venerdì 29 febbraio 2008

I livelli................

Torano Castello Un dibattito con i cittadini sulla vertenza dei terreni livellari TORANO CASTELLO - “Onere censuario e terreni livellari nel Comune di Torano Castello: il punto della vicenda dopo gli avvisi di pagamento”. E' il tema dell'incontro-dibattito in programma per oggi pomeriggio alle 17 presso l'Albergo Mafalda, nelle adiacenze dello svincolo dell'A3 Sa-Rc. L'iniziativa, promossa dai consiglieri di minoranza Lucio Franco Raimondo, Rosetta Argento, Vincenza Stefania Miceli e Guido Fazio, offrirà l'occasione per discutere sulla questione che interessa i possessori di terreni gravati da livello ed ai quali sono state già notificate le richieste di pagamento del canone con il recupero delle somme dovute negli ultimi cinque anni. L'amministrazione comunale della cittadina toranese, infatti, con la delibera consiliare esecutiva n. 20 del 29 novembre dello scorso anno, ha approvato i criteri per determinare il canone di fitto relativo ai cosiddetti terreni livellari. Il sindaco Iannace in un avviso pubblico ha sottolineato che l'esecutivo municipale “ha voluto dare anche la possibilità di sanare numerose situazioni non chiare, concedendo la definitiva e piena proprietà del terreno finora detenuto” attraverso la richiesta di affrancazione. All'incontro di oggi parteciperà il professor Valerio Donato, ordinario di diritto privato e commerciale nonché direttore del dipartimento di scienza e storia del diritto dell'Università Magna Grecia di Catanzaro. I consiglieri di minoranza Raimondo, Argento, Miceli e Fazio invitano a partecipare oltre a tutti i cittadini interessati direttamente dalla problematica, sollevata negli ultimi tempi in molti comuni, anche il sindaco, tutti i consiglieri comunali, le forze politiche e l'intera cittadinanza. r. gal.
Articolo tratto dal: "QuotidianodellaCalabria" 28-02-08 Il caos del canone demaniale Intanto 40 cittadini hanno ricevuto dal Comune cartelle di pagamento Usi civici, enfiteusi, affrancazione, censo, sono le perplessità intorno ai canoni livellari sui terreni, anticamente feudali, di cui oggi molti cittadini non sanno se sono proprietari o affittuari, quotizzati e appartenenti al demanio. «Onere censuario e terreni livellari nel comune di Torano Castello: il punto della vicenda dopo gli avvisi di pagamento», se ne è discusso ieri presso l’albergo Mafalda. All’incontro- dibattito hanno partecipato il professore Valerio Donato, docente di diritto privato e commerciale, nonché direttore del dipartimento di scienze e storia del diritto presso l’Università Magna Grecia di Catanzaro, e i consiglieri comunali Franco Raimondo, Guido Fazio, Stefania Micieli. I canoni livellari nota dolente in questo ultimo periodo, tra l’Amministrazione e circa quaranta cittadini, destinatari di altrettante cartelle con le quali il Comune chiede di mettersi in regola, per affrancare i terreni, concessi illo tempore, 1811, dalla legge napoleonica, che , tanta pauconsentiva su alcuni terreni la libera proprietà al cittadino. Il professore Donato ha spiegato alla platea, i momenti che distinguono gli usi civici dagli altri diritti: «Il problema degli usi civici - ha ammesso - è molto spinoso. Ci troviamo di fronte a situazioni paradossali, dove bisogna individuare caso per caso l’origine dei terreni. Solo con una prima indagine conoscitiva si potrà stabilire se le quote siano usi civici oppure terreni liberi e di proprietà. La legge regionale attuale, tuttavia, è uno strumento importante per pianificare il problema degli usi civici». «Abbiamo dovuto - afferma il sindaco Iannace - risolvere tante questioni, proprietari che non sono proprietari, costruzioni sorte su questi terreni che non sono di proprietà. Ci siamo affidati ad un tecnico per capirne di più. Ma devo dire che oggi il quadro si è complicato ancora di più, dopo la distinzione operata dal professore Donato. Abbiamo cercato di fare luce e dare un atto pieno di proprietà, ai detentori dei terreni con l’affrancazione. L’amministrazione non pretende cose illegittime, ma il problema va risolto, perché c’è gente che ha acquistato i terreni e oggi non è proprietaria». Intanto circa 40 di pagamento sono state inviate ai possessori dei terreni, invitandoli a pagare circa 7mila euro a tomolata, cartelle che hanno indignato chi possiede quei terreni da oltre cento anni, ma terreni che dovrebbero essere rivisti se ricadono negli usi civici o in libera proprietà. Un bel grattacapo per chi si occupa della vicenda. Gildo Anthony Urlandini
Articolo tratto da: CalabriaOra del 29-02-08

