mercoledì 31 dicembre 2008

Auguri

A tutti coloro che si trovano a passare da questo blog un Felice e Sereno AnnoNuovo

sabato 27 dicembre 2008

Scherzi a parte...............

http://it.youtube.com/watch?v=t_knc3DpyKw

Ancora tu?

Protestano i cittadini che si appellano alle istituzioni locali affinché risolvano il problema Al cimitero di Torano cappelle invase dai rifiuti Gildo Anthony Urlandini Torano Castello Un Natale tra fango, sporcizia e incuria. Questi gli elementi che i parenti dei cari defunti tumulati nella parte nuova del cimitero comunale di Torano Castello, hanno trovato nel giorno di Natale e in quelli precedenti, dopo essersi recatisi nel luogo sacro per onorare i propri cari. Uno spettacolo mortificante, mortificante nell'animo e nella sensibilità, perché il luogo dove sono sepolti i defunti è....
Tratto da:La Gazzetta del Sud del 27-12-08

mercoledì 10 dicembre 2008

SenzaParole

Cronaca Cosenza, in manette 72 falsi infermieri AostaSera - Aosta,Italy
- Operazione dei Nas in diverse strutture private e pubbliche. I falsi diplomi sono stati pagati tra gli 8mila e i 15mila euro. Moltissimi coloro che aiutavano i medici in sala operatoria. Coinvolto anche un funzionario dell'Università Cattolica di Roma. Cosenza, 10 dic. (Adnkronos/Ign) - Ci sono anche infermiere dalla lunga ''esperienza'' tra i 72 falsi professionisti sanitari arrestati stamattina dai carabinieri del nucleo antisofisticazione di Cosenza. In tutto gli indagati sono invece 159. In molti casi non è stato possibile procedere per la prescrizione del reato, considerato che l'indagine ha scoperchiato un pentolone di illeciti e assunzioni di falsi infermieri risalenti fino al 1975. Tra le persone finite in manette alcune hanno fatto carriera fino a diventare caposala in strutture private e pubbliche senza tuttavia avere mai conseguito il diploma di infermiere seguendo il corso di studi correttamente. Secondo gli investigatori inoltre sono moltissimi coloro che aiutavano i medici in sala operatoria durante gli interventi chirurgici, creando pericolo per la salute dei pazienti. I falsi diplomi sono stati pagati tra gli 8mila e i 15mila euro. La maggior parte delle persone coinvolte è residente nel cosentino ma ci sono arresti anche a Crotone, a Roma, in altri comuni del nord Italia e uno in Svizzera. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Cosenza Loredana De Franco sono due e si riferiscono ai responsabili dell'organizzazione che consentiva di conseguire facilmente i diplomi di infermiere, mentre gli ''acquirenti del servizio'' sono agli arresti domiciliari.L'inchiesta denominata 'Gutenberg', ruota attorno alla figura del caposala di una clinica privata di Belvedere Marittimo. E' lui, secondo quanto dichiarato da alcune persone interrogate dai carabinieri sulla vicenda, ad aver procurato una falsa attestazione e aver organizzato addirittura degli stage nella struttura dove lavorava al fine di far acquisire alcuni elementi di base agli aspiranti falsi infermieri. Ma nulla di più che misurare la pressione arteriosa o fare un'iniezione. Anzi, in alcuni casi gli infermieri non erano capaci nemmeno di fare questo e in un caso addirittura una persona ha accusato un malore alla vista del sangue. Casi limite che la dicono lunga sulla vicenda. ''La cosa più inquietante è che nessuno in tanti anni ha mai fatto una segnalazione, ne' un medico ne' altri colleghi'' ha spiegato il tenente colonnello Ernesto Di Gregorio in conferenza stampa, annunciando che l'inchiesta è ancora aperta per verificare i casi sospetti di favoreggiamento. Solo nel 2007 il medico di una clinica privata di Torano Castello ha segnalato al presidente dell'Ipasvi (il collegio degli infermieri professionali) un'anomalia tra le competenze di tre infermieri che prestavano servizio in quella struttura. Uno di essi è proprio il nipote dell'organizzatore. Da qui è nata l'indagine che ha portato a scoprire la mancata iscrizione degli infermieri nel registro ufficiale della categoria e le responsabilità degli indagati nei confronti dei quali sono state emesse 68 misure cautelari ai domiciliari, 2 in carcere e 2 obblighi di dimora. Ma non è tutto. I carabinieri del Nas hanno infatti scoperto un altro filone dell'inchiesta che riguarda la cessione ''in anteprima'' dei risultati dei test per l'ammissione alla facoltà di Medicina e Scienze infermieristiche dell'Università Cattolica di Roma. Secondo quanto è emerso, con questo sistema un funzionario della segreteria didattica dell'Università avrebbe favorito l'ingresso di 5 studenti dietro un compenso. Mentre alle studentesse che volevano essere ammesse al corso di studi sarebbe arrivato a chiedere anche prestazioni sessuali . In un'occasione, secondo quanto riporta l'ordinanza di custodia cautelare, l'uomo ''non ha esitato ad approfittare sessualmente della ragazza di appena vent'anni rappresentandole il suo interessamento come determinante per l'ingresso alla facoltà e prospettandole un esito negativo qualora si fosse sottratta alle sue richieste''. Intanto in una nota, il dipartimento 'Tutela della Salute' della Regione Calabria ha espresso soddisfazione per le 72 misure cautelari. Per il dipartimento si tratta di un'operazione a garanzia della tutela dei cittadini assistiti. ''Non si puo' più accettare - si legge nella nota dell'assessorato - che qualcuno ancora speculi sulla vita delle persone. La sanità in Calabria attraversa un periodo delicato di trasformazione, passando da uno stato di crisi acuta a una fase di normalizzazione. Continuando nella lotta ai crimini e alle situazioni di illegalità nel mondo sanitario, si potrà avviare finalmente un nuovo ciclo virtuoso per tutti i cittadini calabresi''. ''Un'azione positiva - ha confermato il dirigente generale Andrea Guerzoni - che si accompagna con successo a quel processo di riqualificazione delle nostre strutture sanitarie, e del personale che in esse opera, già avviato in Calabria dalla Regione e dal suo presidente Loiero''. 10/12/2008

giovedì 27 novembre 2008

AUGURI

Cosenza. Leonardo Trento eletto Presidente del Consiglio provinciale giovedì 27 novembre 2008 Leonardo Trento va ad occupare l’autorevole posto che nove anni è stato occupato da Cecchino Principe. Siamo entusiasti e contenti che il primo scranno del Consiglio Provinciale sia occupato nuovamente da un socialista- così il Segretario della federazione del PS Gianni Papasso-.Siamo certi - ha aggiunto Papasso- che Leonardo Trento in questo ruolo saprà dare il meglio di se stesso, garantendo trasparenza e autorevolezza alla carica.

Comunicato tratto da: http://www.partitosocialista.it

mercoledì 26 novembre 2008

AUGURI

COSENZA/PROVINCIA: CORBELLI, SE PRESIDENTE RINUNCERO' A AUTO BLU (ASCA) - Cosenza, 25 nov.
Il leader del Movimento Diritti Civili, consigliere-capogruppo e segretario questore dell'Ufficio di Presidenza alla Provincia di Cosenza, Franco Corbelli, indicato tra i candiati presidenti del Consiglio, annuncia che ''se sara' eletto, giovedi', presidente del Consiglio provinciale di Cosenza, rinuncera' a tutti i privilegi, auto blu, telefonino, indennita' che devolvera' interamente a Natale e a Pasqua ai poveri''.''Voglio essere un presidente super partes - dice Corbelli - un garante, un traghettatore del Consiglio sino alle elezioni di giugno. Fuori dall'aula consiliare continuero' ad essere solo un semplice consigliere, con gli stessi diritti e doveri di tutti i consiglieri. In un momento particolarmente difficile per la grave crisi che vive la Calabria e l'intero Paese e' giusto che se eletto presidente dia un segnale diverso, di cambiamento e rinnovamento rispetto al passato''.red-res/dnp/alf (Asca)

lunedì 24 novembre 2008

AUGURI

Provincia I due capigruppo sostengono la sua candidatura Udc e Idm per Corbelli presidente Franco Corbelli corre verso la presidenza del consiglio provinciale che sarà assegnata giovedì. Ieri il leader del movimento "Diritti civili" ha svelato che dopo il Pdl, il quale con Mimmo Barile lo ha proposto per il dopo Principe, anche Udc e Idm hanno mostrato disponibilità a sostenere la sua candidatura. «Ho sentito al telefono – ha dichiarato Corbelli – il capogruppo dell'Udc in consiglio provinciale, Nino Fiorillo, e il capogruppo dell'Idm, Piercarlo Chiappetta. Il centrodestra.....
Per leggere interamente l'articolo è necessario abbonarsi. Articolo tratto dalla GazzettadelSud on line

