domenica 31 ottobre 2010

I morti vivi, i vivi morti

Coincidenze e ricordi.
Se ne andò per sempre dal mondo dei vivi in soli sei mesi, all’età di 88 anni, colpito da un male incurabile ai polmoni. Fumatore di tabacco trinciato forte avvolto in cartocci di pannocchie di granoturco, le cartine per sigarette insieme al negozio di sale e tabacchi arriveranno in paese molti anni dopo, il lusso di fumare sigarette col filtro l’ebbe negli ultimi decenni della sua esistenza. L’ultima sigaretta la fumò nel mese d’aprile cinque o sei mesi prima della sua morte. Ebbe la fortuna di spirare in casa e non in una squallida stanza d’ospedale, accudito dai familiari, fino all’esalazione dell’ultimo respiro, cosi come aveva desiderato. Sapevo quanto tempo gli sarebbe rimasto da vivere quando lo vidi per l’ultima volta, la prima e unica TAC non dava speranza: da uno a due mesi. La telefonata che aspettavo arrivò al mattino presto, i funerali erano previsti per il giorno dopo. Il tempo di organizzarmi per prendere il primo volo utile, nel primo pomeriggio ero davanti alla salma di mio padre. Il vestito nuovo per la morte, le scarpe nuove nere lucide a punta, la camicia bianca e una delle cravatte che di tanto in tanto gli portavo per regalo, ma che ormai metteva solo nelle occasioni speciali, e questa era l’ultima. Lo vidi sereno, i segni della sofferenza erano scomparsi dal suo volto, i capelli ormai radi, più canuti del solito. In quei primi momenti, mi venne naturale fargli una carezza sulla fronte, non l’avevo mai accarezzato da vivo se non in quell’ultimo ed assolato mese d’agosto in quel letto d’ospedale di Cosenza, dove mi recavo tutte le mattine. Ho avuto la fortuna di stargli vicino per un mese intero, recuperando, almeno cosi è stato per me, trent’anni o forse più di rapporti fra padre e figlio. Le giornate passavano in fretta, parlavamo di tutto quel che ci passava per la mente, io non finivo mai di fargli domande sulla sua infanzia, sui suoi genitori che non che non aveva avuto il bene di averli vicino perché emigrati a Novaiorca quando aveva appena dodici anni o poco più, lasciato alle cure della sorella maggiore, non li vide neppure da morti. Avrei voluto chiedergli ancora tante cose e lui a me, non ne abbiamo avuto il tempo. Lo vegliammo tutta la notte, insieme ad alcuni familiari, amici e parenti, anche quella notte passò in fretta come quelle giornate d’agosto, e benché l’estate fosse appena finita l’aria era ancora tiepida, trascorremmo quasi tutta la notte seduti sui gradini dell’uscio di casa. Non era credente, lui stesso aveva chiesto di porre sulla bara un drappo rosso, passando nei pressi della chiesa suonarono dei rintocchi di campane a morto.
Una sosta davanti alla sede della sezione dell'ex PCI, breve e commosso discorso del segretario, con la banda che intonava mestamente Bandiera rossa, si avviò per il suo ultimo viaggio. Il giorno appresso, di primo mattino, ci recammo al cimitero per la tumulazione, appena arrivati nei pressi del cancello d’entrata vidi avanzare verso mio fratello una signora vestita a lutto per la recente scomparsa del marito nostro conoscente e forse lontano parente. Teneva fra le mani una pacco avvolto in fogli di giornali, mentre si avvicinava per parlare con mio fratello, mi tenni un pò in disparte, vedo che gli consegna il pacco e mio fratello la rassicura con un cenno della testa. La signora ringrazia e si avvia verso la propria auto. Mio fratello nota la mia espressione, e prima che io chieda spiegazioni: Mi ha chiesto di poter far avere questo pacco con alcuni indumenti, al marito, ed aggiunge ancor prima che io ponga la domanda, bisogna che li mettiamo nella bara e lui andrà a prenderseli. Cosi fu fatto. La cosa più strana che fosse potuta capitare ad un non credente come mio padre, è che avesse potuto fare una consegna a domicilio nell’aldilà. Alcuni mesi fa venni a saper della scomparsa di una giovane madre morta purtroppo improvvisamente, non so per quale motivo. Sulla morte di questa donna mi sono state raccontate alcune circostanze che mi hanno fatto ricordare quanto o raccontato fin’ora. Il giorno prima o forse due, fece un sogno. Nel sogno gli apparve un uomo morto due giorni prima, anche lui in giovane età, gli rivelò di essersi dimenticato un giubbetto, uno in particolare, mi pare di pelle. La donna , durante la giornata, si reca, con qualche imbarazzo, a raccontare il sogno alla giovane vedova: il giorno dopo la giovane madre raggiunse quella parte di mondo per noi oscuro e pieno di misteri, forse con una consegna da fare.
Aprile 2005