In un post precedente avevo inserito un trattatello circa gli usi civici nella storia Italiana per chi non l'avesse letto:http://sartano.blogspot.com/2008/02/nulla-si-crea-nulla-si-ditrugge.html#links .

Le recenti modifiche legislative in materia obligano in qualche modo i Comuni, in parte per fare ordine e in parte per fare cassa, a prendere provvedimenti attuativi. Nonostante tutto lasciatemi esprimere i miei timori circa la conduzione della problematica, cosi incerta e complessa. Se è vero, come è vero dagli atti, che solo nel 2006 il comune di Torano Castello rimaneva inadempiente: "A richiesta specifica sul punto, formulata con nota acquisita al protocollo del Comune di Torano Castello in data 25 ottobre 2006 al n°9051 (cfr. all. n° 6 – istanza Comune di Torano Castello), nessuna risposta mi è stata fornita, confermando l’assenza di un inventario degli usi civici da parte degli uffici municipali.", viene da chiedersi quali immani forze abbiano messo in campo per far luce in questo intricato labirinto. Ho la vaga impressione che si stiano usando due pesi e due misure. Ma forse sono solo cattive insinuazioni. ma come diceva il "buon" Andreotti:

A pensar male si fa peccato, ma a volte si indovina.

giovedì 28 febbraio 2008

Inno alle Corna.




Bisignano
Nel quartiere della Giudecca qualcuno ha innalzato un inno ai cornuti, con delle scritte sui muri di sostegno della strada cittadina che collega il rione Santa Croce con il rione della Giudecca.
Nelle scritte inneggianti le corna e i cornuti si legge “ Senza cornuti si vivrebbe male” e “ W i cornuti”, due inni che la dicono lunga. Potrebbe essere lo scherzo di un burlone, di un amante respinto, di qualche donnaiolo focoso oppure di un marito tradito. A voi la soluzione del caso, intanto a Bisignano si inneggia alle corna e ai cornuti.
g.a.u.


sabato 23 febbraio 2008

L'appello del Pr.della Regione Calabria(clik)

E' sicuramente un fatto nuovo per la nostra Calabria che la massima autorità regionale si rivolge ai cittadini per un corato appello; ma 'nu cazz'i regista chhju miegliu non potevano trovarlo? Oltre che all'oratore è venuto il torcicollo pure a me nel seguire il discorso.
BuonaDomenica

venerdì 22 febbraio 2008

A ra Timpa?

