venerdì 14 marzo 2008

100 ANNI






Sartano
15 marzo 1908 - 15 marzo 2008 , nonna Rachelina Cariati compie un secolo di vita.
Una donna imperiosa, che mostra tutta la sua energia nonostante i suoi cento anni di vita vissuta, avvolta nella sua gonna blu scuro, rigorosamente protetta con il classico grembiule e con pullover nero sopra. Nonna Rachelina seduta nella sua poltrona ci accoglie con un sorriso e con una battuta, “ figlicì, daveru mi faciti ghesci supa u giurnali”. È curiosa Nonna Rachelina, di sapere cosa diremo di lei su CO, gli rispondiamo che insieme a lei racconteremo un po’ di storia della sua vita. Una vita da donna meridionale e soprattutto calabrese, che della vita, della forza d’animo e del sacrificio ne ha fatto uno dei cardini principali della sua esistenza.
Rachelina Cariati nasce a Sartano frazione di Torano Castello il 15 marzo 1908, vive la sua infanzia in una famiglia di contadini, imparando sin da piccola a fare i lavori più disparati, per dare una mano ai familiari. Il lavoro in campagna è quello prevalente, perché a quei tempi l’unica risorsa per mantenere la famiglia la si trovava con il lavoro in campagna. “Avevo appena sette anni, dice nonna Rachelina, è già andavo con i miei genitori in campagna, mi lasciavano di guardia agli animali, un porcellino e qualche gallina, mentre i miei coltivavano la terra. Anche da grande, dopo avere vissuto, da piccola il periodo della prima guerra mondiale e poi quello della seconda guerra, ho continuato a fare lavori di campagna, a zappettare il grano, a raccogliere erba, a mietere, a raccogliere olive, fichi, di tutto. Si andava a lavorare alla giornata, per pochi spiccioli, portandoci dietro un pugno di fichi secchi, per chi li aveva, ed un pezzo di pane. Durante il ritorno a casa ci fermavamo con le compagne a raccogliere la verdura selvatica che era una per noi come un piatto di carne di oggi. Oggi si sta meglio di allora ai giovani non manca nulla, anzi forse hanno di più di quanto meritano. Erano tempo brutti, di miseria, che hanno portato i nostri uomini a lasciare le famiglie per trovare un lavoro dignitoso, chi in America, chi in Brasile, chi in Argentina, molti non sono più tornati. Ho fatto tanta fatica per la mia famiglia, ho fatto lavori da uomo e da donna, ma non mi pento di questo, anzi ne sono orgogliosa. Amo tutti i miei familiari, i miei nipoti, in particolare Emilio, al quale mi lega un affetto particolare, un figlio per me, come lo era suo padre”. “Ci racconta, ancora, che l’amicizia e il rispetto di una volta erano sacri per le persone, mentre oggi il rispetto e l’amicizia, i valori da essi espressi sono usati a piacere”. Infine nonna Rachelina prima di salutarci dice : “ mi sento bene e ringrazio Iddio, spero che posso continuare a raccontare la mia vita ancora per tanti anni, e ci canta una canzoncina che cantava con le amiche quando andava al lavoro in campagna “ Vulia sapiri cchi pinzieri aviti, quannu viditi a mmia v’arrussicati”. Ancora oggi nonna Rachelina, quando può si concede la sua passeggiata per la via principale del paese, fermandosi a scrutare la campagna circostante e forse in quel frangente i tanti ricordi di un tempo gli attraversano ancora la mente. Alla fine ci dice “Figlicì, vulia fa tanti cosi, vulia aiutà a chini teni bbisuognu”. Una grande festa è prevista per domani nel salone parrocchiale di Sartano, frazione di Torano Castello dove vive nonna Rachelina, festeggiata dai familiari, dall’amministrazione comunale, dalla parrocchia, dal terz’ordine dei minimi di San Francesco di Paola e da tutto il paese.
Auguri nonna Rachelina.
Gildo Anthony Urlandini