosi latitanti della zona.Ma è la storia di un palazzo di cinque piani nel comune di Benestare, confiscato al solito Pelle-Gambazza, a raccontarci come a creare difficoltà all’uso sociale dei beni mafiosi ci si metta anche la Giustizia. Nel 2003 il palazzone viene destinato al Comune per costruire un centro di recupero per persone handicappate. Ma il bene non viene materialmente consegnato «in quanto era pendente ricorso contro lo sfratto dei suoi occupanti, per il quale il giudice del Tribunale di Reggio Calabria aveva sospeso le operazioni di sgombero». Bisognerà aspettare quattro anni perché un’altra sezione del Tribunale dichiarasse inammissibile il ricorso degli eredi del boss Pelle.

mercoledì 20 agosto 2008

La strada per Sartano

"Vejen til Sartano" questo il titolo originale in lingua Danese. (Theodor Christensen, DK, 1960) 37 min. DK/Dokumentarfilm 35 mm Purtroppo per questione di spazio non è stato possibile caricare sul blog tutto il film del quale manca l'audio. Il film era stato digitalizzato al solo scopo di estrarre dei fotogrammi di interesse storico locale. Con la speranza che coloro che detengono eventuali diritti di copriwater comprendano lo scopo non commerciale di questa operazione, che non vuol essere altro al di fuori della divulgazione per la conoscenza della storia della società di cui fa o ha fatto parte. La prima e la seconda parte già pubblicate nel blog, la terza e la quarta per ragioni di spazio sono state inserite in YouTube. Buona visione

domenica 17 agosto 2008

Agosto 2007- Agosto 2008

Ieri, 16 agosto, questo blog ha compiuto un anno dalla sua pubblicazione.
5802 visitatori e 10636 pagine viste, non sono grandi numeri, ma per un blog come questo sono numeri interessanti. Grazie a tutti coloro che quotidianamente si connettono in modo diretto, a coloro che ci capitano in modo casuale girovagando in internet.
Fatta questa breve premessa, dovrei tirare delle conclusioni sull'utilità o meno di questo blog, se ha o ha avuto una qualche influenza sulla realtà di Sartano. Non lo faccio per una molteplice e variegata serie di motivi che non sto qui ad elencare, non spetta a me giudicare. Potrei scrivere una nuova pagina per la occasione, non lo faccio, pubblico la stessa pagina di un anno fa, l'unica differenza consiste nell'assenza dell'immagine, manca perché l'oggetto non è più in funzione; per il resto 'a munnizza c'è sempre come un anno fa, il fuoco arriva puntualmente a disboscare le terre incolte, l'acqua va e viene..................................quest'anno non andrò a Sartano per vedere un film già visto: aspetto l'estate prossima per vedere l'inizio di un nuovo film, almeno spero.
Appunti di viaggio.
Sono ormai 41 anni che ogni anno, meno qualcuno, ritorno a Sartano per trascorrervi qualche giorno di vacanza e per salutare parenti ed amici। Anno dopo anno cerco di annotare qualche differenza, fare qualche confronto con l'anno precedente, per quanto mi sforzi di capire e difficile trovare differenze degne di nota. La raccolta della "munnizza" è sempre nelle solite condizioni pietose, puntualmente si accentua in agosto a causa della sovrapproduzione e della scarsità di addetti al servizio che puntualmente, per una scientifica gestione del personale, gli addetti sono meno del solito perché li mandano in ferie. L'insufficiente erogazione dell'acqua è ormai cronicizzata, non ci si fa quasi più caso, è cosi per uno strano scherzo del destino; qualcuno si è attrezzato con cisterne casalinghe, che non ce l'ha si organizza la giornata in corrispondenza dei flussi. La piazza antistante la vecchia chiesa definirla "sgarrupata" è come fargli un elogio; la scelta dei materiali usati, la tipologia costruttiva, i dislivelli, l'hanno resa impraticabile e infrequentabile, due lampioni su tre sono rotti o non funzionanti, e che dire poi dell'obbrobrio del collegamento fatto con lo spiazzo dietro al "palazzo" dell'Innominato? Per chi, come me,cerca segni di novità non può fare a meno di notarne una. A prima vista, causa il posizionamento poco ergonomico, nulla o poco lascia intendere lo scopo e la funzionalità della scatola appesa al muro; di sera invece, reso ben visibile da apposita luce direzionale non si può fare ameno di avvicinarsi per capire di che si tratta; Trattasi di un distributore automatico di profilatici più comunemente chiamati preservativi. Vero è che il mercato si attrezza in funzione della domanda e della offerta. Ma alcuni dubbio mi solleticano alcune domande: e la domanda che ha determinato l'offerta o dovrebbe essere l'offerta a determinare la domanda? Più semplicemente è su pressante richiesta di profilatici alla farmacia che la stessa si è attrezzata con un distributore automatico o è l'offerta, in modo anonimo e ad orario continuo, che la farmacia et produttori sperano di aumentare le vendite?Dal posizionamento dell'erogatore tutto si può dedurre: facilità di scelta-niente attese tranne che la privacy, vista la allocazione è come dichiarare: stasera vado a trombare e anche se non ci vai e come se ci fossi andato.Gira un aneddoto in modo neanche tanto riservato: pare che sia stato trovato un bimbo intendo a gonfiare palloncini trafugati dal comodino della camera da letto dei genitori.Qualcuno potrebbe obiettare, perché mai se i negozi di noleggio films in videocassette o Cd sono aperti 24 ore su 24 non dovrebbero essere in vendita anche i profilattici? Appunto dico io, a quando un Blockbuster a Sartano? Per contro quest'anno, da qualche mese giungono echi, di stampa e non, di frenetici fermenti in vista delle prossime elezioni amministrative, che importa se queste si svolgeranno fra due anni, l'importante è provare gli schemi, gli uomini giusti al posto giusto, la "munnizza", l'acqua, non li riguardano, adesso che il distributore automatico di profilattici è in funzione ognuno si sente libero di usarlo o infilarlo dove e a chi piu gli aggrada. Buona Estate 2007 Sartano

