domenica 28 marzo 2010

Domenica delle Palme a Sartano

AVVISO PUBBLICO PER AFFIDAMENTO INCARICO REVISORE DEI CONTI PER IL PERIODO 1° MAGGIO 2010 – 30 APRILE 2013

Non saranno accettate domande pervenute prima della pubblicazione del presente avviso. Le stesse dovranno eventualmente essere ripresentate con le modalità e nei termini previsti dall’avviso medesimo.
Per leggere il documento originale cliccare sul titolo.

Non so se anche a Voi sparuti lettori di questo blog sembra una stranezza quanto sopra riportato, ho cercato nella rete la voce: "AVVISO PUBBLICO PER AFFIDAMENTO INCARICO REVISORE DEI CONTI", appaiono 1650  risultati, non li verificati tutti, solo trenta, a caso, in nessuno degli avvisi consultati, che si riferiscano a piccoli, medi o grandi comuni, al nord al centro o al sud, è inserita questa dicitura.
Eccesso di cautela?
Meglio prevenire?
Fate un po Voi, di stranezze è pieno il mondo.
Buona Domenica delle Palme

venerdì 26 marzo 2010

,,,,,,,,,il 27 e il 28 si vota.

Torano Castello

Oggi alle 12 la Provincia consegna lo scuolabus

TORANO CASTELLO - Un nuovo scuolabus per gli alunni toranesi sarà consegnato oggi dall’Amministrazione Provinciale di Cosenza al Comune di Torano Castello. La cerimonia di consegna dell’automezzo è prevista per le ore 12 nel piazzale antistante la casa comunale.
Accolti dal sindaco Sabatino Cariati e dall’amministrazione comunale, saranno presenti il presidente della Provincia di Cosenza,Gerardo Mario Oliverio, e l’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Pietro Ruffolo. La Provincia, dunque, sempre più vicina alle comunità ed ai municipi.Tra le tredici opere programmate nell’ambito dell’edilizia scolastica, infatti, c’è anche la costruzione del nuovo Liceo Classico per il quale è stato stanziato un milione di euro.
L’esecutivo municipale della cittadina cratense ha invitato tutta la cittadinanza a partecipare all’evento.
r. gal.

Articolo tratto da IlQuotidianodellaCalabria di giovedi 25 aprile

domenica 14 marzo 2010

Lettera aperta.

Al Sig. Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Al Segretario Generale della CGIL

Ai Compagni Giorgio e Guglielmo.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Lo è stata? Io dico di NO
Lo è? Io dico di NO
Lo sarà? Lo spero
Le nuove forme di lavoro offendono i giovani in cerca di occupazione, chi non più giovane ne muore. Il lavoro in affitto o interinale o a tempo determinato non le ha imposte la destra a furia di barricate, il sindacato le ha subite sotto la spinta di certa area dei governi di centrosinistra, in cambio di ben poca cosa a favore dei lavoratori. Se poi queste nuove e avanzate forme di lavoro vengono adottate addirittura dagli ex Uffici di Collocamento e dalle organizzazioni  sindacali, l'articolo uno della nostra Costituzione non ha più ragion d'essere. Chi ha creduto e crede, come Simona e anche come chi scrive, nei valori della Democrazia, della Costituzione fatica e parecchio a continuare a credere in questi principi e comincia ad avere seri dubbi che il rispetto della democrazia e del lavoro vengano esercitati nei limiti della Costituzione.

Compagno Giorgio, compagno Guglielmo, lasciateci sperare in un mondo dove la democrazia ed il lavoro sono la faccia della stessa medaglia, lasciateci sperare in una classe politica in grado di mettere la parola fine ai lavoratori in affitto, lasciateci sperare in un futuro di lavoro certo, perché sulle incertezze non si costruisce nessun futuro.
Compagno Guglielmo, so che qualche provvedimento l'ha già preso o sta per farlo, ricordati che la Calabria non è ne la Lombardia ne il Piemonte o il NordEst. Gli abusi e i soprusi messi in atto da chiunque in Calabria  detiene poteri decisionali, opera nel pubblico, non sempre come in questo caso vengono rivendicati ad alta voce come ha fatto Simona, nella maggior parte dei casi si subisce in silenzio, forzoso o forzato.
Apprendere certe notizie su certi giornali fa ancora più male, non possiamo aggiungere al danno anche la beffa.
Con stima.
Cittadino e compagno
Tonino M.C. Chiodo