martedì 18 novembre 2008

L'altra Calabria

Acquaformosa, il paese arberesh dove la scuola la salvano i nonni di Enrico Fierro Qualcuno ha lo zainetto e si è messo il vestito della domenica, quello buono che si tira fuori solo nelle occasioni speciali, sul bavero una medaglia: Seconda guerra mondiale. Tutti hanno sui volti rigati dal tempo i segni di un orgoglio antico che viene dall’altra sponda del mare e che affonda le sue radici in una migrazione di sei secoli fa. Sono i nonni di Acquaformosa, poco meno di mille anime sui monti del Pollino. Vanno a scuola, classe prima elementare. Non sanno chi sia la Gelmini, quella scritta sui manifesti affissi in paese, la signora del Nord che da giovane avvocato ha fatto il suo tirocinio proprio qui in Calabria, a Reggio, nello studio di un noto avvocato comunista, e che ora vuole chiudere la loro scuola elementare. L’unica, quella dei nipotini. Non lo sanno, ma si iscrivono a scuola per protesta e per legittima difesa. E ora sono tra i banchi, insieme ai bambini e alle bambine del paese. Per molti è la prima volta, per pochi altri un ritorno dopo decenni. Benvenuti ad Acquaformosa. Anzi, «Mire se na erdhet Firmoza», come c’è scritto sui cartelli in doppia lingua: l’italiano e l’antico, musicale arberesh, la lingua di quei padri lontani che nel 1400 sbarcarono qui esuli dall’Albania. Firmoza, insieme a Civita (Cifti), Frascineto (Frasnita), San Basile (Shen Vasili) e Lungro (Ungra), è uno dei paesi della folta minoranza linguistica arberesh calabrese. Qui lingua e tradizioni si sono tramandate per secoli grazie ai nonni e alle loro favole, le nonne hanno insegnato i balli e i segreti del ricamo e della cucina. La modernità con le sue crudeli necessità, l’emigrazione, e le sue quotidiane tentazioni televisive, non ha mai «sporcato» idioma e tradizioni. Neppure la chiesa cattolica è riuscita a penetrare il culto greco-bizantino. Le severe icone della chiesa di Acquaformosa, l’inviolabilità dell’altare, l’odore di incenso e l’avvolgente silenzio, sono per il cronista un salto all’indietro: dieci anni fa, Prizren, Kosovo, visita ad un monastero ortodosso. Uguale. Ma siamo nella parte più amara della Calabria, terra di abbandoni e di gente abbandonata. Con il sindaco, Giovanni Manoccio che raccoglie una ventina di vecchietti, alcuni ultraottantenni, e li accompagna a scuola. L’unica elementare del paese a forte rischio chiusura. Il calo demografico fa perdere alunni, sono pochi e non bastano a raggiungere i requisiti numerici minimi. «La nostra non è solo una battaglia per il diritto all’istruzione, la scuola elementare è un presidio per la tutela delle nostre tradizioni». Perché ad Acquaformosa, come negli altri paesi arberesh oppure occitani, grazie a leggi nazionali e ad una legge regionale, per un’ora al giorno si studiano lingue e tradizioni antiche. «La chiusura della scuola», dice il sindaco, «è una vera e propria violenza». L’istituto è vecchio ma ristrutturato di recente. «Abbiamo speso 250mila euro per la messa in sicurezza, soldi che verranno buttati al vento». Gli spazi sono ampi ma non c’è l’ascensore e i vecchietti arrancano per le scale. Entrano timidi in aula, si siedono, simulando quello che potrà accadere all’avvio del prossimo anno scolastico. Con loro ci sono i bambini, un po’increduli, molto divertiti. Il sindaco parla e spiega le ragioni di questa protesta civile e ordinatissima. Tutti battono le mani. Anche le maestre. Un’ora dopo usciamo attraversiamo la strada principale, ovviamente intitolata a Skanderbeg, Giorgio Castriota, l’eroe albanese che ritroviamo riprodotto in un busto di marmo nella stanza del sindaco. Giovanni Manoccio è un uomo di sinistra che ama i buoni libri e la sua terra. «Qualcuno dice che la nostra è una battaglia arretrata, vecchia. Ma cos’è la modernità, cancellare questi paesi? Svuotarli a poco a poco? Azzerare progressivamente una cultura, una diversità che ha resistito nei secoli? La scuola è l’unico momento di aggregazione per i nostri bambini, il luogo dove si ritrovano e si riconoscono, il punto di contatto con la realtà. Chiuderla significa consegnarli totalmente alla televisione e ai suoi modelli. Ma poi è moderno costringere dei bambini a farsi venti chilometri al giorno per studiare? Riportare il calendario della storia indietro agli anni Cinquanta: grembiule, cartellina di cartone, scarpe sfondate e a scuola solo chi aveva i mezzi?». Acquaformosa, forse, la salveranno i nonni. Quelli che a Lungro, ti parlano della miniera di salgemma che occupava fino a 400 operai e che nel 1976 fu chiusa. «Ora è ridotta a una discarica - mi dice un vecchio operaio - e pensare che quello era il luogo del sacrificio, scendevamo fino a 265 metri, con la temperatura a 18 gradi per tirar via il sale». Nel salone del Municipio le vecchie foto della miniera, le lettere degli operai, gli stemmi delle Saline di Lungro, vecchi attrezzi di lavoro. Ricordi di vita strappati all’incuria degli uomini. «Sarebbe bello farci un museo», dice il vecchio operaio. Anche nell’antica Ungra tutto parla delle tradizioni, dalla particolare struttura urbanistica (la gjitonia) all’imponente monumento nella piazza principale naturalmente dedicato a Giorgio Castriota. «Le scuole in queste piccole realtà sono ormai l’unico strumento per conservare la cultura delle comunità. La loro chiusura va contro gli articoli della Costituzione e le leggi della Repubblica che tutelano le minoranze linguistiche. Per questa ragione abbiamo deciso di opporci e di proporre un ricorso alla Consulta». Donatella Laudadio è l’Assessore provinciale alle minoranze, nei giorni scorsi ha fatto un giro per i paesi del Pollino a rassicurare sindaci e famiglie: le scuole non chiuderanno. Nell’ufficio del sindaco di Acquaformosa, tra una bandiera con le aquile e un brevetto di partigiano dono di un paesano, sfogliamo le lettere dei bambini delle elementari. Grafie innocenti, ringraziamenti, inviti a recite e saggi di fine d’anno. E una petizione: «Signor sindaco siamo sfegatati fans dei “Cesaroni”, la preghiamo di invitare gli attori della fiction per la prossima rassegna di agosto». Giovanni Manoccio sorride: «Certo, per fortuna viviamo nell’Italia di oggi, anche in quella dei “Cesaroni”, ma non possiamo consentire a nessuno di uccidere il nostro passato. Non è giusto e soprattutto non è questa la modernità alla quale aspiriamo». Articolo tratto da L’Unita del 18 Nov 2008

lunedì 17 novembre 2008

L'importante è RUBARE

Il docente, ordinario a Unical, aveva ottenuto decine di milioni di euro ottenuti grazie a fantomatici progetti innovativi per una fabbrica di ceramiche. Truffe alla Ue ideate dal professore. Carte false e ricercatori sfruttati. Studenti e laureati venivano utilizzati per produrre la documentazione necessaria. di GIUSEPPE BALDESSARO
REGGIO CALABRIA - Costringeva dottorandi e ricercatori a firmare carte false. Li sfruttava per produrre progetti di Sviluppo finanziati dall'Europa e dallo Stato. Idee da decine di milioni di euro che finivano nelle tasche delle aziende. Mentre i giovani studiosi incassavano solo poche migliaia di euro, che in parte erano costretti persino restituire al docente. Per questo da ieri Alfonso Nastro, professore ordinario di Pianificazione territoriale dell'Università di Cosenza è ufficialmente indagato. Coinvolto secondo gli uomini del Nucleo antifrode dalla Guardia di Finanza di Catanzaro, in una mega truffa che ha portato all'arresto di 3 persone, alla notifica di 40 avvisi di garanzia e al sequestro di beni per 70 milioni di euro. Le indagini, avviate nel corso del 2006 su delega della Procura di Reggio Calabria riguardano la "Vecchio prodotti in ceramica srl", società che avrebbe dovuto operare nel settore della fabbricazione di piastrelle per l'edilizia. L'attività doveva partire grazie ad un contributo europeo di 26 milioni di euro, finalizzato a un progetto di "ricerca e sviluppo precompetitivo e programma industriale". Un Pia (Pacchetto integrato agevolazioni innovazione) ideato da ricercatori, dottorandi e studenti dell'Unical, guidati dal professor Nastro. Un'operazione che in realtà avrebbe fruttato milioni soltanto per gli imprenditori ed i loro complici, visto che la produzione, prevista in uno stabilimento di Candidoni, in provincia di Reggio Calabria, non è mai partita. Nelle carte dell'inchiesta si legge di "un sofisticato meccanismo di frode, ideato dai responsabili della società beneficiaria del contributo e dal docente del dipartimento di Pianificazione". I soci della Vecchio srl fornivano documenti falsi riguardo alla fattibilità del progetto proposto, gonfiavano i costi sostenuti per avviarlo, e manomettevano le date di conclusione del programma di ricerca e di pagamento delle relative spese. Insomma, un castello di carta costruito sul nulla. Il docente universitario, scrivono i magistrati, "avrebbe imposto a diversi studenti e ricercatori la sottoscrizione di documenti non veritieri e, talvolta, estorto parte del compenso da loro percepito". In buona sostanza dei circa 20 mila euro che dovevano andare ad una decina di giovani studiosi per il lavoro di progettazione svolto, solo 3 o 4 mila venivano percepiti realmente. Cifre che erano decurtate ulteriormente dal professore che pretendeva una tangente, approfittando della posizione predominante nell'università. Ora è accusato oltre che di falso e truffa anche di estorsione. Un secondo filone di indagine, condotto per competenza territoriale dalla procura della repubblica di Palmi, ha riguardato la "Tourist residence", riconducibile alle stesse persone fisiche titolari della "Vecchio prodotti in ceramica", nonché beneficiaria, ai sensi della legge 488, di un ulteriore contributo pubblico di oltre 5 milioni di euro. In questo caso il denaro era erogato per l'ampliamento di una grossa struttura turistico-alberghiera - il "villaggio la Pace" - realizzata nel comune di Drapia, a Vibo Valentia. Anche questa una truffa. Agli indagati sono stati sequestrati la struttura nella quale doveva essere avviata la produzione di piastrelle, il villaggio turistico, 67 immobili, quote azionarie e conti correnti, per un valore complessivo di 70 milioni di euro. Articolo tratto da Repubblica del 17-11-08

mercoledì 12 novembre 2008

Miracolo!!!!!!!!!!!!!!!

