lunedì 7 giugno 2010

Noi a Firenze & Loro in Calabria

"Improbabile dialogo a distanza con il Sindaco di Firenze e un Calabrese qualunque"
Le parti rosse in corsivo sono le mie: quelle di un Calabrese qualunque ma non qalunquista.

Noi a Firenze facciamo così.
La sfida di Renzi sul suo blog.
Mi hanno chiesto di scrivere un testo per “L’Ambasciata teatrale”, sulla falsariga di un celeberrimo discorso del passato. Graditi, commenti, critiche e integrazioni a sindaco@comune.fi.it

Noi a Firenze facciamo così Noi a Firenze pensiamo che la politica sia una sfida e non un problema, un sogno e non un incubo, un servizio e non un carrierificio. Noi a Firenze facciamo così. Noi a Firenze pensiamo che la felicità non venga dal successo ma che l’unico successo sia essere veramente felici. E poniamo il nostro onore nel meritare la fiducia di chi ci vuole bene.
Loro in Calabria fanno cosi. Loro a Reggio-Crotone-Vibo-Catanzaro-Cosenza pensano che la politica sia un affare solo per chi la pratica, un postificio per parenti, amici ed amici degli amici. Loro a Reggio-Crotone-Vibo-Catanzaro-Cosenza pensano che la felicità venga dal successo politico, che l'unico successo per essere veramente felici è essere eletti, non importa come.Loro pongono l'altrui bisogno per ricattare la loro fiducia.
Noi a Firenze facciamo così. Noi a Firenze pensiamo che i medici debbano curare le persone, non denunciarle. E crediamo che l’altro sia una miniera di suggestioni, non un coacervo di ossessioni. E vogliamo vivere a viso aperto, non asserragliati nelle paure. Noi a Firenze facciamo così.
Loro in Calabria fanno cosi. Loro a Reggio-Crotone-Vibo-Catanzaro-Cosenza pensano che i medici debbano portare voti non curare le persone, cosi le denunce per malasanità sono all’ordine del giorno. Credono che l’altro sia una miniera di voti da sfruttare, Loro vivono rintanati, a volte incappucciati, asserragliati dalla paura di perdere il tesoretto sottratto e distratto ad una insana e disonesta politica amministrativa.
Noi a Firenze pensiamo che i musei e le biblioteche debbano stare aperti fino a mezzanotte e offrire un’alternativa alla prima, alla seconda e anche alla terza serata televisiva. Pensiamo che sia commovente far declamare Dante da mille persone in mezzo alla strada, nei vicoli, negli angoli bui della nostra quotidianità. E pensiamo che la musica educhi il cuore al bello: e quando possiamo apriamo i nostri teatri e mettiamo i maxischermi col Maggio Musicale nelle nostre piazze. Noi a Firenze facciamo così
Loro in Calabria pensano che i musei e le biblioteche debbano restare chiusi, possibilmente creare okkupati, sempre in crisi, vedasi Biblioteca Civica di Cosenza. Ogni anno, ciclicamente, si ripresenta il problema dei finanziamenti, per il resto l’alternativa è la prima, la seconda e anche la terza serata televisiva. Pensano sia sconcertante far declamare Tommaso Campanella o Gioacchino da Fiore, Corrado Alvaro o Saverio Strati anche ad uno solo, figuriamoci a mille. Pensano che la musica colta non sia per il popolo ma regione, provincie e comuni fanno a gara per fare spettacoli di musica leggera tramite agenzie amiche. Vorrebbero vedere aperti i nostri teatri con stagioni musicali roboanti non per educare al senso e al gusto dell’arte. Loro in Calabria fanno così
Noi a Firenze facciamo così. Noi a Firenze pensiamo che una piazza di mestiere debba fare la piazza, non l’incrocio autostradale per cui dove possiamo pedonalizziamo, senza indugio. E quando c’è da decidere si decide: non si fa una commissione per decidere fino a quando si rinvia la decisione. E vogliamo che ogni cittadino abbia una piazza, un parco, un giardino a meno di dieci minuti a piedi da casa: perché l’urbanistica si fa occupandosi degli spazi da tenere vuoti, non solo degli spazi da riempire, di cemento e di banalità. Noi a Firenze facciamo così.