venerdì 12 marzo 2010

Una,cento, mille Simona


Che i giovani, e per giovani intendo riferirmi a quella fascia di età che oscilla fra i 25 e i 35 anni, siano oggi in una situazione inimmaginabile, se ci riferiamo ai loro genitori, è un dato di fatto. Se poi parliamo di giovani, donne e residenti in una regione come la Calabria allora la situazione cambia aspetto e forma. Nelle regioni del cosiddetto "benessere" un giovane anche se precario è una cosa, in Calabria è un'altra. In Calabria un lavoro precario e mal pagato può rappresentare qualcosa, e piuttosto che niente è meglio piuttosto. Simona incarna una parte, sempre più esigua. dei  giovani impegnati socialmente e politicamente. L'inizio e la fine di questa tormentata storia nasce e muore in un ambiente che ha rappresentato e forse stancamente continua a rappresentare il mondo del lavoro, i valori e i diritti di chi lavora. Credo che non vi sia bestemmia più grande di quella di avere dipendenti a contratto-interinali- a tempo determinato all'interno di un sindacato, le formule non si contano più ormai, , e siccome lo fan tutti dai giornali alla chiesa, dalla grande industria agli uffici di collocamento, per non essere da meno anche il sindacato si è adeguato. Di molte cose non ho certezze, ma che  la questione del lavoro legata ai giovani è come una bomba ad orologeria destinata a deflagrare in modo incontrollato, ci metto la mano sul fuoco.
Che dire a e di Simona. Continua ad avere forza e coraggio per portare avanti questa battaglia, la giustizia farà il suo corso ma i tempi sono quelli Italiani. Simona la ricordo  ragazzina.  si prodigava nella vendita dei  biglietti della riffa nelle feste dell'unità, spigliata, solare come solo a quell'età si puo essere. Credo abbia partecipato a piu feste dell'unita che a feste del suo compleanno.
E' il segno dei tempi, il segno delle difficoltà in cui si trova il sindacato italiano, il segnale dell'ultima spallata data in questi giorni all'art. 18 dello statuto dei lavoratori, della ormai insanabile divisione fra le sigle sindacali.
Solidarietà e stima  a Simona e a tutte le Simona d'Italia

Nessun commento, ma solo solidarietà a Simona e a tutte le Simone d'Italia.