Cavallo “risponde” a richiamo CC, recuperato bestiame rubato VIBO VALENTIA. Avevano rubato tre cavalli e li avevano portati in una campagna deserta e ben recintata, in attesa di cederli a qualche acquirente, ma i carabinieri li hanno preceduti, grazie soprattutto alla collaborazione di Valentino, il più vispo dei tre quadrupedi, che chiamato a distanza per nome, si è messo a nitrire, attirando così i militari dell’Arma nella prigione. Il curioso episodio, raccolto in ambienti investigativi, è avvenuto a Zungri, un Comune del vibonese, nel comprensorio del Poro, tristemente noto per i continui furti di animali di ogni genere, un fenomeno vestito dalla mafia rurale che saccheggia gli allevamenti al fine di indurre i proprietari delle campagne a cederle a basso prezzo. I carabinieri, appena ricevuta la denuncia del furto da parte di un piccolo allevatore del luogo con la descrizione dei quadrupedi ed i loro nomi, si sono diretti verso la “Campia”, scandendo a gran voce il nome “Valentino” dato dal proprietario ad uno dei cavalli fin quando ad un tratto non hanno sentito, in risposta, un forte nitrito. Sicché, seguendo la direzione da cui proveniva il segnale, sono arrivati al rifugio. Recuperati i cavalli, i carabinieri sono adesso alla ricerca dei ladri, probabilmente persone del luogo, affiliate alla famigerata mafia rurale. (11-10-08)
Tratto da: IlGiornalediCalabria del 11-11-06

giovedì 6 novembre 2008

Usanze

“U cùnzulu” Questa parola (cùnzulu) indica una serie di rituali e di comportamenti posti in essere, nel momento in cui, nel paese, si verifica un lutto. La comunità si stringe attorno alla famiglia nella quale si è verificato l’evento, compiendo una serie di azioni che culminano nella cerimonia du cùnzulu”. Dopo il funerale, nel primo mese di lutto la famiglia del defunto riduce al minimo le proprie attività tanto da non preparare neanche il pasto quotidiano; saranno gli amici, le persone più intime che a rotazione se ne occuperanno. Le persone che preparano u cùnzulu si devono attenere ad una serie di prescrizioni: bisogna preparare pasti abbondanti, portare tutte le stoviglie (non possono essere usate quelle della famiglia in lutto), le vettovaglie che avanzano devono rimanere alla famiglia in lutto. Tutto l’occorrente, compreso i pasti, viene sistemato in una o più”sporte” è coperto da un panno nero. Qualora il pranzo si dovesse protrarre oltre il calar del sole, le stoviglie, e tutto ciò che è servito per “u cùnzulu , viene ritirato il giorno dopo. Per un anno, in famiglia, non si confezioneranno le pietanze tradizionali di due importanti festività: saranno i parenti più stretti , i SanGiuvanni, a portare loro il giorno della festa, ‘u cuddracciu per Pasqua ed ‘i pittuli per Natale; per il giorno dei Morti un piatto di lagana e ciciri. Sono molte le tradizioni che col passare degli anni si modificano profondamente, o vengono assimilate con altre o spariscono definitivamente. ‘U cùnzulu rimane, per i morti ma soprattutto per i vivi. Angelo Aquino

domenica 2 novembre 2008

2 Novembre

Un serpentone lungo, nero, cominciava a muoversi dal piazzale della chiesa per le vie del paese e poi lungo la strada in salita e tutta curve, polverosa d’estate e infangata d’inverno, per arrivare fino al cimitero. Ragazzi indaffarati a vendere lumini e mezze candele, che tutti compravano, sul ricavato della vendita gli spettava una paghetta che i vari negozianti riconoscevano, pochi spiccioli che venivano spesi per il cinema, qualche sigaretta, o per qualche leccornia tipo i kaki, sì i kaki, che proprio in quel periodo erano nel pieno della maturazione e della loro dolcezza, era quasi un frutto proibito. La processione di donne, vedove, orfane, ragazzi, padri, madri, a crocchi familiari, con l’avvicinarsi al cimitero procedeva sempre più sommessamente, alcune donne recitava qualche litania di cui forse non conosceva il significato, parole imparate a memoria, sentite chissà quante volte, rispondevano in automatico ad ogni finire di frase del prete. Tante viuzze, tombe nella nuda terra, sopra la terra loculi a più piani, cappelle gentilizie “ Qui giace……… nato il…. e morto il….” . Tombe senza croci, croci arrugginite, croci e date tracciate nell’intonaco in attesa d’una lapida che non fu mai posta, date e nomi incise nel marmo o con lettere dorate; li sotto dove tutto giace e tutto uguale, sopra tutto è diverso. La ricerca del luogo del proprio caro, l’accensione d’una candela prendendo a prestito la fiamma d’una candela a fianco, un lumino: qualcosa comincia a muoversi dentro, un istinto irrefrenabile. Non si prega, non si sa pregare perché nessuno glielo ha mai insegnato, si sa solo piangere perché lo hanno sentito ed imparato di generazione in generazione. La figlia piange il padre o la madre, la moglie il marito, la sorella il fratello. Gli uomini non piangono non lo sanno fare, non glielo hanno mai insegnato. Due madri: Una piange il giovane figlio morto in Canada, un’altra piange il figlio morto in Svizzera. Son passati forse dieci o vent’anni dal quel triste evento, ogni anno il loro pianto è diverso, straziante come solo il pianto d’una madre che piange il figlio può essere. C’è sacralità nel rito preparatorio, una preparazione fisica e spirituale, la ricerca di una forza superiore, sussurrano parole a volte incomprensibili, quasi una nenia, frasi che terminano sempre con “figliu”, poi il parlato si fa più musicale. Il pianto inizia lodando la bontà, le fattezze, l’amore di quel figlio, intanto le dita delle mani cercano di sciogliere il nodo del fazzoletto nero che hanno in testa, con gesti lenti, misurati la coroncina di trecce sulla nuca si dipana, due lunghe trecce bianche s’appoggiano sul seno, lentamente le sciolgono, quelle stesse dita che un tempo porsero i capezzoli per allattare quei figli morti, cominciano a scarminare i capelli come per scegliere quelli più belli, ogni conclusione di frase finisce con una ciocca di capelli fra le mani che ripongono una dopo l’altra sopra la tomba. La musica del pianto, monodico, aumenta di volume, seguendo una partitura che si ripete da anni. Non si rivolgono mai a Dio, a Gesù o ad altri Santi, qualche volta entra in questo dialogo fra madre e figlio il nome della Madonna ‘A’’ Dulirata. Il pianto aumenta ancora di sonorità, il ritmo prima cadenzato, da marcia funebre, ora si fa incalzante, s’accompagna al movimento delle braccia che tendono verso l’alto, il dondolio del capo, le mani, i polpastrelli da prima sfiorano le guance, le unghie affondano nella carne tracciando un solco, lentamente il sangue affiora sul viso, poche gocce cadono sulla nuda terra come a voler ridare nuova vita a quel che rimane di quel corpo sepolto. Avevo quasi cancellato dalla memoria questi ricordi: Qualche anno fa ho riascoltato gli stessi suoni, rivissute le stesse emozioni in luogo distante mille e più chilometri. Una madre piangeva in casa il figlio morto, in quel luogo dove ancora vive, gli hanno detto che non s’usa piangere, né al cimitero né in chiesa, non sta bene. Povere madri calabresi, anche questo vi è stato tolto, piangere come vi hanno insegnato e come solo voi ‘’Ddulirate sapete.
Sartano, 1999

sabato 1 novembre 2008

Plagio o l'arte di arrangiarsi?

Ultraottantenni in classe per salvare scuola Effetto del decreto Gelmini in paese calabrese con pochi alunni (ANSA) - ACQUAFORMOSA (COSENZA), 1 NOV.
Una trentina di ultraottantenni si sono iscritti alle elementari per evitare la chiusura della scuola per mancanza di alunni. L'iniziativa e' degli amministratori di Acquaformosa, un comune italo-albanese con 1.200 abitanti, in provincia di Cosenza. Con pochi alunni la scuola, per effetto del decreto Gelmini, sarebbe stata soppressa.
Cari amici di Acquaformosa la primogenitura di una iniziativa simile spetta al Liceo di Torano, dove sono stati iscritti due ventenni e due quarantenni: con quale risultato? Nullo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Certo che 30 ultraottantenni alle elementari fanno un certo effetto.

giovedì 30 ottobre 2008

Ma dove erano i genitori?

