sabato 15 ottobre 2011

Noi l'avevamo detto.


Il Palazzo Mayerà non è più in vendita. Il Comune lo esclude dal piano dei beni alienabili

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TORANO CASTELLO - L’antico Palazzo Mayerà che sorge in Piazza Duomo, a Sartano, non sarà più venduto. Il consiglio comunale, a maggioranza, nell’ultima riunione, ha approvato la modifica della deliberazione consiliare n. 15 del 30 giugno scorso
 inerente alla ricognizione degli immobili di proprietà dell’ente municipale suscettibili di alienazione e/o valorizzazione. Il fatiscente edificio, risalente secondo lo storico Ottavio Cavalcanti al Quattrocento e che nonostante numerosi e radicali interventi mantiene ancora “straordinari” ambienti addirittura di epoca precedente, era stato solo inserito, per la prima volta, nel piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare allegato al Bilancio di Previsione 2011. Per il palazzo nobiliare tra i più antichi della storia del territorio, acquistato dal Comune nel 2004, infatti, non erano stati indetti bandi per la vendita. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Sabatino Cariati, “per sopraggiunte esigenze” ha così deciso di non dismettere più il vecchio palazzo che sorge nel cuore della popolosa frazione sartanese. Il Palazzo Mayerà, classificato come patrimonio disponibile ed il cui valore era stato stimato in 320 mila euro, sarà inserito come oggetto di finanziamento nei bandi della programmazione regionale e comunitaria. L’esecutivo del sindaco Cariati intende realizzare a Palazzo Mayerà un museo multietnico, partendo dai principi che hanno ispirato la vita di un ambasciatore, Franco Micieli De Biase (un uomo di immensa cultura che visse a Torano e che dopo la sua morte ha lasciato al Comune la sua casa e circa cinquemila libri) che aveva un rispetto profondo per le tradizioni dei poli che visitava, “dedicando ogni anno una manifestazione a una nazione diversa - ha spiegato qualche mese fa lo stesso primo cittadino - e attivando con essa scambi culturali e favorendo la valorizzazione dei prodotti tipici”.  Un intervento per la cui realizzazione servirebbe oltre un milione di euro da reperire, appunto, grazie a bandi regionali e comunitari. Nessuna alienazione o dismissione anche per i terreni di località “Li Destri”, ubicati nel Comune di Cerzeto, dal valore stimato di 280 mila euro poiché” saranno inseriti nella progettualità del nuovo sistema acquedottistico comunale - si legge nella delibera consiliare - da integrare con il nuovo progetto della Sorical di prossimo realizzo”.
Compiacimento per l’esclusione dall’elenco di beni suscettibili di alienazione e/o valorizzazione di Palazzo Mayerà (“l’unico bene culturale assieme alla chiesetta di S. Nicola rimasto a Sartano”) era stato espresso dai consiglieri di minoranza Lucio Franco Raimondo, Franco Cavalcante e Vincenzo Cori in un emendamento proposto al consiglio comunale e respinto a maggioranza inerente alla correzione in aumento dei valori stimati per Villa Torano, Villa Rosa e Cava Marruni-Salirizzo , riferiti a perizie estimative già presenti agli atti del Comune.  Riguardo all’esclusione dai beni in vendita dei terreni di località “Li Destri”, i tre consiglieri di opposizione hanno evidenziato che “la volontà della maggioranza di rendere fruttifero il bene poteva essere effettuata anche con la permanenza del terreno nell’elenco”.

martedì 4 ottobre 2011

Il maestro dell'anamorfismo tridimensionale


Il maestro dell'anamorfismo tridimensionale 
Gildo Anthony Urlandini
Il giovane maestro di pittura Maurizio Cariati, sartanese doc, tra gli artisti calabresi più apprezzati a Milano e in Italia.
Partire da un paesino della Calabria per diventare un artista di fama in quel di Milano, è la storia del ventottenne Maurizio Cariati eclettico rappresentante dell'anamorfismo tridimensionale.
Il suo estro e la sua fantasia pittorica, hanno richiamato nella sua casa milanese una delegazione di manager, accompagnati da Peppino De Rose, esperto di politiche e programmi dell'Unione Europea.
Il giovane artista ha mostrato e descritto le sue ultime opere tra cui gli inediti che presenterà nelle prossime mostre. Ed ecco i volti disegnati, gli sguardi, le "smorfie somatiche" in tutta la sua totalità e tridimensionalità. Sono figure, più precisamente presenze materiche, quelle che Maurizio Cariati ha immaginato, immortalato e poi creato. L'artista mette in atto una sorta di gioco tra spettatore e opera in cui, grazie all'anamorfismo, chi osserva la tela viene coinvolto non solo visivamente, ma invitato ad avvicinarsi al lavoro per constatarne la tridimensionalità. Una tecnica di deformazione e dilatazione della materia, che ha radici lontane e antecedenti illustri come il Parmigianino.
Opere apparentemente ironiche, ma che in realtà nascondono le follie e le tante piccole o grandi monomanie che condizionano l'esistenza umana. Dopo gli studi presso l'istituto d'arte di Castrovillari, e l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Maurizio Cariati, all'età di 22 anni, ancora studente, allestisce una bi-personale con l'artista Mario Loprete a Catanzaro. Nello stesso anno vince il Premio Celeste nella categoria studenti. Nel 2008 è presente nel Chiostrino Sant'Eufemia di Como. Nello stesso anno, allestisce la sua prima personale a Milano dal titolo "Ma che faccia da.!" presso la Galleria Glauco Cavaciuti. Nel 2010 presenta un ciclo di nuove opere su juta nera presso la Galleria GiaMaArt Studio di Vitulano (BN), accompagnato da un pezzo critico di Lorenzo Canova. Nel 2011 una bi-personale con l'artista Marco Grassi alla Loft Gallery a Corigliano Calabro (CS). Tra le rassegne a cui ha partecipato in spazi pubblici e privati, citiamo: Mare Nero", Barriera Albertina, Novara."Biennale di Benevento" al Museo d'Arte Contemporanea del Sannio; e al Premio Internazionale "Limen Arte" al Palazzo Comunale E.Gagliardi di Vibo Valentia. "Le Meduse", Fabbrica del Vapore, Milano. "Finestra sulla Pittura Italiana", al consolato Italiano di Londra. Successivamente ha esposto, tra gli altri, nel Palazzo della Permanente e nel Palazzo Mezzanotte a Milano, Castello Estense a Ferrara, nella Villa Subaglio a Merate, al Palazzo San Bernardino di Rossano, al Palazzo dei Cartelloni e al Museo Marino Marini a Firenze.

lunedì 3 ottobre 2011

Tra veglia e sonno


                             



Questo brano è stato sicuramente, insieme al più famoso "Speranze perdute", uno dei più suonati nelle innumerevoli serenate a Sartano o durante le feste di matrimonio; il nome quasi sempre storpiato dall'Italiano al dialetto Sartanese diventava "travagli a sol", con questo titolo io l'ho sempre conosciuto e suonato.
Son passati tanti anni ma al di la del titolo il ricordo e la musica evocativa e struggente rimangono vivi nella mente.
Ma la domanda delle domande è:
attraverso chi e per quali vie questo brano è arrivato a Sartano?