Lavoro nero, maltrattamenti. E poi pressanti inviti ad andarsene senza fare «troppo casino», in cambio di soldi. Se Guglielmo Epifani avesse cercato un esempio migliore per dimostrare cosa può succedere ai lavoratori quando qualcuno aggira le tutele, cioè i contratti e la legge, non ne avrebbe potuto trovarne uno migliore. Peccato che il datore di lavoro tirato in ballo in questo caso sia proprio la sua Cgil. E che il ricorso presentato al tribunale civile di Castrovillari da una ex dipendente del sindacato calabrese sia rivolto contro di lui, in quanto segretario generale nazionale. La vicenda emerge appunto dal ricorso e da una denuncia penale, presentati a ridosso dello sciopero generale indetto dalla sola Cgil a difesa dei diritti dei lavoratori. Diritti che, nel caso di Simona M., poco più che trentenne, sembrerebbero non essere stati rispettati. La storia è riassunta nella causa di lavoro e nella denuncia, presentate dagli avvocati Giovanni Caglianone e Vincenzo Belvedere.L’ingresso nelle strutture del sindacato è arrivato attraverso un progetto di servizio civile dell’Arci. Simona viene destinata all’Inca Cgil di San Marco Argentano. Un anno a 433 euro al mese, passato con soddisfazione di tutti, tanto che al termine dei dodici mesi - si legge nel ricorso - le chiedono di rimanere nella Confederazione con una sorta di «temporanea collaborazione», in attesa di regolarizzazione. Il compenso scende a 250 euro mensili, ma Simona accetta entusiasta. È di sinistra, le piace lavorare nel patronato e sogna di difendere i diritti dei lavoratori. Passano i mesi e poi gli anni, ma di regolarizzazione non c’è traccia. E nemmeno di aumenti dello stipendio. Risulta una collaboratrice, praticamente una volontaria, in realtà lavora a tempo pieno, fa trasferte, anche all’estero, programma le «ferie» come tutti i lavoratori dipendenti, solo che le sue sono di meno. Disagi che tollera perché le piace occuparsi di pensioni ed è brava, tanto che diventa il riferimento del patronato di San Marco Argentano, l’unica a sapere usare il programma informatico per le pratiche previdenziali. Poi crede alle promesse che le fanno i capi; il responsabile del patronato e il segretario della Cgil locale. Dopo due anni le sembra di essere arrivata a due passi dal traguardo. Era un po’ delusa perché si era vista sorpassare da persone che di pensioni e pratiche non ne sapevano niente. I suoi capi decidono di ricompensarla. Non l’assumono né le aumentano lo stipendio, ma la mandano a Roma a seguire dei corsi riservati agli assunti all’Inca. Simona pensa sia la premessa per una regolarizzazione e invece niente. Alle richieste di assunzione i responsabili si irrigidiscono e, si narra nel ricorso, parlano di «situazioni economiche e politiche sfavorevoli». Eppure il patronato va bene. Viene premiato per la produttività, anche grazie al lavoro di Simona. Come tutte queste strutture sindacali prende soldi pubblici per fare pratiche e i conti sono più che a posto. Le condizioni per assumere ci sarebbero, ma gli anni passano e il contratto si allontana sempre più. Simona comincia a soffrirne e nel 2006 i medici le riscontrano una sindrome ansiosa depressiva, che sfocia anche nell’anoressia. Cercherebbe un altro lavoro, ma siamo in Calabria, non nel Triveneto. Poi il suo impiego le porta via tutta la giornata, e non le resta il tempo per andare a caccia di altre opportunità. La scelta è obbligata, restare nella Cgil e fare valere i propri diritti. Minaccia di aprire un contenzioso e di spifferare tutto. E gli effetti si fanno sentire subito. Per Simona sembra aprirsi un altro spiraglio. O almeno così le sembra. Le offrono un’assunzione a Castrovillari con contratto part time da trasformare in full time in «5-6 mesi». La condizione spiega il ricorso è «dimenticare il passato», non sporgere denuncia «evitando di creare casini alla Cgil». L’orario effettivo è da subito a tempo pieno. La paga è dignitosa, 670 euro, ma non basta perché Castrovillari è lontana da casa. Dopo cinque anni di lavoro si aspettava di più. Ma continua a credere alle promesse e prosegue a lavorare. Passano altri due anni, si arriva al 2008. Stesso copione: Simona pretende il rispetto dei patti. E, siccome non vuole regalare più nulla al suo datore, pretende di essere pagata per quanto vale e si impegna. E si attiene all’orario previsto dal contratto.
Un comportamento da sindacalista che fa imbufalire i sindacalisti. E ricominciano le pressioni. Come quelle documentate in una telefonata al segretario della Cgil di Castrovillari, che le spiega come il rispetto degli orari in un sindacato «sia un grave errore», se non «una intollerabile insubordinazione». Lei non ci sta. E la sua, da bega locale della Cgil calabrese, diventa una questione nazionale. Scopre di non essere l’unica in quelle condizioni. Insieme a un’altra dipendente della Cgil con una storia come la sua, Simona - spiega nel ricorso - va a Roma per incontrare un esponente nazionale dell’Inca Cgil. Anche in quel caso le assicurano l’assunzione «dietro esplicita richiesta - denuncia - che il caso non finisca all’orecchio dei mass media». Questa volta però non ci crede. E ha ragione. Poco dopo, infatti, viene invitata in un bar di Cosenza dove incontra un altro responsabile del patronato. Lei chiede l’assunzione a tempo pieno e invece le viene proposto «il versamento da parte della Cgil della somma di 70mila euro in cambio delle dimissioni e del silenzio». Motivazione: aveva «già creato problemi, di certo ne avrebbe creati altri in futuro». La somma è consistente, ma lei non ci sta di nuovo. Insiste sulla regolarizzazione. Le sue condizioni di salute si aggravano e trascorre gli ultimi mesi da dipendente Cgil in malattia. Tra i certificati che ha allegato alla causa, in uno si fa riferimento ad uno stato di prostrazione dovuto a mobbing. L’avvocato Caglianone per il momento non ha inteso contestare il mobbing alla Cgil ma si è riservato di farlo in seguito.Nel tentativo di conciliazione, la replica della Cgil non lascia spazi a compromessi: «Tra le parti non si è mai instaurato un rapporto di lavoro subordinato». Simona viene licenziata perché supera il limite massimo dei giorni di malattia. Poi fa quello che farebbe chiunque, su consiglio di un sindacalista: avvia la causa e chiede i danni, non per il licenziamento, ma per tutto quello che ha passato. La richiesta di danni alla Cgil da parte di Simona è di 118.986 euro per differenze retributive; 269.957 per danni e 40mila per danno alla «vita di relazione». Quasi 430mila euro in tutto. Poi c’è una denuncia penale, dell’avvocato Vincenzo Belvedere nella quale si chiede di procedere per il reato di maltrattamenti e violenza nei confronti di due segretari locali della Cgil. Ma nessuno, commenta l’avvocato Caglianone, la potrà risarcire per la salute e il tempo perso con il sindacato-datore di lavoro.
 Per finire:
Quelli che seguono sono stralci di un colloquio Tra Simona M. e un segretario territoriale della Cgil calabrese. Il testo completo è allegato alla causa che l’ex dipendente ha intentato contro i responsabili del sindacato. Simona, dopo anni da collaboratrice sottopagata all’Inca Cgil di San Marco Argentano, ottiene un contratto part time a Castrovillari, ma lavora a tempo pieno per il sindacato. Pretende la regolarizzazione, che gli era stata promessa. Ma non arriva mai.