A Torano Anche i genitori si fanno sentire di ROBERTO GALASSO TORANO CASTELLO - Si leva anche da Torano Castello il coro di protesta contro il decreto “taglia scuole” del ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini. Un sit in è in programma per questa mattina (giovedì) alle 9, a Sartano, in Piazza Duomo, davanti la sede della delegazione municipale. A promuoverla i genitori degli alunni delle scuole elementari toranesi sempre più allarmati circa la paventata soppressione dell'attuale istituto comprensivo che risulta essere inserito nell'elenco delle realtà scolastiche a rischio chiusura. Il territorio comunale toranese, infatti, sembra essere destinato a rimanere senza scuola elementare e media. Un'eventualità che i genitori dei piccoli alunni respingono con forza, poiché ritengono inaccettabile che i loro figli possano diventare dei baby pendolari costretti a recarsi nelle scuole di chissà quale altro paese dell'hinterland. A rischio, appunto, sono i plessi con meno di cinquanta alunni. L'incontro di oggi (sono stati invitati a partecipare anche l'amministrazione comunale ed il consigliere provinciale e leader di Diritti Civili, Franco Corbelli) sarà l'occasione per discutere ma soprattutto per mobilitarsi e mettere in atto ogni iniziativa che miri a salvaguardare le scuole presenti sul territorio dalla scure del decreto del ministro Gelmini.
Articolo tratto dal QuotidianodellaCalabria del 30-10-08
Genitori Sartanesi: dove eravate la mattina di giovedi 30 ottobre 2008 fra le nove e le undici?
Non lo sapevate forse che qualcuno aveva organizzato una manifestazione?
Lo sapevate e non ve ne frega niente?
Sapevate da chi era organizzata ed avete evitato di partecipare?
Quale di queste domande sarà quella giusta? Bhò!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

domenica 19 ottobre 2008

Panem et circenses( clik)

Mi verrebbe da dire:

....ed iu c'hu dicu a mamma!!!!!!!!!!! A3, l’allarme di Loiero: “Le imprese se ne vanno” Il Governatore torna a denunciare le intimidazioni sui cantieri COSENZA. Il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, lancia ancora una volta l’allarme sui condizionamenti della ‘ndranghita. “Lunedì prossimo - ha detto Loiero - approfittando della sua presenza a Catanzaro, dirò al ministro Maroni che quasi tutte le ditte, eccezione fatta per due di esse, impegnate nei lavori di ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e della Trasversale delle Serre, vogliono lasciare la Calabria. Mi hanno detto che è impossibile lavorare con le pressioni esercitate dalla ‘ndrangheta”. “Come si fa a pensare alle infrastrutture in una situazione cosi?”, si è chiesto Loiero, che ha concluso a Cosenza un’iniziativa promossa dai Verdi sul tema “Le emergenze in Calabria”. (18-10-08)
Da quando le cose vanno così? L'Autostrada del Sud è madre della 'ndranghita!!
Dove ci sono grossi e grassi appalti pubblici in Calabria, e non solo,c'è la 'ndraghita.
Caro Sig. Governatore non è più il tempo delle denunce è tempo di agire.

?

Operaio edile cade da impalcatura e muore Incidente sul lavoro e' avvenuto nel Cosentino (ANSA) - SAN SOSTI (COSENZA), 18 OTT - Un operaio edile, del quale non sono state rese note ancora le generalita', e' morto in un incidente avvenuto a San Sosti. L'uomo stava lavorando in un cantiere per la ristrutturazione del Santuario della Madonna del Pettoruto quando, per cause ancora in corso di accertamento, e' caduto da una impalcatura ed e' morto. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti i medici del servizio 118 ed i carabinieri della compagnia di San Marco Argentano. Sono in corso gli accertamenti.

mercoledì 15 ottobre 2008

L'Italia è servita

Ddl lavoro: per concorsi pubblici favoriti residenti Si' Camera a emendamento Commissione, opposizione protesta (ANSA) - ROMA, 15 OTT - Si' della Camera ad un emendamento al ddl lavoro collegato alla Manovra che introduce la 'territorializzazione' dei concorsi pubblici. In base al testo, in un concorso la residenza del candidato puo' privilegiarlo se l'ente ritiene che serva per migliorare il servizio. L'emendamento era stato approvato in commissione con il no delle opposizioni: 'Da oggi - protesta Burtone (Pd) - per i meridionali sara' ancora piu' difficile accedere ad un concorso fuori dalla regione di residenza'.

mercoledì 8 ottobre 2008

La cas(t)a delle libertà

Si deve indistintamente appellare tirannide ogni qualunque governo in cui, chi è preposto alla esecuzione delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle, od anche solo eluderle, con sicurezza d’impunità. E quindi o questo infrangi-legge sia ereditario o sia elettivo, usurpatore o legittimo, buono o tristo, uno o molti; ad ogni modo, chiunque ha una forza elettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo. Vittorio Alfieri - (Della Tirannide, Libro 1, Cap 2)

martedì 7 ottobre 2008

MacioMen

MacioMen - Opera di Maurizio Cariati
Poetica del lavoro L' opera che ho deciso di far concorrere, è stata realizzata esclusivamente per il concorso. Il soggetto, viene colto dall' alto mediante l'uso del fish-eye che esaltando la muscolatura delle spalle dona alla figura un aspetto molto ironico, quasi di presunzione, nei confronti del fruitore al quale sta mostrando le sue prestanze fisiche. Pertanto l' opera nella sua interezza, si presenta deformata in modo beffarda, grottesca,in quanto il tentativo è quello di tirar fuori delle manifestazioni di ilarità. Il materiale con il quale è stato realizzato è la juta, nella sua grezza trama e materia; essa viene estroflessa, modificata e sagomata per mezzo di poluretano espanso sovrapposto ad una spessa base lignea. Terminata questa fase preparatoria mi sono cimentato nell' esecuzione del soggetto, realizzato mediante sciabolate molto fresche di colori caldi, alternando spazi pittorici nel quale il colore impone la sua forza con la materia, per poi attenuarne la presenza, consentendo così anche alla juta un ruolo da protagonista. L' effetto finale che si viene a creare è una sorta di gioco tra spettatore e opera. In cui grazie all' anamorfismo chi osserva la tela viene coinvolto non solo visivamente, ma invitato ad avvicinarsi all' opera per constatarne la tridimensionalità. Maurizio Cariati 2008
Museo della Permanente – via Turati, 49- Milano
dall'8 al 12 ottobre 2008
70 finalisti – catalogo
(martedì/venerdì 10-13/14.30-18.30;sabato/domenica 10-18.30 –entrata libera )
La mostra proseguirà presso le sedei di
Banca Profilo con il seguente calendario:
Torino - Galleria San Federico,16
dal 22 al 26 Ottobre 2008 (dalle 15 alle 20 entrata libera)
Brescia - Palazzo Poncarali - via Gabriele rosa,34
dal 05 al 09 novembre 2008 (dalle 15 alle 20 entrata libera)
Reggio Emilia-Palazzo Sacrati-via Emilia S.Pietro,27
dal 12 al 16 novembre 2008 (dalle 15 alle 20 entrata libera)
Ferrara - Palazzo Nagliati - c.so Giovecca,59
dal 19 al 23 novembre 2008 (dalle 15 alle 20 entrata libera)
Roma - via Gregoriana, 40
dal 27 al 30 novembre 2008 (dalle 15 alle 20 entrata

venerdì 3 ottobre 2008

Strano ma vero.

Torano Castello Ghiaccio piovuto dal cielo Paura in viale Michelangelo. Un enorme pezzo di ghiaccio piovuto dal cielo si è abbatttuto come un fulmine a ciel sereno su una pensilina in laminato di ferro. Un boato e tanta paura per quanti si trovavano nell’immobile. È successo a Torano Castello, in Viale Michelangelo, nei pressi di un’officina meccanica, intorno alle dodici di ieri, mentre i meccanici erano intenti a lavorare alla presenza di clienti. «Appena dopo il botto, ci siamo riversarti sulla strada per capacitarci di cosa fosse successo. Sulla strada abbiamo visto un blocco di ghiaccio delle dimensioni di circa venti centimetri, oltre ad altri frammenti di ghiaccio sparsi per terra». Preoccupato per il forte rumore, il proprietario, spiega «sono salito al piano superiore dell’immobile per capire cosa avesse provocato il blocco di ghiaccio e qui ho visto sulla pensilina in ferro sagomato che l’impatto che il ghiaccio aveva procurato. Non vi dico la preoccupazione, per il botto e per quel pezzo di ghiaccio piovuto dal cielo sgombro da nuvole». Un pericolo scampato, anche perché la via sulla quale si è verificato questo strano fenomeno è molto trafficata che avrebbe potuto seriamente compromettere l’incolumità dei passanti. Gildo Anthony Urlandini
Pubblicato su: CalabriaOra di venerdi 3 ottobre.

martedì 30 settembre 2008

Nemo propheta in patria (sua)

Anime in cerca d'autore
a cura di: Chiara Argenteri
Andrea Riga e Maurizio Cariati
Loft Gallery - arte moderna e contemporanea
via Margherita, 47-87064 Corigliano Calabro (CS)
Inagurazione 4 Ottobre ore 18:30
dal 4 Ottobre al 8 Novembre 2008
catalogo (disponibile in galleria)
orari: lunede 17-20 martedi - sabato 10-13 / 17-20
tel. e fax +39.0983.83703 - cell. 347.5948491

sabato 20 settembre 2008

Un aiuto per una giusta causa.

Ammazzatecitutti rischia di chiudere entro un mese di Aldo Pecora e Rosanna Scopelliti mercoledì 17 settembre 2008 LETTERA APERTA A CHI CI VUOLE BENE. Cari italiani, care italiane, quando abbiamo deciso di fondare Ammazzateci Tutti, in quel lembo di terra meravigliosa e disgraziata che si chiama Calabria, abbiamo cercato di concentrare le poche, pochissime risorse disponibili e le tante, tantissime speranze, di tutta quella gente che non ce la faceva più a vivere “incellophanata” dall'omertà e, soprattutto, dalla paura. Per essere davvero liberi non ci siamo mai voluti legare a nessun carrrozzone, né politico né imprenditoriale. Solo con il tempo abbiamo capito che è stata una scelta coraggiosa, una sfida più grande di noi, che ha certamente appesantito - non di poco - le già tante preoccupazioni che avevamo comunque messo in conto.

giovedì 18 settembre 2008

L'estate è quasi finita...........................