Loro in Calabria fanno così. Loro credono che le piazze servano per i caroselli automobilistici, dove ognuno e libero di passare per primo o per chi ha più fretta; nelle piazze i pedoni sono un intralcio al traffico e quindi le strisce diventano uno spreco di vernice. E quando c’è da decidere si adotta il sistema del: non fare mai oggi quel che potresti fare domani, per questa ragione si fanno commissioni su commissioni, più ce ne è meglio è. Loro vogliono che ogni cittadino abbia una piazza in cui passare il tempo………….praticamente la vita, i parchi e i giardini meglio costruirli fuori porta perché a dieci minuti da casa., l’urbanistica loro la fanno occupando gli spazi vuoti, gli interstizi con colate di cemento. Loro in Calabria fanno cosi
Noi a Firenze vogliamo vincere, altro che partecipare. Ma sappiamo da molto tempo, per esperienza diretta, che è meglio secondi che ladri… Noi a Firenze facciamo così. Noi a Firenze facciamo così. Noi a Firenze dobbiamo tutto alle donne. È per l’intelligenza di una donna che è stato salvato il cuore della città. E’ per la nostalgia di due donne che c’è molta Firenze a Parigi. È per gli occhi di una donna che è stato scritto il più grande capolavoro della letteratura mondiale. Noi a Firenze combattiamo la mercificazione della donna, la sua umiliazione, la costrizione a ruolo di portatrice sana di lato B che tanta parte del mondo (anche politico) di oggi vorrebbe. Noi a Firenze facciamo così.
Loro in Calabria vogliono vincere ma anche perdere, tanto per lo loro il risultato non cambia. Loro sanno per esperienza vissuta che l’importante è esserci e partecipare, l’occasione-accordo per continuare a rubare o per coprire le ruberie fatta si trova comunque anche passando sul cadavere dell’amico. Loro fanno cosi, da anni. Loro in Calabria non devono nulla alle donne, le mantengono, le portano a spasso ma guai a dargli poteri amministrativi…..e roba da maschi. Loro in Calabria fanno cosi.
Noi a Firenze facciamo così. Ci piace il Palazzo Vecchio, ma vogliamo le facce nuove. E pensiamo che il ricambio generazionale non sia un tema da convegni, ma una possibilità da osare, una risorsa da usare. E pensiamo che chi fa politica debba rischiare, senza avarizia, mettendosi in gioco fino in fondo. Noi a Firenze facciamo così.
Loro in Calabria fanno cosi. Gli piacciono i vecchi palazzi, i palazzi vecchi li abbattono quando riescono a trovare contributi stati o europei, oppure li fanno acquistare ai poveri comuni tramite mutui, che mai troveranno le risorse necessarie per il recupero e il riutilizzo pubblico, che lo facciano facce vecchie o facce nuove il risultato è sempre lo stesso. Il ricambio generazionale è sempre atto attuato, si passa da padre in figlio, alcuni politici sono alla terza o quarta generazione: Quando c’è da rischiare non si va per il sottile, si ricorre al tutto per tutto, anche al morto ammazzato. Loro in Calabria fanno cosi.
Noi a Firenze facciamo così. Quando c’è un grande architetto, gli facciamo fare la Cupola del Duomo, ma anche il Salone degli Innocenti: il luogo di Dio, ma anche il luogo degli ultimi. Perché noi a Firenze pensiamo che si può essere solidi solo se si è solidali. E che si può custodire la bellezza solo se si è capaci di regalarla. Noi a Firenze facciamo così.
05 giugno 2010
Loro in Calabria fanno cosi. Quando c’è un grande architetto, se non sono a sceglierlo, non gli lasciamo costruire nemmeno la “zimma” per il maiale. Loro in Calabria pensano a essere solidamente sodali, chi non è con loro e contro e quindi eliminato, bello o brutto che sia. Il loro senso di bellezza è il potere, potrebbero mai regalare il potere per donare bellezza?
Loro in Calabria fanno cosi.
07 giugno 2010