Sigilli sulla discarica di Timpa. Un altro colpo messo a segno dal Corpo forestale contro lo scempio ambientale TORANO CASTELLO
Sequestrata discarica nel territorio del comune di Torano Castello, in località denominata “Timpa”, dal Corpo Forestale dello Stato. Una vasta area della zona Timpa, luogo poco distante dal centro abitato della frazione Sartano, ha assaporato ieri mattina i sigilli posti dal Corpo Forestale dello Stato, con l’intento di porre fine agli scempi ambientali ai danni della natura. Zona Timpa di Sartano, circa trent’anni fa fungeva da discarica comunale, oggi l’abitudine di scaricare ancora li rifiuti di ogni genere, ingombranti, inquinanti e pericolosi, non è stata persa da alcuni ignoti che, forse pensano che lì ci sia ancora la discarica, bonifiche a parte effettuate e nonostante i cartelli che ne vietano lo scarico. Località Timpa, dista dall’abitato della frazione Sartano circa duecento metri, una volta era un burrone , poi con interventi mirati si è arrivati a bonificare e spianare la collinetta e ad adibirla negli anni nel luogo, uno spiazzo, dove oggi sorge o sarebbe già dovuta sorgere ed ultimata una sala polifunzionale, struttura iniziata circa dieci anni fa, ma che giace lì in attesa che qualcosa si muova. Intanto qualcosa si muove in zona Timpa e nello spiazzo, chi si muove sono i rifiuti, plastica, inerti, pneumatici, elettrodomestici, eternit, involucri di lumini provenienti dal cimitero e tanta altra mercancanzia, che scende nel vallone sottostante, dove un tempo, non molto lontano, vi era stato costruito un campo di calcio, oggi completamento sparito, divorato dalle piante e dalle erbacce. Un immenso mare di rifiuti si nasconde nel fondo del vallone, celato dalla vegetazione sottostante, ma un altro scempio di rifiuti si mostra sullo spiazzo adiacente la costruzione della sala polifunzionale comunale, con cumuli di detriti, materiale di risulta, plastica, materassi, perfino bitume, ammassati fino a quando la ruspa comunale non bonificherà lo spiazzo buttando tutto giù nel dirupo sottostante. Questa è l’amara situazione della zona Timpa oggi, ma c’è di più, l’attesa. L’attesa del manufatto iniziato circa dieci anni fa, che aspetta di poter veder vedere la luce e rendersi funzionale alla popolazione di Sartano e dell’intero territorio comunale. In circa dieci anni un solo intervento è stato effettuato sullo stabile, la copertura con tegole sintetiche, la messa in posa delle grondaie e i marmi alle finestre, quelli si, giusto per abbellire, il resto è storia vecchia, storia di tutti i giorni. Intanto, gli uomini del comandante provinciale Curcio, nell’operazione di controllo, tutela e prevenzione, hanno aggiunto un altro tassello all’azione di salvaguardia dell’ambiente. Stefano Lidonne.
Tratto da CalabriaOra di Venerdi 22-02-08

Nessuno ha visto, nessuno sapeva.

AMBIENTE: DUE DISCARICHE ABUSIVE SEQUESTRATE NEL COSENTINO (ANSA) - COSENZA, 22 FEB - Due discariche abusive per una superficie di 15 mila metri quadrati sono state sequestrate dal Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato di Cosenza in due distinte operazioni a Torano Castello e Lattarico, dove e' stata denunciata una persona. A Torano Castello, in localita' Timpe, sono stati apposti i sigilli ad un'area di proprieta' comunale nella quale erano stati abbandonati rifiuti speciali, pericolosi e non, tra cui amianto, batterie esauste, elettrodomestici vari, contenitori in plastica, rifiuti provenienti da aree cimiteriali e altro. A Lattarico e' stata sequestrata un'area contenente rifiuti pericolosi e non. La persona proprietaria dell'area e' stata denunciata. Sempre nel cosentino, una costruzione abusiva ricadente nella zona 2 del Parco nazionale della Sila, nel territorio del comune di San Giovanni in Fiore, e' stata sequestrata dagli agenti del Corpo forestale, che hanno denunciato una persona. (ANSA). ATT/MED 22/02/2008 12:21

martedì 19 febbraio 2008

........e noi suoneremo le nostre campane.