lunedì 11 agosto 2008

Agosto "rovente"

Incendi, traffico in tilt a Torano A fuoco contrada Salice e contrada Pezze del comune di Torano Castello. Da giorni il territorio del comune di Torano Castello è stretto nella morsa del fuoco, probabilmente di matrice dolosa, che ha mandato in fumo centinaia di ettari di bosco, sottobosco, macchia mediterranea e quant’altro ha trovato sulla sua strada. Dopo l’incendio di appena due giorni fa, di rione San Nicola, ieri è toccata la stessa sorte alle contrade Salice e Pezze, dove le fiamme e il fumo hanno sfiorate le abitazioni creando panico tra la gente e rendendo difficoltoso il traffico sulle strade provinciali 106 e 107 interessate dalle fiamme e dal fumo. Gli abitanti delle contrade impauriti si sono riversati per strada in attesa dell’arrivo dei mezzi dei Vigili del Fuoco, allertati non appena la situazione è diventata pericolosa per i cittadini e per le abitazioni.Per domare l’incendio è stato necessario l’intervento di quattro squadre dei Vigili del Fuoco, che hanno dovuto lottare con la forza del vento che soffiava nella zona, e che hanno reso difficoltose le operazioni di spegnimento delle fiamme. Alla fine un grosso sospiro di sollievo è stato tirato dagli abitanti delle contrade che hanno scampato un pericolo che minacciava le loro abitazioni, grazie al lavoro infaticabile messo in atto dai Vigili del Fuoco e da qualche cittadino accorso in aiuto, dopo ore di estenuante lavoro. Nei giorn scorsi altri incendi hanno preso di mira i territori del comune di Torano Castello. Ad essere colpiti dalle fiamme i rioni San Nicola e Cupini. Circa cinquanta ettari di terreno coltivati a querceto, canneto, uliveto, vigneto, alberi da frutto e le solite sterpaglie. Immenso e faticoso il lavoro a terra dei vigili del fuoco, del corpo forestale dello stato, dell’Afor, ma soprattutto importante l’apporto di un canadair della protezione civile nazionale, di un CH47 dell’esercito, di un eagle del corpo forestale dello Stato e di due minicanadair americani di stanza a Grottaglie , che hanno lavorato assiduamente per riuscire dopo circa sei ore a domare le fiamme e mettere in sicurezza l’abitato dei rioni San Nicola e Cupini. Stesso pericolo per il territorio comunale di Rose dove le fiamme hanno lambito le abitazioni e si è resa necessaria l’evacuazione di un call center.
Gildo A. Urlandini
Articolo tratto da: CalabriaOra di lunedi 11 agosto 2008

mercoledì 6 agosto 2008

Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto.