Il segretario
«Tu devi solo lavorare, le condizioni le decide l’organizzazione, quindi questa insofferenza, questa insubordinazionale, orari, ferie e cazzi vari, sono delle cosucce che non ti fanno assolutamente onore. Tu devi rispettare le regole dell'organizzazione». (...)
Simona
«Il mio problema è stato nel momento in cui l'Inca nazionale scende qui e mi dice: c'è la possibilità che ti venga fatto un contratto all'interno della Cgil di Castrovillari, accetta perché si creeranno le condizioni per un futuro migliore. Quello che mi viene proposto a Castrovillari è stato un contratto part time a 21 ore laddove io, per sette anni...».
Il segretario
«Quello che ti viene proposto a Castrovillari è quello che l'Inca nazionale ti ha dato, è una cosa legale».
Simona
«Perfetto, se è una cosa legale e se parliamo di legalità e di regole allora ti dico, accetto».
Il segretario
«Non sei sulla giusta via. Quello che dici è ancora peggio».
Simona
«Perché?».
Il segretario
«Perché tu che sei disoccupata, tu che non hai speranza, tu che sei stata per sei anni a morire di fame, sei stata in un'organizzazione senza diritti e senza regole, ti stai ponendo il problema dell'orario di lavoro?».
Simona
«Si, me lo sto ponendo».
Il segretario
«Per me te ne puoi andare subito Simona!». (...)
Simona
«Perché?».
Il segretario
«Perché ti dico che se hai il problema dell’orario di lavoro te ne puoi anche andare! Subito!».
Simona
«Io ho un contratto part time, mi dici perché io avendo un contratto part time nella Cgil di Castrovillari, non posso rispettarlo?».
Il segretario
«Abbiamo finito te ne puoi andare» (...) «Se il tuo problema è l’orario di lavoro e cioè rispettare l’orario di lavoro part time non ti sei guardata intorno». (...) «Secondo me se tu vieni qua a chiedere di rispettare il part time finché non ti sarà riconosciuto il tempo pieno stai sbagliando. Commetti un grave errore. Io esprimo da questo momento un giudizio negativo». (...)
«Se tu rispondi al futuro tuo segretario generale che hai il problema dell'orario, perché tu vuoi rispettare l'orario e il contratto, è un modo altrettanto sbagliato di porti nei confronti della tua azienda, che non è nemmeno l'azienda del padrone. È un'azienda collettiva fatta di gente che ha buttato una vita di sacrifici per arrivare al punto di dare a te una prospettiva».