.............l’aggressione, la diffamazione, l’odio violento che il sito sartano.blogspot.com mi ha rovesciato addosso. Per l’oltraggio, le infamie che sono state scritte contro di me ho dato mandato al mio legale di presentare subito una denuncia in sede civile e penale e chiedere un congruo risarcimento danni, che quantificherà………………………… Diamo un senso alle parole: Aggressione: Azione violenta di una o più persone nei confronti di altre persone, che può racchiudere gli elementi costitutivi di diverse figure di reato, a seconda del modo e dei mezzi con cui viene esercitata, dell'evento verificatosi o del fine cui è diretta (omicidio, lesioni personali, percosse, violenza privata, rapina, minacce, ecc.): restare vittima di un'aggressione. È termine del linguaggio corrente, non giuridico, usato anche in senso più ampio, per indicare in genere atti compiuti con spirito di aggressività, di sopraffazione. In diritto internazionale, violenza armata di uno stato contro un altro, fatta con forze preponderanti e senza preavviso; accordo con cui due stati s'impegnano a non attaccarsi reciprocamente Attacco o assalto militare contro truppe nemiche. Diffamazione: Il fatto, l'opera di diffamare: ricorrere alla diffamazione per mettere in cattiva luce un avversario. In particolare, sotto l'aspetto giuridico, reato consistente nel recare offesa all'altrui reputazione comunicando a due o più persone, a voce o per iscritto, e fuori della presenza della persona offesa, oppure diffondendo, per mezzo della stampa, notizie di fatti che possano comunque ledere o diminuire la stima morale o intellettuale o professionale che la persona gode nell'ambiente in cui vive: dare querela per diffamazione. Odio: Sentimento di forte e persistente avversione, per cui si desidera il male o la rovina altrui; odio, più genericamente sentimento di profonda ostilità e antipatia, covare odio contro qualcuno, portare odio. InfamiaCondizione di disonore e di pubblico biasimo in cui si trova qualcuno. Dopo avere commesso azioni vergognose: macchiarsi, coprirsi di i., cadere nell’i., bollare d’i., procurare, causare i. a qcn. Dir.rom., particolare diminuzione dell’onore di un cittadino, che implicava l’interdizione alle cariche pubbliche, l’impossibilità di portare testimonianza e sim., applicata in caso di gravi violazioni della legge. Azione o parola infame, che suscita viva indignazione: commettere, dire un’i.; che vergogna, è una vera i.! Calunnia, menzogna Oltraggio: Offesa grave arrecata con parole o atti alla dignità, all’onore, al prestigio di qcn.: fare, recare, subire, ricevere un o., vendicarsi di un o.; o. alla memoria, al buon nome di qcn.; recare o. a una donna, farle violenza, stuprarla. Estens., fig., violazione di una norma, di un principio, di un valore, di un comune modo di pensare, di giudicare, ecc.: o. al buon senso, alla giustizia, alla verità, al pudore Danno, guasto: gli oltraggi del tempo alla bellezza di una donna Superamento dei limiti, eccesso, esagerazione: e cede la memoria a tanto o. (Dante) Mi rivolgo ai pochi o ai tanti che frequentano questo blog, per chiedere se riuscite a trovare uno ed uno soltanto dei vocaboli sopra riportati nell’articolo per il quale il Sig. F.C. ha deciso di sporgere denuncia nei miei confronti. E forse un’infamia o è diffamante riportare quanto lui stesso afferma in un articolo di pubblico dominio? Perché mai dovrei odiare quest’uomo? E oltraggioso esprimere il proprio pensiero, esercitare una critica all’operato di una persona che ricopre incarichi pubblici, per di più fondatore di un movimento chiamato Diritti Civili; pensare-criticare non è parte dei diritti civili? Chi dei due avanza dubbi su scelte altrui è il Sig. F.C. non io, che poi sia in sintonia con l’On. M.T. da quel che leggo sulla stampa locale di oggi direi che sono le uniche voci dissonanti in un coro di unanime consenso. Questo è quanto volevo dire, nulla di più, nulla di meno. Se siete in accordo o in disaccordo basta scriverlo. per vederlo pubblicato non c’è bisogno di autorizzazione, basta aggiungere un commento, sarà sempre gradito.

Ricevo e pubblico

Risposta a aggressione e diffamazione Ai sensi della legge sulla stampa chiedo che venga data pubblicazione sul vostro sito alla presente e comunicato al sottoscritto l’autore o gli autori dello scritto diffamatorio. Mi è stato segnalato ed ho avuto modo di vedere (e scaricare da Internet) solo oggi l’aggressione, la diffamazione, l’odio violento che il sito sartano.blogspot.com mi ha rovesciato addosso. Per l’oltraggio, le infamie che sono state scritte contro di me ho dato mandato al mio legale di presentare subito una denuncia in sede civile e penale e chiedere un congruo risarcimento danni, che quantificherà un Tribunale competente, da devolvere naturalmente in beneficenza. Si prende spunto da una mia corretta critica (oggi avanzata anche da autorevoli personaggi delle Istituzioni, ad iniziare dal vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, on. Mario Tassone) alla candidatura dell’ex prefetto De Sena, che sono stato l’unico a difendere lo scorso anno quando è stato trasferito e rimosso da Reggio Calabria e a proporlo Capo della Polizia (allora questo sito non ha scritto nulla) per sferrarmi una attacco diffamatorio, carico di veleno che non riesco a spiegarmi, o che forse devo spiegare per un rancore personale la cui motivazione comunque mi sfugge visto che non ho mai fatto del male a nessuno anzi da sempre aiuto tanta povera gente. Un’ultima precisazione: sono stato candidato nel 2004 alla Presidenza della Provincia di Cosenza, da solo, al di fuori dei due Poli, con la lista Diritti Civili e i nostri 36 candidati nei collegi provinciali. Abbiamo attenuto il quorum e un consigliere provinciale. Nel 2000 sono stato candidato alla Presidenza della Regione Calabria, con la Lista Diritti Civili, sempre al fuori dei due Poli. Non siamo riusciti ad ottenere il quorum. Alle Politiche del 2001 Diritti Civili ha fatto un’alleanza elettorale con La Lista Bonino. Una battaglia per la difesa dei diritti civili, così come le altre mie candidature, sempre da indipendente e con il nostro simbolo Diritti Civili sui manifesti elettorali. Ho in questi ultimi anni rifiutato candidature in molti grandi partiti, dove sarei stato facilmente eletto. Oggi il direttivo del Movimento Diritti Civili (composto da 20 persone e presieduto dal prof. Giorgio Serra) ha deciso di correre da solo al Senato e di chiedere un apparentamento tecnico. I cittadini( tra i quali anche tanti sartanesi) che da sempre mi onorano, con il voto, della loro fiducia cerco di ripagarli ogni giorno, da oltre 20 anni, con il mio impegno civile, libertario e umanitario, per una giustizia giusta. Respingo al mittente tutte le infamie per le quali, ribadisco, il responsabile di questo sito e l’autore(i) saranno chiamati a risponderne in Tribunale. Franco Corbelli 19 febbraio 2008

