martedì 1 gennaio 2008

Mal comune mezzo gallo

Dal quotidiano "La Provincia Cosentina"
Drammatico buco nelle casse comunali LUNGRO.
Un manifesto affisso nella cittadina arbëreshë annuncia un passivo di 725mila euro L’Amministrazione «Debito determinato da acquisti di beni e servizi effettuati senza gare e senza coperture di bilancio» L’enorme disavanzo proviene da più ricognizioni di ordine contabile operate nel corso degli ultimi sei mesi. Settecentoventicinquemila euro e non è finita. Questo pare significare il titolo del manifesto fatto affiggere dall’attuale amministrazione comunale dal titolo eloquente: “Cronaca di un disastro annunciato”. L’enorme cifra proviene da più ricognizioni di ordine contabile operate nel corso degli ultimi sei mesi dell’anno, che corrispondono al primo semestre di nuova gestione amministrativa dopo le elezioni della scorsa primavera. La descrizione del modo di gestire, che si legge nelle poche righe del manifesto, sembra essere tutt’affatto diversa da quella tipica di una normale pubblica amministrazione. Da quello che si legge non è cosa strampalata pensare che negli anni precedenti la gestione seguisse non uno ma due diversi binari. «Il debito è stato determinato – scrive l’amministrazione cittadina in carica - da acquisti di beni e servizi effettuati senza gare e senza coperture di bilancio, con rapporti di tipo privatistico». Che si fosse davanti a casi, che definire di finanza creativa è troppo poco, lo si era intuito già nell’autunno 2006. Si era a novembre dello scorso anno, in pieno commissariamento prefettizio da due mesi subentrato a una giunta costretta ad alzare bandiera bianca dalle dimissioni congiunte della metà dei consiglieri, quando una delibera commissariale, certificava esservi debiti non riconosciuti pari a oltre 703 mila euro e non è finita. Questo pare significare il titolo del manifesto fatto affiggere dall’attuale amministrazione comunale dal titolo eloquente: “Cronaca di un disastro annunciato”. L’enorme cifra proviene da più ricognizioni di ordine contabile operate nel corso degli ultimi sei mesi dell’anno, che corrispondono al primo semestre di nuova gestione amministrativa dopo le elezioni della scorsa primavera. La descrizione del modo di gestire, che si legge nelle poche righe del manifesto, sembra essere tutt’affatto diversa da quella tipica di una normale pubblica amministrazione. Da quello che si legge non è cosa strampalata pensare che negli anni precedenti la gestione seguisse non uno ma due diversi binari. «Il debito è stato determinato – scrive l’amministrazione cittadina in carica – da acquisti di beni e servizi effettuati senza gare e senza coperture di bilancio, con rapporti di tipo privatistico». Che si fosse davanti a casi, che definire di finanza creativa è troppo poco, lo si era intuito già nell’autunno 2006. Si era a novembre dello scorso anno, in pieno commissariamento prefettizio da due mesi subentrato a una giunta costretta ad alzare bandiera bianca dalle dimissioni congiunte della metà dei consiglieri, quando una delibera commissariale, la n. 25 del 27/11/2006, certificava esservi debiti non riconosciuti pari a oltre 703 mila euro. Nell’atto commissariale era inoltre specificato quanto segue: «che per i debiti non riconosciuti di Euro 703.819,04 il rapporto contrattuale intercorre unicamente tra il terzo contraente e il funzionario o l'amministratore che ha autorizzato la prestazione, ai sensi dell'art.191, comma 4, d.lvo n.267/2000». Se la procedura di spesa non è quella tipica dello schema legislativo, e i casi in esame non seguono minimamente la normale procedura di spesa, non sorgono obbligazioni a carico dell’ente: l’amministratore o il funzionario, infatti, rispondono col proprio patrimonio, senza che sia esperibile azione di indebito arricchimento nei confronti dell’ente. E’ vero che nella delibera 25/06 è scritto che quelle somme sono «al momento» non riconoscibili, perché mancanti dei requisiti previsti. Sarà l’anno 2008, forse, a chiarire nel dettaglio una faccenda i cui risvolti sono stati estesi alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.
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L'amministrazione pubblica comunale, in Calabria, per alcuni è un fatto privato, di mero potere del singolo sindaco, ma il il più delle volte del clan parentale-amicale-affaristico che lo ha eletto. Lo so che gli attuali e i passati amministratori del nostro comune non arrossiranno di vergogna nel leggere quanto successo a Lungro, penseranno: che fessi! Bastava chiedere a noi e li avremmo consigliati nel migliore dei modi. Gare d'appalto, bandi, che sono? Pastoie burocratiche, meglio la licitazione privata, che trattasi di terreni o di palazzi, di cave o di lavori pubblici, meglio fare tutto fra noi, fra amici. Tanto a pagare ci penseranno i posteri, a quelli che verranno, gli lasciamo in eredità un bel pacco: mutui da pagare. Faccio un elenco veloce: ex hotel S.Felice, palazzo Mayerà, terreno nel comune di Cerzeto; quanto è costato questo pacco ai contribuenti? Quali sono le rendite? Spero che per quet'anno 2008 qualcuno ci dia delle risposte.
Coraggio amici di Lungro non siete soli.
Buona Fortuna

Auguri

Auguri per un
Anno veramente Nuovo
Felice 2008