Testo tratto dagli articoli pubblicati su Il Giornale
link:http://www.ilgiornale.it/interni/vuoi_rispetto_contratto_allora_vattene_pure/11-03-2010/articolo-id=428523-page=0-comments=1
e
http://www.ilgiornale.it/interni/cgil_ecco_come_sindacati_difendono_lavoratori_mobbing_e_nessuna_tutela/11-03-2010/articolo-id=428499-page=0-comments=1

lunedì 8 marzo 2010

"Io resto in Calabria" Pippo Callipo Presidente

In bocca al lupo al Dott. Franco Cariati candidato alle elezioni della Regione Clabria nella lista:
"Io resto in Calabria" Pippo Callipo Presidente.

venerdì 5 marzo 2010

Cavallerizzo. Punto e capo?

http://www.nuovacosenza.com/cs/10/marzo/guerracavallerizzo.html

Vorremmo vedere le foto della nuova Cavallerizzo, qualcuno ce le può inviare?
Grazie

Lettera aperta

Ai Sig.
Morcavallo Silvana Presidente del Consiglio
Cariati Sabatino Aldo SINDACO
Marturano Alfonso Assessore
Fazio Raffaele Assessore
Vitale Elmiro Consigliere
Messina Piero Assessore
Ferraro Emanuele Vice Siandaco
Fazio Guido Assessore
De Buono Albino Consigliere
Micieli Gianfranco Consigliere
Cariati Francesco Consigliere
Carnevale Nancy Consigliere
Di Giorgio G. Marino Assessore esterno
Cavalcante Francesco Consigliere
Raimondo Lucio Franco Consigliere
Cori Vincenzo Consigliere
Iannace Antonio Consigliere
Perrotta Ennio Consigliere

Ai Cittadini tutti.

Siamo ormai all'ottavo mese dall'insediamento della nuova amministrazione, non è compito mio fare la disamina delle cose fatte o non fatte, se fatte bene o no, se i Sig. Consiglieri di maggioranza ed opposizione stiano facendo il loro dovere di consigliare. L'appello che rivolgiamo a tutti indistintamente, perchè tutti corresponsabili, è di dar seguito alle promesse fatte in campagna elettorale. In modo particolare mi riferisco alla promessa che riguarda la trasparenza e la visibilità dei lavori del Consiglio Comunale. Abbiamo avuto il piacere di assistere in diretta  sul sito di ToranoWeb-DampetiaTV, al  Consiglio di insediamento, da allora più nulla. Durante la campagna elettorale è stata manifestata l'intenzione, da parte di tutti, di dare ampio spazio di conoscenza e visibilità dei lavori consiliari, purtoppo però è rimasta una buona intenzione. Mi verebbe da scrivere "Vengo con questa mia a dirvi...............", ma molto piu semplicemente Vi chiedo di dare seguito a questa pratica di democrazia partecipata. Con l'apprestarsi del nono mese rimaniamo fiduciosi che questa richiesta possa vedere la luce nell'interesse dell'intera comunità.
Cordialmente
Tonino Chiodo

CALLIPO

(ASCA) - Crotone, 3 mar - ''Gli imprenditori sani sanno bene che il connubio politica-prenditori-criminalita' e' il buco nero di questa terra. Non lo invento io questo connubio. E' la storia della Calabria che da quel connubio e' condizionata. Chiunque voglia parlare di Calabria o scriverne la storia, non puo' fare a meno di seguire i flussi della spesa pubblica, dove sono finiti e come sono stati gestiti''.
Lo ha detto Pippo Callipo, candidato alla Presidenza della Regione Calabria, parlandoi ad un gruppo di imprenditori di Crotone.
''Le forze sane, della politica, delle associazioni e della societa', dovrebbe impegnarsi con un pizzico di coraggio in piu' - ha detto Callipo - per sconfiggere il partito unico della spesa pubblica che muove la politica calabrese. Spesa pubblica che, in tutti questi anni, e' finita nelle tasche di pochi, se e' vero com'e' vero, che lo sviluppo in Calabria rimane ancora un miraggio e le fasce della poverta' si allargano a vista d'occhio''.