lunedì 18 febbraio 2008

Il sospetto del garante.

Corbelli “Candidatura De Sena un errore” 17/02 Il leader di Diritti Civili, Franco Corbelli, candidato dal suo movimento al Senato in Calabria alle elezioni politiche, critica la scelta del Pd di candidare capolista al Senato nella circoscrizione calabrese l'ex prefetto di Reggio Calabria Luigi De Sena. ''Sorprende e inquieta - sostiene Corbelli - la scelta del Pd di candidare in Calabria l'ex super prefetto di Reggio. Stimo molto De Sena, tanto da essere stato l'unico, lo scorso anno, ad averlo proposto quale capo della Polizia quando e' stato, improvvisamente e sorprendentemente trasferito dalla citta' dello Stretto. Ma non posso oggi condividere questa scelta, che suscita forti perplessita' e pone qualche inquietante interrogativo. Perche' il Pd candida De Sena dopo averlo, con il Governo Prodi, immotivatamente trasferito da Reggio, dove era stato mandato dall'ex Ministro degli Interni, Pisanu, subito dopo l'omicidio eccellente politico-mafioso dell'ex vicepresidente del Consiglio Regionale, Francesco Fortugno? Perche' gli e' stato, di fatto, prima impedito di continuare il suo importante lavoro in Calabria, anche e soprattutto con riferimento alle delicate indagini proprio sul caso Fortugno e adesso lo si vorrebbe portare in Parlamento?''. ''La candidatura di De Sena - afferma ancora Corbelli - e' un errore. L'ex superprefetto che diventa uno dei 315 senatori italiani non serve alla Calabria.. La candidatura di De Sena diventa, per queste regioni, un mistero al pari dell'apparentamento concesso dallo stesso Pd (solo) alla lista di Antonio Di Pietro e il tentativo (fallito) di quest'ultimo di arruolare e candidare con la sua Lista di Italia dei Valori alla Camera il pm Luigi De Magistris. Tutti fatti, questi, che inquietano. Per questo chiediamo al Pd di rivedere questa scelta e allo stesso ex prefetto di Reggio di rinunciare alla candidatura per fugare ogni sospetto''.
articolo tratto da: NuovaCosenza
Credo che la decenza ha un limite, ma chi pensa di non avere limiti credo non abbia nemmeno decenza.
Che cosa vuol dire "candidato dal suo movimento"? Il movimento è lui, allora diciamo che si autocandida. E' il suo sport preferito, è una vita che si candida, con la destra, con la sinistra, col centro, fino a quando avrà intenzioni di andare avanti? Fatti suoi, direte Voi. No. Fatti anche nostri dico io. Ci proverà ancora fra un anno o poco più. Ma veniamo alle delirazioni sulla candidatura del prefetto De Sena. Mi chiedo e Vi chiedo, ma la Calabria ha bisogno di uomini in grado di stabilire un minimo di legalità o no? Il record di omicidi, di amministrazioni sciolte per infiltrazioni mafiose, mezzo consiglio regionale inquisito, colletti bianci collusi, frodi alla UE, alla 488, e chi piu ne ha piu ne metta, altro che De Sena. L'ectoplasma invece avanza sospetti sul Pd che ha scelto questo alto funzionario, in pensione, quale candidato al Senato. Se ha dei sospetti vada nella prima procura della Repubblica a riferirli. Anzi mi aspetto che qualche procura lo convochi . Basta cagar sentenze sull'operato altrui, credendo che sia giusto solo quello che fa lui. Spero che i Sartanesi in questa tornata elettorale non sprechino il loro voto. E' solo una speranza lo so, al peggio non c'è mai fine.