................a parte le solite canzoni sull'estate, ci avviamo alla conclusione di una di quelle estate sicuramente da ricordare. L'Alitalia ha finalmente trovato la soluzione auspicata dal benemerito presidente del consiglio SB, il liceo Toranese ha il suo bel contributo di 1.ooo.ooo,oo di euro messo a bilancio per il 2009 dalla provincia di Cosenza, l'acqua abbonda, i cassonetti per la raccolta della nettezza urbana emanano effluvi odorosi di spezie e legni orientali, è stato designato il futuro presidente della regione Calabria, che si puo desiderare di più? Nulla.
Ringrazio l'amico Cesare Micieli per le fototestimonianza delle campagne di Sartano e dintorni dopo gli incendi di questa estate.

mercoledì 17 settembre 2008

Annuntio vobis gaudium magnum; habemus Papam:. Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,....................

Regione, Berlusconi propone a Mancini la candidatura Telefonata del Cavaliere: Giacomo, per te c'e' il posto di governatore della Calabria Si fanno sempre piu' esplicite le manovre per le prossime regionali del 2010. In casa Pdl si sarebbe mosso Silvio Berlusconi in persona: il Cavaliere avrebbe telefonato a Giacomo Mancini (foto) per proporgli la candidatura a governatore della Calabria. Il nipote del leader socialista scomparso sta sempre piu' allontanandosi dal centrosinistra e la sua presenza alla scuola di alta formazione politica, che Forza Italia ha tenuto a Gubbio, lo dimostrerebbe. La manovra non sarebbe sganciata dalla sistemazione che in prospettiva troveranno i due fratelli Gentile.
Articolo tratto da CalabriaOra del 17-o9-o8

giovedì 4 settembre 2008

La prima volta che..................

Era d’estate, Arrivò a sera inoltrata, in quel paese di cui non sapeva neppure il nome, ospite di una famiglia che il marito, impiegato statale, soggetto a continui trasferimenti, aveva conosciuto. Dopo una calorosa accoglienza ed una buona serata trascorsa in compagnia, tutti a nanna. Al mattino, com’era sua abitudine, si alzò molto presto, per non svegliare il marito ed il resto delle persone che dormivano, lentamente e senza far rumore sbircia da un’imposta per rendersi conto dalla luce che ora fosse, guarda con più attenzione senza capire, per un attimo rimane attonita, sbalordita: che cielo, che luce era mai quella. Cautamente scende al piano terreno, apre la porta, fa qualche passo ma non riesce a rendersi conto di quello che ha davanti a se; si siede sotto la veranda guarda attentamente verso il sole che stava sorgendo, poi lo sguardo si perde verso un orizzonte senza limiti. La padrona di casa, attenta e premurosa, nel sentire qualche rumore decide di alzarsi a vedere di cosa si trattava, scende al piano terreno vedendo la porta socchiusa si appresta a guardar fuori: -Bongiorno signò: ve siti già azata?- Nua ni sumamu sempri priestu ‘a matina. -Ma ve viu ‘nu pocu strana, cum’è? Vi sentite qualche cosa?- Grazzije signò: st’haju bbona, ma vi vulissi fa ‘na domanda. -Per amuri da Madonna, tutti chiru ca voliti- Ma ‘stanotti ha chjuoppitu? -Come dite signò?- Mimando con la mano:Volevo significare: ‘stanotti ha chjuvutu? -No! Mennenu ‘na goccia- ‘N’atra domanda. -Ditemi signò, non fate complimenti- Ma tutta ‘s’acqua dint’a ‘sa cibbija chini c’ha mmisa? Il paese era Acquappesa. Ci vollero parecchi giorni per rendersi conto che quello era il mare.

martedì 2 settembre 2008

BananaRepubblic

Fitto terreni demaniali Problemi per il Comune Cittadini morosi, i virtuosi denunciano l’amministrazione Torano Castello
Ipotesi di responsabilità politico- amministrativa nonché erariale in capo ai vari amministratori comunali succedutesi negli anni nel governo del comune di Torano Castello, in base al problema della mancata evasione del pagamento del canone di fitto dei terreni comunali, ossia del canone livellare che tanto sta facendo discutere. La denuncia parte da alcuni cittadini del comune di Torano Castello, in base al fatto che molti affittuari non pagano il canone sin dagli anni quaranta, mentre pochi pagano ancora oggi il tributo, e da ciò, si capisce nelle missive inviate alle autorità competenti, che da parte degli amministratori, di ieri e di oggi, tenuti a controllare, si evince una condotta omissiva, facendo beneficiare del loro lassismo, quei pochi affittuari non paganti. Il problema dei canoni livellari sui terreni demaniali-comunali, si ripropone oggi con l’attuale amministrazione, che chiede il pagamento dei canoni dei terreni comunali. Prova di ciò ne è che un cittadino di Torano Castello, L.G.V., legittimo proprietario di una quota di terreno comunale, in regola con il canone, ha affermato:”mi sono visto espropriare di una parte consistente del mio fondo mentre altri possessori hanno visto crescere la loro quota nonostante non pagano il canone da decenni”. La vicenda è finita sui tavoli della Procura della Repubblica di Cosenza, del Prefetto, del Presidente della Repubblica, della Corte dei Conti, dei sindaci del comune di Torano Castello e del commissario degli usi civici, ma ad oggi solo la Procura della Repubblica ha dato risposta, nella quale dice a L.G.V.: « non è ravvisabile alcun reato penale, bensì è ipotizzabile una responsabilità politico-amministrativa ed erariale degli amministratori comunali che hanno governato negli anni passati e fino ad oggi l’ente comunale». Se facciamo un po’ di conticini, migliaia di euro sono i danni causati al comune, senza che nessun amministratore si sia preoccupato di venire a capo della situazione, molto calda, di sistemare una volta per tutte il problema dei terreni comunali. L’unica sortita in questo senso l’ha messa in atto l’attuale amministrazione, inviando avvisi ai detentori dei terreni con i quali gli ha intimato di pagare il canone livellare per potere riscattare il terreno in possesso da generazioni e da decenni. Dall’altra parte c’è il disappunto di chi i canoni li ha pagati, come L.G.V., e a ragione lamenta e denuncia che quei canoni non pagati da chi deve, denuncia lo stato delle cose,e dice che :” i canoni vanno pagati da chi non li ha pagati per potere riscattare il terreno comunale, altrimenti il comune ritorni in possesso delle quote”. Sulla base delle denunce di L.G.V. si evince che, gran parte di chi possiede, possiede in maniera abusiva il terreno demaniale senza pagare il canone, e la situazione pare non spostarsi più di tanto, mentre sembra una vera beffa per quei pochi che hanno pagato e si sono visti diminuire la quota. Le vicende note dei terreni demaniali del comune di Torano Castello risalgono circa al 1935, quando tanti cittadini del comune si trovarono nella qualità di affittuari di detti terreni, dietro il pagamento del canone di locazione. Nel corso degli anni, c’è chi ha pagato il canone, chi invece non lo ha pagato, chi continua a pagarlo, chi lo paga ad intermittenza. Chi dovrebbe controllare a che il pagamento avvenga o fosse avvenuta anche per gli anni precedenti, forse distratto da altri impegni più importanti, ha dimenticato di chiedere quanto dovuto agli affittuari, creando un danno all’erario e alle casse comunali, per svariati milioni di euro. La vicenda dei canoni livellari, è stata sollevata quando l’attuale amministrazione comunale ha inteso chiedere agli affittuari-proprietari, il pagamento dei canoni in modo che chi possiede deve pagare per potere riscattare il terreno posseduto da decenni. Discussioni, convegni, tavole rotonde con esperti e docenti universitari, non hanno risolto la controversia tra amministrazione e cittadini, il problema non si è spostato più di tanto, anzi, si è manifestato ancora di più nella sua totalità, quando da verifiche e controlli, non si riesce ancora oggi a stabilire come stanno le cose. GILDO A. URLANDINI cosenza@calabriaora.it
Articolo tratto da ClabriaOra del 02-09-08
La legge è legge e va fatta rispettare. Su questo non ci piove. Che l'Amministrazione Comunale presieduta dal Sindaco "un tiegnu 'na lira" in virtù di questa legge cerchi di raschiare il fondo del barile è fin troppo evidente, i dipendenti comunali con gli stipendi in arretrato da tre mesi ne sono una tangibile testimonianza. Entrando nel merito dell'articolo mi sono posto alcune domande:
a-Da quanto tempo va avanti questa storia?
b-Quanti e dove sono questi beni/terreni demaniali?
c-Qual'è la rendita introitata?
d-Chi ha il dovere di controllare?
Fiduciosi i cittadini attendono risposte da chi è preposto a farlo.

...pagina 17: 'a musica è sempre 'a stessa.

Torano C. Da due mesi non si provvede alla raccolta di questo tipo di materiale Montagne di cartone sotto la Rsa La paura principale è data dall’infiammabilità delle scatole di ROBERTO GALASSO TORANO CASTELLO Il Comune aveva assicurato per lunedì scorso, già nel pomeriggio dello stesso giorno, l'atteso arrivo dell'automezzo della “Valle Crati”. A distanza di una settimana, però, delle “tute gialle” non si è vista nemmeno l'ombra ne tanto meno del personale e dei mezzi comunali. Così le montagne di cartone diventano sempre più alte e continuano a far bella mostra nei pressi di negozi ed attività imprenditoriali e, soprattutto, sotto le finestre della residenza sanitaria per anziani “Villa Torano”. E' da quasi due mesi, ormai, che non si provvede alla raccolta di cartoni, rifiuti vari e materiali plastici che sono accumulati per le strade e davanti agli esercizi commerciali. Una situazione divenuta insopportabile, che rappresenta, appunto, un serio pericolo per l'igiene e l'incolumità pubblica e che alimenta timori e preoccupazioni. Si tratta, infatti, di materiali facilmente infiammabili che potrebbero essere causa d'incendi. La mancata raccolta dei cartoni sta creando, dunque, un notevole disservizio che gli utenti, nonostante il pagamento puntuale di centinaia d'euro per la Ta.r.s.u. (tariffa rifiuti solidi urbani), continuano insistentemente a segnalare ai competenti uffici comunali ed agli amministratori della cittadina toranese. Sollecitazioni, dunque, che continuano a cadere nel vuoto e con i cumuli di cartoni che divengono sempre più alti e maleodoranti. Una situazione che davvero comincia a diventare insostenibile e che, proprio per la sua pericolosità, potrebbe avere conseguenze ben più gravi della sola carenza igienica.
Articolo tratto dal QUotidianodellaCalabria del 02-09
-08
Consentitemi di fare una domanda:
Perché succede tutto questo? Già che ci sono ne faccio un'altra: di chi sono la colpa e la responsabilità di quanto succede?
Signori giornalisti perché non ci dite qualcosa di più che non il solito ed ennesimo articolo uguale a quello della settimana prima?
Un di sano giornalismo d'inchiesta è quel che ci cuole, aspettiamo fiduciosi.

lunedì 1 settembre 2008

Effetto Brunetta

Clik sul titolo per vedere filmato su YouTube

Effetto Brunetta, all'asta 11 precarie Alessia GrossiDal 1 settembre grazie al decreto Brunetta sono licenziate per aver prestato servizio oltre tre anni in un quinquennio. Così le 11 donne si mettono all'asta per un'offerta di lavoro.

