mercoledì 26 agosto 2009

Domande senza risposte.

Lettera di una madre Calabrese. Mi chiamo Maria Sorrentino, meglio conosciuta come mamma di Federica. Scrivo rivolgendomi al Capo del Governo ed al Ministro della Giustizia per dire che oramai non se ne può più. In Calabria la percentuale di casi di malasanità e' cresciuta in modo esponenziale. E' da 31 mesi e cioè da quando mia figlia entrata in ospedale a Vibo Valentia non fa più ritorno a casa, che ogni qual volta si verifica un caso di malasanità sento le stesse belle parole di circostanza che mi furono dette in quel terribile gennaio 2007. Si faccia subito chiarezza, chi ha sbagliato deve pagare, mai più un'altra Federica. Queste sono le promesse che mi furono fatte dalla politica calabrese all'epoca. E' con infinita amarezza che oggi dico che, a distanza di due anni e mezzo non solo chiarezza non e' stata fatta, non solo chi ha sbagliato conduce una vita serena ed e' libero di esercitare, ma cosa molto triste e' che di altre Federica negli ospedali calabresi ce ne sono state così tante da rischiare di perdere il conto. Così la madre di Federica Monte Leone, la sedicenne morta in ospedale dopo un black-out elettrico in sala operatoria a Vibo Valentia, interviene dopo il decesso della piccola Sara Sarti, 5 anni, morta in ospedale a Locri. Lancio ancora una volta il mio urlo di dolore - aggiunge la signora Maria Sorrentino - diretto all'indirizzo del Governo nazionale. Fermate questo sterminio. E' giunto il momento di disarmare la mano di coloro che solo per il fatto di indossare un camice bianco, tutelati dalla legge dell'impunita', agiscono con grave negligenza al punto che sulla cronaca della Calabria e' ormai diventata consuetudine leggere che nei nostri ospedali si muore più che sull’autostrada. Se poi si aggiunge che si muore per un’appendicite, un gesso troppo stretto, un ascesso tonsillare o una crisi di vomito, si suppone che gli estremi per intervenire ed in fretta ci siano tutti, perché caro Signor Berlusconi, caro Signor Alfano di questo passo a breve in Calabria si conteranno più vittime di malasanità di quante non ne abbia fatte il terremoto d'Abruzzo. Ragione e sentimento vorrebbero che chiunque in passato, nel presente e nel prossimo futuro hanno avuto-hanno-avranno nelle loro mani il governo della nostra regione si sentissero in dovere di dare una risposta per come intendono risolvere la questione Sanità in Calabria. Temo che una risposta non arriverà mai, ne da parte di chi c'èra, da parte di chi c'è, da parte di quelli che si preparano ad esserci.

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