domenica 17 febbraio 2008

Segnalazione

Autore: Domenico Cariati
Tale lavoro, allo stato unico manuale della metrologia legale in Italia, dettaglia le procedure tecniche di riferimento per tutte le Aziende che vorranno interessarsi della verificazione periodica degli strumenti metrici, per il tramite delle Camere di Commercio competenti per territorio. Nel volume ampio spazio ha poi dato ai sistemi di certificazione ed alla qualità Aziendale. Sono inoltre riportati i regolamenti di esecuzione per il riconoscimento di idoneità e per l'esecuzione della verificazione periodica degli strumenti metrici. Una sezione comprende anche la conformità metrologica delle apparecchiature, in accordo con la normativa sui laboratori di prova e di taratura.
(Il volume è già in possesso di tutte le camere di commercio d'Italia - comprese quelle della Padania).
Link utili:

sabato 16 febbraio 2008

Nulla si crea, nulla si ditrugge

Torano Castello Terreni livellari. E’ pronto il bando TORANO CASTELLO - I possessori di terreni livellari potranno finalmente diventare pieni e legittimi proprietari. E' quanto ha reso noto alla cittadinanza il sindaco Antonio Iannace attraverso un avviso pubblico affisso su tutto il territorio. L'amministrazione comunale della cittadina toranese, infatti, con la delibera consiliare esecutiva n. 20 del 29 novembre dello scorso anno, ha approvato i criteri per determinare il canonedi fitto relativo ai cosiddetti terreni livellari. Il provvedimento è stato preceduto da una prima ricognizione dei terreni gravati da livello esistenti sul proprio territorio.” La determinazione dei canoni - spiega il sindaco Iannace nell'avviso pubblico – è stato il passo necessario per poter determinare il valore dei terreni e, quindi, una volta stabilito il valore, poter chiedere all'amministrazione comunale l'affrancazione degli stessi, diventando così finalmente pieni e legittimi proprietari”. Il primo cittadino sottolinea altresì che l'esecutivo municipale “in questo modo ha voluto dare anche la possibilità di sanare numerose situazioni non chiare, concedendo la definitiva e piena proprietà del terreno finora detenuto”. Il Comune, infatti, ha già notificato le richieste di pagamento del canone livellario a diversi cittadini con il recupero del canone inerente agli ultimi cinque anni che è stato determinato sulla base delle tabelle dei valori agricoli medi stabiliti per la Regione Agraria di competenza, pari a 7344,00 euro per ettaro. La questione dei livelli, in ogni modo, è stata sollevata negli ultimi tempi in molti Comuni e sta suscitando ovunque perplessità e malcontento tra i diretti interessati. Alcuni cittadini, pare, sarebbero intenzionati a proporre ricorso. A tal riguardo e per ogni ulteriore chiarimento relativo ai canoni ed all'affrancazione stessa il sindaco invita a rivolgersi presso gli uffici comunali, al geometra Carmine Russo. R.G Tratto dal QuotidianodellaCalabria di sabato 16 febbraio °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Per avere una vaga idea dell’oggetto dell’Ordinanza che sarà promulgata vi riporto qui sotto un piccolo saggio storico a mio avviso esauriente di come sono andate le cose anche nel nostro beneamato comune e forse anche di quei terreni che il prossimo 8 aprile andranno all’asta. Ma prima sempre in riferimento a questi terreni è bene che riporti anche due cosette interessanti, estratti dalla perizia allegata agli atti della vendita all’asta.