Atti pubblici “secretati”, Raimondo scrive al prefetto.
Torano Castello Richiesto l’intervento del prefetto di Cosenza per ripristinare ruoli, diritti e doveri dei consiglieri comunali di Torano Castello.
Il consigliere comunale d’opposizione capogruppo del Pd, Lucio Franco Raimondo, scrive al prefetto diCosenza, chiedendoun intervento urgente, in materiadi rilascio copia documentazione relativa ai ruoli Tarsu anni2005/06 ed elenco contribuenti Tarsu destinatari di avviso di accertamento, negli stessi anni, delcomune di Torano Castello. Raimondo lamenta: «Non è la prima volta che ci scontriamo conla riluttanza dell’esecutivo nel rilascio di copia di atti, quelli consentiti dalla legge. E non è la prima volta che non si danno risposte alle istanze sia dei consiglieri, quelli di opposizione in particolare, e ai cittadini». «Il diritto di accesso - afferma Raimondo - agli atti pubblici del comune di un consigliere comunale non può subire compressioni o limitazioni per pretese esigenze di natura burocratica dell’Ente, né il diritto di accesso dei consiglieri comunali può trovare un limite in rapporto alla protezione dei dati personali, poiché i consiglieri sono tenuti al segreto nei casi specificamente determinati dalla legge. Tra tali dati a carattere sensibile, certamente non sono compresi i dati riguardanti i ruoli tassa rifiuti solidi urbani. La richiesta di copia dei ruoli su illegittima disposizione del sindaco, gli atti di gestione sono di competenza dei responsabili dei servizi, al responsabile del servizio è stata rilasciata senza i nominativi dei relativi cittadini». «Il rilascio di copia dei ruoli ed elenchi - continua Raimondo - è indispensabile allo svolgimento della funzione di controllo, di indirizzo politico- amministrativo e di sindacato ispettivo garantiti dalla costituzione e dalle leggi ai consiglieri comunali, per verificare l’efficacia e l’imparzialità dell’azione amministrativa in un settore delicato quale quello della riscossione dei tributi. Al fine di ripristinare i ruoli dei consiglieri comunali in seno all’amministrazione comunale di Torano Castello, ho chiesto l’intervento del prefetto, affinché chi di dovere rilasci copia conforme dei ruoli e degli elenchi». g. a. u.
art, tratto da CalabriaOra del 06-08-08

lunedì 4 agosto 2008

Auguri a tutti i Micuzzu

Riflessioni sul 4 d'agosto Comincio da un primo enigma; San Domenico di Gutzman nella ricorrenza dei Santi ricade il giorno 8 di agosto, in altra data, il 15 settembre si festeggia San Domenico in Soriano. Non so dirvi come sia arrivato a Sartano il culto per San Domenico di Guzman, ma avanzare l’ipotesi che possa essere arrivato proprio da Soriano non è campata in aria. Non so dirvi nemmeno da quando la statua di San Domenico è venerata, quando è stato proclamato Santo Patrono, da chi e perché e stata avanzata la richiesta. La cosa più strana però è la data della ricorrenza, il 4 agosto: qual è la ragione di questa data, a cosa è legata? La fiera è sicuramente secolare, almeno a memoria d’uomo, ma non se ne conosce la data, le ragioni storiche e socioeconomiche della sua istituzione. Tante domande e poche risposte. Fino a quando? Fino a quando la società Sartanese non avvertirà e manifesterà il bisogno di conoscere la propria Storia, quella con la S maiuscola, non quella arraffazzonata, sporadica, spontaneista, le tante domande rimarranno senza risposta. Auguri a tutti i Miccuzzu e…………………….alla prossima fiera, magari ne sapremo di più.

sabato 2 agosto 2008

La fiera di San Domenico

Memorie intorno alla “Fiera di S. Domenico”. La mattina del 4 agosto, all’alba arrivava “ ra musica i Sa ‘Marcu" (banda musicale diretta dal Maestro Tamburino di S. Marco Argentano). Appena si udivano i primi colpi di tamburo i bambini, in un attimo, si precipitavanoin piazza, per seguire la banda che, intonando festosi brani, girava il paese guidata dal procuratore (Micucceddhra) della festa. I primi venditori ambulanti ( feraiùoli ) ad arrivare, con tre giorni d’anticipo,erano i vasai (gummulari) di Bisignano. Per le vie, che dalle campagne conducono al paese, imperversavano per due giorni animali d’ogni genere (ovini, caprini, suini, bovini, equini, galline, tacchini ecc. ) per essere venduti o per portare a casa quelli acquistati o invenduti. Per l’occasione funzionava una specie di ristorante all’aperto (‘A quadareddhra) che dava la possibilità agli avventori di consumare l’unico piatto del giorno a base di spezzatino di carne. Nella calura tipica della giornata agostana, si trovava un po’ di refrigerio sorseggiando una dolce e fresca granita dai festosi colori dello sciroppo alla menta, all’arancia o al limone. Alla sera i bambini, appagati, tornavano a casa con un nuovo carusieddhru (salvadanaio di terra cotta) per romperlo a Natale, per chi poteva, o alla prossima fiera di S. Domenico. I giovani, per tradizione, usavano comprare insieme delle angurie, di oltre 20 kg. che consumavano negli orti circostanti al paese. Dopo gli anni ’50 la fiera di S. Domenico si trasformò inesorabilmente, man mano che passarono gli anni ’60 perse le sue specificità, nel senso che gli artigiani ed i loro prodotti vennero risucchiati dalla produzione di massa. La maggior parte delle cose che venivano acquistate nelle fiere furono disponibili tutto l’anno. Ai giorni nostri la fiera di S. Domenico ha soltanto un significato simbolico e non si distingue da un normale mercato che si svolge settimanalmente in ogni paese. Uniche novità sono il colore dei vestiti e dei visi dei commercianti che si muovono dietro le bancarelle. Angelo Aquino