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=78572

mercoledì 27 agosto 2008

Leggetelo attentamente.

Corbelli contro il Csa: il liceo non va chiuso. TORANO CASTELLO Niet. Il liceo di Torano Castello è destinato a sparire. Questo, almeno per il momento, sembra essere l’orientamento del dirigente regionale Mercurio e il funzionario facente funzione Penta, dell’Ufficio scolastico provinciale di Cosenza alla luce della nuova circolare ministeriale. E il leader del movimento diritto civili, nonché consigliere provinciale, Franco Corbelli, come annunciato, ha già iniziato la sua campagna a difesa dello storico istituto. Una battaglia civile e culturale che Franco Corbelli intende portare avanti per ristabilire i diritti di tutti i giovani studenti, soprattutto di quelli del liceo toranese, considerato anche del finanziamento di un milione di euro che l’amministrazione provinciale di Cosenza ha erogato per la costruzione del nuovo istituto. Corbelli, ieri mattina ha incontrato il funzionario facente funzione del Csa cosentino, Nicola Penta, al quale ha lanciato un ultimatum per ripristinare la situazione del liceo di Torano. «Ritengo - afferma Corbelli - di respingere al mittente le dichiarazioni del funzionario Penta. Una decisione incostituzionale, di chiudere il liceo di Torano, che non può essere affidata alla scelta discrezionale di un funzionario facente funzione, soprattutto quando una scuola rispetta i parametri per numero e per classi. C’è la volontà di fatto – continua Corbelli - del dirigente regionale Mercuri e del funzionario facente funzione, Penta di chiudere il liceo di Torano, peraltro come lo stesso Penta ha anticipato, seppure a titolo personale, al sottoscritto». Sulla vicenda liceo però, secondo quanto riferito dallo stesso Corbelli c’è di più. «Il funzionario Penta - mi ha riferito continua Corbelli - che l’errore sul liceo è stato dell’amministrazione provinciale che ha concesso un finanziamento che non doveva essere erogato. Definisco le dichiarazioni del funzionario Penta semplicemente allucinanti, soprattutto quando in gioco c’è il futuro di tanti giovani studenti che per scelte studiate a tavolino, rischiano di gravare ancora di più sull’economia delle proprie famiglie. Una istituzione ultratrentennale come la realtà liceale toranese, che ha sfornato fior di professionisti, va difesa e non annullata con un tratto di penna fatto alla cieca». Intanto in paese e in quelli limitrofi a Torano cresce l’interesse a che il liceo di rimanga in vita, con la speranza che al coro della gente comune si associ quello dell’amministrazione comunale, Corbelli a parte, mentre in altri zone della provincia cosentina, mantengono in vita istituti con classi formate da un numero di studenti inferiore rispetto a quello previsto dalla normativa scolastica. g.a.u.
Articolo tratto da CalabriaOra del 27-08-08

Un giorno o l'altro denuncerò il PadreEterno.............

.............per incauto acquisto.
Torano C. Non si sono raggiunte le 18 iscrizioni.
Corbelli insorge Classico a rischio soppressione. TORANO CASTELLO - Il Liceo Classico di Torano non si tocca. Parola di Franco Corbelli. Il leader di Diritti Civili nonché consigliere provinciale si dice "profondamente indignato" e preannuncia denunce, se necessario anche penali, ed iniziative ufficiali di protesta nella sede dell'ex Provveditorato agli Studi di Cosenza. Corbelli, infatti, definisce assurda la cancellazione della quarta classe del Liceo Classico, che porterebbe alla soppressione dell'importante istituto, l'unica scuola del genere in tutta la Media Valle del Crati, e quindi alla perdita del finanziamento (ottenuto grazie ad una lunga battaglia dello stesso Corbelli) di un milione di euro (due miliardi di vecchie lire), già stanziato dalla Provincia di Cosenza, per la costruzione del nuovo edificio, che dovrà ospitare lo stesso Liceo toranese e altre scuole. "E' uno scandalo inaccettabile, che denuncio con rabbia. Ho appreso, infatti, che sarebbe stata soppressa la quarta classe perché non si sarebbe raggiunto il numero minimo di alunni iscritti. E' una notizia gravissima - grida Corbelli – costruita su un dato completamente falso: gli alunni ci sono e superano anche il numero minimo richiesto. Ci sono infatti sedici iscrizioni per la suddetta classe”. Corbelli dice no alla decisione adottata poiché in tal modo si condanna alla chiusura definitiva l'intero istituto, con la conseguente perdita del finanziamento stanziato per il nuovo plesso scolastico, per ospitare lo stesso istituto. Corbelli ha incontrato ieri Nicola Penta del Csa che pare abbia spiegato che la soppressione è avvenuta sia per il mancato raggiungimento delle 18 iscrizioni necessarie (non 16), sia per una scelta discrezionale dell'ufficio scolastico per un tetto massimo di istituti superiori sul territorio.
Articolo tratto dal QuotidianodellaCalabria del 27-08-08
Sul problema in questione mi sono già espresso, per chi vuole leggere cliccare qui:
Voglio raccontarvi invece un fatterello avvenuto qualche anno fa. Era stata appena ultimata la piazza antistante Il Palazzaccio e la vecchia chiesa, chiesi all'allora Assessore preposto: Ma da dove è saltato fuori questo progetto, con questi materiali, cosi fredda, etc, etc,.............insomma quella chiavica di opera pubblica.
Risposta: C'erano 6/7/8 cento milioni da spendere(non ricordo esattamente la cifra) o li spendevamo a Sartano o sarebbero stati spesi a Torano.
Cosi il mondo.

martedì 26 agosto 2008

Ennesima puntata

Torano Castello, 35 precari in attesa di un posto al sole TORANO C.llo Un futuro lontano da venire per i trentacinque lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità in forze al comune di Torano Castello. Speranze perdute o c’è da aspettarsi un colpo di coda nell’intricata vicenda della stabilizzazione che riguarda i trentacinque, lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità del comune di Torano Castello. Gente che sta prestando, per pochi spiccioli e con l’incognita del sogno del posto di lavoro fisso, da oltre dieci anni la propria opera lavorativa al servizio dell’amministrazione comunale, che per tutta risposta tace sulla problematica della stabilizzazione. Il lavoro stabile, si sa, in Calabria ad avercelo sarebbe un miracolo, al quale neanche i Santi ormai possono farci nulla, ma se oltre a ciò ci si mette anche un’amministrazione comunale che non ha saputo cogliere l’attimo buono per trovare una sistemazione, allora diventa veramente difficile digerire le promesse di una stabilizzazione più volte respinta da chi doveva e non ha fatto il possibile. Trentacinque i lavoratori che aspettano di sapere che fine faranno, dopo i tanti tentativi andati a vuoto di trovare un accordo tra le rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative e l’ente comune, come vane sono state le promesse di una stabilizzazione degli Lsu-Lpu, ai quali peraltro, vengono fatte svolgere mansioni non rientranti nella qualifica di assunzione. Non sono bastati nemmeno gli scioperi attuati dai lavoratori, e gli incatenamenti davanti le porte del municipio ad intenerire quantomeno il primo strato di scorza dell’amministrazione comunale, che a volte ha anche rifiutato il dialogo. Chi poteva non ha saputo neanche cogliere il contenuto delle leggi statali e regionali, per programmare un piano di stabilizzazione, per dare sicurezza ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. A dire il vero un approccio di stabilizzazione c’è stato con la presentazione di un progetto per sole tre unità, progetto anche approvato, è per il resto? Per il resto chi amministra la cosa pubblica ha pensato non di tutelare gli Lsu-Lpu, ma di indire concorsi a tempo determinato, che probabilmente non potranno essere attuati, alla luce dell’ultimo collegato alla legge finanziaria, che blocca ogni tipo di assunzione. Situazione paradossale, questa di Torano Castello, che pur avendo già a disposizione trenta cinque lavoratori Lsu-Lpu, dai quali si potrebbe attingere per nuove figure da potere inserire nel personale, si pensa invece ad indire concorsi per nuove assunzioni a tempo, senza approfondire le leggi che permettono o vietano, l’assunzione di nuovo personale. In paese c’è chi mormora che dietro c’è tutta una manovra politica per le prossime elezioni amministrative. Vedere per credere, mentre i 35 Lsu-Lpu sperano di uscire dal precariato e dall’anonimato attraverso una chimerica stabilizzazione che gli dia sicurezza e dignità. GILDO A.URLANDINI
Articolo tratto da CalabriaOra del 26-08-08
L'ho già scritto in questo blog, a più riprese; il problema è prettamente, esclusivamente, preminentemente: ELETTORALISTICO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sappiamo tutti in che condizioni sono le varie fazioni, parlo di fazioni perchè i partiti nel nostro territorio non hanno mai contato, oggi ancora meno. E allora? Allora, come credo, al Sig. Sindaco " 'un tiegnu 'na lira" tutto gli si può attribuire tranne la stupidità, ha capito quanto basta, 30/35 possibili posti di lavoro, fate voi i conti a quanti voti possano corrispondere, se li tiene stretti, se li gioca fino alla vigilia delle elezioni, cosi han fatto i suoi predecessori cosi farà anche lui. E' giusto che sia così? NO! NON E' GIUSTO. Ma allora dovremmo vedere i consiglieri di opposizione fare fuoco e fiamme un giorno si e un'atro pure, i cittadini incazzati più che mai, i giovani internauti lanciare appelli e reclami, la chiesa, il prete, il sacrista, e chi più ne ha più ne metta dare un segnale di insofferenza, di disagio: un conato di vomito, invece? Il Nulla sottovuotospinto.
Cosi sarà fino alla primavera del 2009, e poi?
Gireremo un'altra puntata di "Un posto al sole"
Teniamoci in vista