3.12 rilevi l’esistenza di diritti demaniali (di superficie o servitù pubbliche) o usi civici evidenziando gli eventuali oneri di affrancazione o riscatto; Nonostante la richiesta specifica sul punto, formulata con nota acquisita al protocollo del Comune di Torano Castello in data 25 ottobre 2006 al n°9051 (cfr. all. n° 6 – istanza Comune di Torano Castello), nessuna risposta mi è stata fornita, confermando l’assenza di un inventario degli usi civici da parte degli uffici municipali. Sull’intera zona grava tuttavia un vincolo archeologico. Risulta inoltre presente la condotta dell’acquedotto dell’Abatemarco. 3.13 verifichi la regolarità edilizia ed urbanistica dei beni, accertando la conformità fra opera realizzata ed opera licenziata (con indicazione degli estremi della concessione edilizia) e previa acquisizione del certificato di abitabilità- agibilità; in caso di costruzione realizzata o modificata in violazione della normativa urbanistico-edilizia, descriva dettagliatamente la tipologia degli abusi riscontrati e dica se l’illecito sia stato sanato o sia sanabile in base al combinato disposto dagli artt.46, comma 5° dl D.P.R. 6 giugno 2001, n.380 e 40, comma 6° della L.28 febbraio 1985 n.47, indicando in maniera dettagliata i costi da sostenersi a tal fine; Dal certificato di destinazione urbanistica del responsabile del servizio tecnico del Comune di Torano Castello, ing. Carmela Garofalo, rilasciato il 13 febbraio 2007 (cfr. all. n°7 - certificato di destinazione urbanistica Comune di Torano Castello) , il terreno ricade in Zona E “Agricola”, per come stabilito dal vigente P.di F. Riguardo agli otto capannoni presenti, essi risultano edificati in virtù di concessione edilizia n°43 del 3 agosto 1983 “per la costruzione di n°8 capannoni agricoli per allevamento polli da carnestrutture metalliche” (cfr. all. n°4 – copia autorizzazioni capannoni). La scarna documentazione tecnica reperita presso l’ufficio tecnico comunale di Torano Castello non consente di spingersi in valutazioni di difformità urbanistiche od edilizie. Il tentativo di reperire altrove documentazione tecnica inerente il progetto dei capannoni non ha avuto buon fine (cfr. all. n°9 – risposta ex Genio Civile di Cosenza). Tuttavia risulta presente una autorizzazione di uso e di agibilità di due degli otto capannoni, ma non individuabili per l’assenza della relativa planimetria citata nel provvedimento, oltre a successive richieste di agibilità, nonchè l’autorizzazione al cambio di destinazione d’uso da agricolo a deposito (cfr. all. n°4 – copia autorizzazioni capannoni).
Vi chiedo: comprereste sia pure una macchina usata a queste condizioni?
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° L’articolo ANTICHI CONTRATTI DI ENFITEUSI NEL TERRITORIO DI SAREZZO Le forme di contratto più diffuse nel XV e XVI secolo erano il livello e l'enfiteusi. Il livello era una formula di piccolo affitto di lunga durata concesso a coltivatori. L'enfiteusi era una formula di grande affitto concessa perlopiù a dei conduttori (che facevano a loro volta coltivare la terra ad altri): si trattava della cessione temporanea dell'utilizzo della terra la cui proprietà rimaneva al concedente e questo "dominio" era simboleggiato dal "pagamento di una ricognizione annua di esiguo valore venale". Il contratto di enfiteusi da parte del Comune si diffuse a Sarezzo solo dopo il 1850 per due ragioni essenziali legate alla grande alluvione del 14 agosto 1850: 1. l’Amministrazione Comunale doveva sopportare i notevoli oneri della ricostruzione del paese ed i proventi dei livellari furono un’ulteriore utile contribuzione; 2. l’istituto dell’enfiteusi si prestava a favorire le opere di miglioramento fondiario, necessario dopo la terribile alluvione. I livellari, che chiesero ed ottennero le maggiori terre da coltivare o da tagliare nel Comune di Sarezzo tra il 1855 ed il 1861, furono: Guizzi Giuseppe di Sarezzo (14/10/1858), Fantinelli Giacomo di Sarezzo (27/7/1861), Sedaboni Nicolò di Gardone V.T. (7/10/1859), Lucchini Luca di Sarezzo (13/8/1858), Calini Andrea di Collebeato (30/10/1861), Belleri Prospero di Sarezzo (7/9/1855), Brehm Rodolfo di Sarezzo (14/2/1860), Montini Carlo e Lodovico di Concesio (17/7/1861), Mutti Angelo di Gardone V.T. (5/3/1855) Fantinelli Raffaele di Sarezzo (7/9/1858) che