venerdì 11 gennaio 2008

Chi muore giace e chi vive non si da pace

L’ultimo saluto per Alessandro I funerali di Chiappetta nella chiesa dove presto avrebbe sposato Paola Torano Castello Le esequie di Alessandro Chiappetta, il giovane, operaio-saldatore, ventinovenne ucciso barbaramente e bruciato nella sua Fiat Panda l’antivigilia dell’Epifania, si sono svolti in un clima mesto, intriso di rabbia e dolore, in una giornata greve coperta dalle nuvole che minacciavano pioggia. La chiesa madre di San Domenico della frazione Sartano si è riempita di parenti, amici e conoscenti, per salutare i resti dell’operaio, trucidato brutalmente, in quel maledetto triangolo di terra compreso tra le contrade Dominicelli, Quarantuno e Sant’Andrea. Sul piazzale della chiesa tanta gente, con mazzi di fiori in mano depositati appena il feretro, di Chiappetta, è arrivato sul portone d’ingresso della pieve di San Domenico, la chiesa dove Alessandro Chiappetta con la sua fidanzata Paola , avevano frequentato il corso di preparazione al matrimonio, matrimonio che pare si sarebbe dovuto celebrare a marzo prossimo. Il feretro, portato a spalla, è giunto in chiesa accompagnato, dai genitori Eugenio e Franceschina dalla sorella Brunella e dai tanti parenti, con compostezza senza scene di disperazione, fino all’entrata in chiesa quando si è udito per un attimo un pianto di dolore, poi il silenzio e la celebrazione del rito funebre officiato dal parroco Don Elio Perrone. All’ingresso della chiesa sulla facciata esterna un grande cuore formato da palloncini bianchi con la scritta” Alessandro sarai sempre con me ti amo Paola”, e tanti amici che costernati si sono assiepati sui gradini del luogo sacro, chiusi in un silenzio di dolore, per l’assurda fine dell’amico. Una fine ancora avvolta nel mistero, un giallo dal quale gli inquirenti stanno cercando di venirne a capo, non tralasciando nessun tassello utile alla ricostruzione degli ultimi movimenti della vittima. Qualcuno ha anche proferito parole amare, facendo trapelare in un certo senso anche il clima omertoso che si sta innalzando sul caso, dicendo “ è possibile che nessuno abbia visto o sentito niente, è possibile che chi ha visto le prime fiamme di quella maledetta sera non abbia capito che si stava consumando una tragedia”, mentre qualche altro partecipante alle esequie ha denti stretti faceva notare che mancavano alcuni parenti stretti del defunto. Tante le parole, i se e i ma, ma la verità potrà arrivare solo dal lavoro investigativo degli inquirenti. Il parroco nell’omelia a invitato alla preghiera incoraggiando i genitori ad avere forza, ed i parenti a stare vicini a loro. All’uscita del feretro dalla chiesa due colombi bianchi hanno spiccato il volo verso il cielo, mentre gli occhi gonfi di lacrime, di dolore e di rabbia dei familiari, parenti e amici hanno salutato per l’ultima volta la bara con i resti di Alessandro Chiappetta che volgeva verso il cimitero comunale di Torano Castello. Intanto, sul fronte delle indagini poche novità, la pista che mette in parallelo il delitto con quello di Casali resta in piedi e si scava nel mondo della droga. Gli inquirenti non hanno del tutto accantonato il movente passionale. Articolo estratto dal quotidiano CalabriaOra di venerdi 11 gennaio 2007 a firma di GILDO ANTHONY URLANDINI