sabato 23 agosto 2008

Un anno dopo Duisburg

Mafia, lo scandalo delle finte confische Enrico Fierro In Calabria scoppia lo scandalo dei beni confiscati alla ’ndrangheta. Palazzi, case, fabbriche, terreni, strappati alla mafia più ricca e potente e da riconvertire in attività sociali, come vuole la legge Rognoni-La Torre. Ma così non è perché quelle ricchezze spesso restano nelle mani degli stessi mafiosi, oppure, ed è l’ipotesi migliore, vengono consegnati in ritardo alle associazioni cui sono destinate. Spesso beni sottratti dopo anni di indagini risultano abbandonati e lasciati in uno stato di assoluto degrado. Incompetenze degli amministratori comunali, complicità, rapporti di parentela di tecnici e assessori con le famiglie mafiose, c’è tutto questo nell’inchiesta del Ros dei Carabinieri di Reggio Calabria.Trecento pagine, più una vasta documentazione fotografica, firmate dal colonnello Valerio Giardina e da tempo sui tavoli della procura antimafia. Un’inchiesta durata due anni e che ha passato al setaccio 803 beni immobili confiscati alle cosche. Di questi, fino al 16 maggio 2006, 307 sono stati consegnati dall’Agenzia del Demanio ai Comuni. «Dai primi accertamenti - si legge nell’informativa dei Carabinieri - è emerso che parte degli immobili sono stati assegnati ad enti o associazioni di impegno sociale con notevole ritardo, cioè solo alcuni anni dopo la loro presa in consegna. Alcuni non sono stati mai assegnati ad alcun ente, con iter procedurali avviati e mai conclusi, pertanto inutilizzati. Altri ancora sono risultati in uso o nella disponibilità dei soggetti nei cui confronti si è proceduto alla confisca, o dei loro familiari». Una lunga premessa che spiega più di mille convegni con dotti «mafiologi» le ragioni di un fallimento annunciato. Dall’individuazione al sequestro, fino alla confisca e alla successiva assegnazione di un bene mafioso, passano in media quindici anni. Almeno in Calabria ora si sa per colpa di chi. I carabinieri hanno stilato un elenco di 371 persone, tecnici, sindaci, assessori, un numero altissimo di amministratori pubblici della provincia di Reggio. L’ipotesi di reato è quella di omissione d’atti d’ufficio aggravata dall’articolo 7 della legge antimafia (si commette un reato per favorire una associazione mafiosa). A Reggio Calabria i beni confiscati alla potente cosca Libri «sono stati assegnati con notevole ritardo, alcuni anni dopo la loro presa in consegna da parte dell’amministrazione comunale». E non basta, perché, dopo aver spulciato mappe catastali, documenti del Demanio e atti giudiziari, il Ros ha scoperto che altri beni non sono stati mai assegnati ad alcun ente grazie a «iter procedurali avviati e mai conclusi». Si tratta di case e terreni «inutilizzati e, nel caso dei beni ubicati in contrada Lagani e San Cristoforo, addirittura in godimento rispettivamente ad una ditta dolciaria e a un privato». I carabinieri hanno anche scoperto che due appartamenti confiscati alla cosca Lo Giudice e da assegnare a famiglie indigenti non erano stati ancora utilizzati dal Comune. In uno dei due viveva tranquillamente la vedova del boss Peppe Lo Giudice. Quelle case erano state assegnate al Comune di Reggio nel 2001, «solo nel luglio 2006 - si legge nell’informativa del Ros - il Comune provvedeva ad emettere i provvedimenti di sfratto», in concomitanza con l’avio dell’inchiesta. Morale della favola: finiscono sotto inchiesta l’attuale sindaco Giuseppe Scopelliti, l’ex vicesindaco della città, Demetrio Naccari Carlizzi (oggi consigliere regionale del Pd e assessore al Bilancio), un magistrato ex assessore della giunta di centrodestra, Giuseppe Adornato, l’ex colonnello della Gdf, Graziano Melandri, ex assessore pure lui. Dal capoluogo alla provincia. La situazione non cambia. A Palmi «nessuno dei beni confiscasti e consegnati al Comune» è stato mai utilizzato per i fini sociali previsti. Alcuni esempi: al camping «Due Pini», sequestrato alla cosca Mammoliti, doveva sorgere un «centro per anziani e ospitalità profughi ed altre categorie disagiate». C’era tutto, la spiaggia e 49 miniappartamenti che però «non sono stati identificati, né risultano in catasto», né risultavano sulle mappe altri 26 case. Finale della storia: «Il comune di Palmi, ritenendo di non vantare alcun diritto né sui miniappartamenti, né sugli immobili con i servizi, ma solo sul terreno libero, ha così inteso di non utilizzare il camping per le finalità stabilite». Burocrazia, direte voi. Non proprio. Perché per ogni comune inadempiente, i carabinieri hanno stilato una scheda che comprende rapporti di parentele e amicizie mafiose di sindaci, tecnici e assessori. Un assessore della giunta comunale di Reggio retta dal sindaco di An Scopelliti, «si accompagna spesso allo zio paterno». Non propriamente uno stinco di santo, notano i carabinieri, che snocciolano un lungo rosario di reati: fabbricazione e porto abusivo di esplosivi, porto abusivo di armi per un «soggetto dalla spiccata tendenza a delinquere». Un altro suo collega di giunta nel 2005 veniva fermato dai Carabinieri in compagnia di due noti mafiosi. Cose che capitano in Calabria. A San Luca, paese della lunga guerra di mafia culminata con la strage di Duisburg, su un terreno confiscato al boss Antonio Pelle, superlatitante detto «Gambazza», dovrebbe sorgere un centro di aggregazione sociale. I carabinieri hanno scoperto che sulle case presenti nel fondo «erano stati eseguiti alcuni lavori di manutenzione, non portati a termine. Se ne desume che tali immobili non sono stati ancora utilizzati per le finalità cui erano destinati». Nella passata amministrazione comunale c’era un assessore donna, si legge nell’inchiesta, sposata con un «pregiudicato per traffico di sostanze stupefacenti e armi», fratello di uno dei più pericolosi latitanti della zona.Ma è la storia di un palazzo di cinque piani nel comune di Benestare, confiscato al solito Pelle-Gambazza, a raccontarci come a creare difficoltà all’uso sociale dei beni mafiosi ci si metta anche la Giustizia. Nel 2003 il palazzone viene destinato al Comune per costruire un centro di recupero per persone handicappate. Ma il bene non viene materialmente consegnato «in quanto era pendente ricorso contro lo sfratto dei suoi occupanti, per il quale il giudice del Tribunale di Reggio Calabria aveva sospeso le operazioni di sgombero». Bisognerà aspettare quattro anni perché un’altra sezione del Tribunale dichiarasse inammissibile il ricorso degli eredi del boss Pelle.

mercoledì 20 agosto 2008

La strada per Sartano

"Vejen til Sartano" questo il titolo originale in lingua Danese. (Theodor Christensen, DK, 1960) 37 min. DK/Dokumentarfilm 35 mm Purtroppo per questione di spazio non è stato possibile caricare sul blog tutto il film del quale manca l'audio. Il film era stato digitalizzato al solo scopo di estrarre dei fotogrammi di interesse storico locale. Con la speranza che coloro che detengono eventuali diritti di copriwater comprendano lo scopo non commerciale di questa operazione, che non vuol essere altro al di fuori della divulgazione per la conoscenza della storia della società di cui fa o ha fatto parte. La prima e la seconda parte già pubblicate nel blog, la terza e la quarta per ragioni di spazio sono state inserite in YouTube. Buona visione

domenica 17 agosto 2008

Agosto 2007- Agosto 2008

Ieri, 16 agosto, questo blog ha compiuto un anno dalla sua pubblicazione.
5802 visitatori e 10636 pagine viste, non sono grandi numeri, ma per un blog come questo sono numeri interessanti. Grazie a tutti coloro che quotidianamente si connettono in modo diretto, a coloro che ci capitano in modo casuale girovagando in internet.
Fatta questa breve premessa, dovrei tirare delle conclusioni sull'utilità o meno di questo blog, se ha o ha avuto una qualche influenza sulla realtà di Sartano. Non lo faccio per una molteplice e variegata serie di motivi che non sto qui ad elencare, non spetta a me giudicare. Potrei scrivere una nuova pagina per la occasione, non lo faccio, pubblico la stessa pagina di un anno fa, l'unica differenza consiste nell'assenza dell'immagine, manca perché l'oggetto non è più in funzione; per il resto 'a munnizza c'è sempre come un anno fa, il fuoco arriva puntualmente a disboscare le terre incolte, l'acqua va e viene..................................quest'anno non andrò a Sartano per vedere un film già visto: aspetto l'estate prossima per vedere l'inizio di un nuovo film, almeno spero.
Appunti di viaggio.
Sono ormai 41 anni che ogni anno, meno qualcuno, ritorno a Sartano per trascorrervi qualche giorno di vacanza e per salutare parenti ed amici। Anno dopo anno cerco di annotare qualche differenza, fare qualche confronto con l'anno precedente, per quanto mi sforzi di capire e difficile trovare differenze degne di nota. La raccolta della "munnizza" è sempre nelle solite condizioni pietose, puntualmente si accentua in agosto a causa della sovrapproduzione e della scarsità di addetti al servizio che puntualmente, per una scientifica gestione del personale, gli addetti sono meno del solito perché li mandano in ferie. L'insufficiente erogazione dell'acqua è ormai cronicizzata, non ci si fa quasi più caso, è cosi per uno strano scherzo del destino; qualcuno si è attrezzato con cisterne casalinghe, che non ce l'ha si organizza la giornata in corrispondenza dei flussi. La piazza antistante la vecchia chiesa definirla "sgarrupata" è come fargli un elogio; la scelta dei materiali usati, la tipologia costruttiva, i dislivelli, l'hanno resa impraticabile e infrequentabile, due lampioni su tre sono rotti o non funzionanti, e che dire poi dell'obbrobrio del collegamento fatto con lo spiazzo dietro al "palazzo" dell'Innominato? Per chi, come me,cerca segni di novità non può fare a meno di notarne una. A prima vista, causa il posizionamento poco ergonomico, nulla o poco lascia intendere lo scopo e la funzionalità della scatola appesa al muro; di sera invece, reso ben visibile da apposita luce direzionale non si può fare ameno di avvicinarsi per capire di che si tratta; Trattasi di un distributore automatico di profilatici più comunemente chiamati preservativi. Vero è che il mercato si attrezza in funzione della domanda e della offerta. Ma alcuni dubbio mi solleticano alcune domande: e la domanda che ha determinato l'offerta o dovrebbe essere l'offerta a determinare la domanda? Più semplicemente è su pressante richiesta di profilatici alla farmacia che la stessa si è attrezzata con un distributore automatico o è l'offerta, in modo anonimo e ad orario continuo, che la farmacia et produttori sperano di aumentare le vendite?Dal posizionamento dell'erogatore tutto si può dedurre: facilità di scelta-niente attese tranne che la privacy, vista la allocazione è come dichiarare: stasera vado a trombare e anche se non ci vai e come se ci fossi andato.Gira un aneddoto in modo neanche tanto riservato: pare che sia stato trovato un bimbo intendo a gonfiare palloncini trafugati dal comodino della camera da letto dei genitori.Qualcuno potrebbe obiettare, perché mai se i negozi di noleggio films in videocassette o Cd sono aperti 24 ore su 24 non dovrebbero essere in vendita anche i profilattici? Appunto dico io, a quando un Blockbuster a Sartano? Per contro quest'anno, da qualche mese giungono echi, di stampa e non, di frenetici fermenti in vista delle prossime elezioni amministrative, che importa se queste si svolgeranno fra due anni, l'importante è provare gli schemi, gli uomini giusti al posto giusto, la "munnizza", l'acqua, non li riguardano, adesso che il distributore automatico di profilattici è in funzione ognuno si sente libero di usarlo o infilarlo dove e a chi piu gli aggrada. Buona Estate 2007 Sartano

lunedì 11 agosto 2008

Agosto "rovente"

Incendi, traffico in tilt a Torano A fuoco contrada Salice e contrada Pezze del comune di Torano Castello. Da giorni il territorio del comune di Torano Castello è stretto nella morsa del fuoco, probabilmente di matrice dolosa, che ha mandato in fumo centinaia di ettari di bosco, sottobosco, macchia mediterranea e quant’altro ha trovato sulla sua strada. Dopo l’incendio di appena due giorni fa, di rione San Nicola, ieri è toccata la stessa sorte alle contrade Salice e Pezze, dove le fiamme e il fumo hanno sfiorate le abitazioni creando panico tra la gente e rendendo difficoltoso il traffico sulle strade provinciali 106 e 107 interessate dalle fiamme e dal fumo. Gli abitanti delle contrade impauriti si sono riversati per strada in attesa dell’arrivo dei mezzi dei Vigili del Fuoco, allertati non appena la situazione è diventata pericolosa per i cittadini e per le abitazioni.Per domare l’incendio è stato necessario l’intervento di quattro squadre dei Vigili del Fuoco, che hanno dovuto lottare con la forza del vento che soffiava nella zona, e che hanno reso difficoltose le operazioni di spegnimento delle fiamme. Alla fine un grosso sospiro di sollievo è stato tirato dagli abitanti delle contrade che hanno scampato un pericolo che minacciava le loro abitazioni, grazie al lavoro infaticabile messo in atto dai Vigili del Fuoco e da qualche cittadino accorso in aiuto, dopo ore di estenuante lavoro. Nei giorn scorsi altri incendi hanno preso di mira i territori del comune di Torano Castello. Ad essere colpiti dalle fiamme i rioni San Nicola e Cupini. Circa cinquanta ettari di terreno coltivati a querceto, canneto, uliveto, vigneto, alberi da frutto e le solite sterpaglie. Immenso e faticoso il lavoro a terra dei vigili del fuoco, del corpo forestale dello stato, dell’Afor, ma soprattutto importante l’apporto di un canadair della protezione civile nazionale, di un CH47 dell’esercito, di un eagle del corpo forestale dello Stato e di due minicanadair americani di stanza a Grottaglie , che hanno lavorato assiduamente per riuscire dopo circa sei ore a domare le fiamme e mettere in sicurezza l’abitato dei rioni San Nicola e Cupini. Stesso pericolo per il territorio comunale di Rose dove le fiamme hanno lambito le abitazioni e si è resa necessaria l’evacuazione di un call center.
Gildo A. Urlandini
Articolo tratto da: CalabriaOra di lunedi 11 agosto 2008

mercoledì 6 agosto 2008

Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto.

Atti pubblici “secretati”, Raimondo scrive al prefetto.
Torano Castello Richiesto l’intervento del prefetto di Cosenza per ripristinare ruoli, diritti e doveri dei consiglieri comunali di Torano Castello.
Il consigliere comunale d’opposizione capogruppo del Pd, Lucio Franco Raimondo, scrive al prefetto diCosenza, chiedendoun intervento urgente, in materiadi rilascio copia documentazione relativa ai ruoli Tarsu anni2005/06 ed elenco contribuenti Tarsu destinatari di avviso di accertamento, negli stessi anni, delcomune di Torano Castello. Raimondo lamenta: «Non è la prima volta che ci scontriamo conla riluttanza dell’esecutivo nel rilascio di copia di atti, quelli consentiti dalla legge. E non è la prima volta che non si danno risposte alle istanze sia dei consiglieri, quelli di opposizione in particolare, e ai cittadini». «Il diritto di accesso - afferma Raimondo - agli atti pubblici del comune di un consigliere comunale non può subire compressioni o limitazioni per pretese esigenze di natura burocratica dell’Ente, né il diritto di accesso dei consiglieri comunali può trovare un limite in rapporto alla protezione dei dati personali, poiché i consiglieri sono tenuti al segreto nei casi specificamente determinati dalla legge. Tra tali dati a carattere sensibile, certamente non sono compresi i dati riguardanti i ruoli tassa rifiuti solidi urbani. La richiesta di copia dei ruoli su illegittima disposizione del sindaco, gli atti di gestione sono di competenza dei responsabili dei servizi, al responsabile del servizio è stata rilasciata senza i nominativi dei relativi cittadini». «Il rilascio di copia dei ruoli ed elenchi - continua Raimondo - è indispensabile allo svolgimento della funzione di controllo, di indirizzo politico- amministrativo e di sindacato ispettivo garantiti dalla costituzione e dalle leggi ai consiglieri comunali, per verificare l’efficacia e l’imparzialità dell’azione amministrativa in un settore delicato quale quello della riscossione dei tributi. Al fine di ripristinare i ruoli dei consiglieri comunali in seno all’amministrazione comunale di Torano Castello, ho chiesto l’intervento del prefetto, affinché chi di dovere rilasci copia conforme dei ruoli e degli elenchi». g. a. u.
art, tratto da CalabriaOra del 06-08-08

lunedì 4 agosto 2008

Auguri a tutti i Micuzzu

Riflessioni sul 4 d'agosto Comincio da un primo enigma; San Domenico di Gutzman nella ricorrenza dei Santi ricade il giorno 8 di agosto, in altra data, il 15 settembre si festeggia San Domenico in Soriano. Non so dirvi come sia arrivato a Sartano il culto per San Domenico di Guzman, ma avanzare l’ipotesi che possa essere arrivato proprio da Soriano non è campata in aria. Non so dirvi nemmeno da quando la statua di San Domenico è venerata, quando è stato proclamato Santo Patrono, da chi e perché e stata avanzata la richiesta. La cosa più strana però è la data della ricorrenza, il 4 agosto: qual è la ragione di questa data, a cosa è legata? La fiera è sicuramente secolare, almeno a memoria d’uomo, ma non se ne conosce la data, le ragioni storiche e socioeconomiche della sua istituzione. Tante domande e poche risposte. Fino a quando? Fino a quando la società Sartanese non avvertirà e manifesterà il bisogno di conoscere la propria Storia, quella con la S maiuscola, non quella arraffazzonata, sporadica, spontaneista, le tante domande rimarranno senza risposta. Auguri a tutti i Miccuzzu e…………………….alla prossima fiera, magari ne sapremo di più.