conduceva anche una calchera in Sarezzo. Molti boschi e terreni oggetto dell'affitto hanno mantenuto inalterato il loro nome ed è facile anche oggi identificare le aree di cui si parlava in documenti del Catasto napoleonico del 1820, o in quello austriaco del 1840 periodo nel quale il Comune assegnò i livelli: Costa Brede (nel 1820 il proprietario era la comunità di Sarezzo e con il catasto austriaco il 14/2/1860 Di Brehm Rodolfo diventa livellario al Comune di Sarezzo); i monti della Pendezza (nel 1820 il proprietario era la comunità di Sarezzo e con il catasto austriaco Guizzi Giuseppe, Omodei Carlo, Brioni Giuseppe ed Andrea, Sedaboni Nicolò, Antonini Giuseppe e Beccalossi Francesco in quote frazionate diventano livellari al Comune di Sarezzo); Boi, Closa, Valvenera (bosco ceduo, nel 1820 il proprietario era la comunità di Sarezzo e con il catasto austriaco Di Brehm Rodolfo diventa livellario al Comune di Sarezzo); i monti della Grina (nel 1820 il proprietario era la comunità di Sarezzo e con il catasto austriaco Sedaboni Nicolò diventa livellario al Comune di Sarezzo) il Monte S. Emiliano (nel 1820 il proprietario era la comunità di Sarezzo e con il catasto austriaco Fantinelli Raffaele, Calini Andrea, Fantinelli Maffeo, Muffolini Girolamo, diventano livellari al Comune di Sarezzo); il Pavere e tutto il bosco posto al confine con i comuni di Marcheno e Gardone V.T. (nel 1820 il proprietario era la Comunità di Sarezzo e con il catasto austriaco Belleri Prospero, Bertarini sac. Bonaventura e Fantinelli Raffaele diventano livellari al Comune di Sarezzo); parte del territorio di Cagnaghe (nel 1820 il proprietario era la comunità di Sarezzo e con il catasto austriaco Fantinelli Raffaele diventa livellario al Comune di Sarezzo); i monti della località Morine (nel 1820 il proprietario era la comunità di Sarezzo e con il catasto austriaco Lucchini Luca diventa livellario al Comune di Sarezzo); via Antonini - lato sinistro (nel 1820 il proprietario era la comunità di Sarezzo e con il catasto austriaco il 14/2/1860 Di Brehm Rodolfo diventa livellario al Comune di Sarezzo); i terreni pianeggianti della Grina (nel 1820 il proprietario era la comunità di Sarezzo e con il catasto austriaco il 5/3/1855 Mutti Angelo diventa livellario al Comune di Sarezzo). I contratti erano di "livello", la lunga durata era indispensabile per le opere di miglioria e questo spiega in parte il distendersi nel tempo dei contratti che erano stipulati per un periodo di 29 anni rinnovabili (questo dato ci indica come la lunga durata costituisse un elemento caratteristico del contratto). La maggior parte dei contratti era strutturata nella forma della "petizione" cioè una richiesta che il fruttuario faceva al proprietario del terreno (Sindaco di Sarezzo) per ottenere in affitto il terreno stesso e la successiva concessione di quanto richiesto; venivano altresì specificate le clausole che avrebbero regolato l'affitto, gli obblighi, il canone. Tali atti avvenivano davanti ad un notaio, alla presenza di alcuni testimoni, sempre indicati al fondo dei contratti. Nel 1860 il Regno d’Italia con Vittorio Emanuele II Padre della Patria ha grandi piani, ma ha pure bisogno di soldi. Viene inventato, per così dire, il prestito al Regno, con iscrizione nel Gran Libro del Debito Pubblico al 5% (gli attuali BOT), ma certamente non basta. Nel 1864 venne promulgata una legge, la n. 1636 del 24 gennaio, con due precisi scopi: recuperare finanze ed incominciare a togliere alla "Chiesa e dintorni" i beni che si trovavano oramai nel territorio del Regno. Questa legge sull’affrancamento dei canoni enfiteutici prevedeva che "i beni immobili... che siano gravati da canoni enfiteutici... potranno essere liberati dall’annua prestazione [il pagamento del canone] mediante cessione a favore del Demanio o dell’Ente creditore... di un’annua rendita iscritta sul Gran Libro del Debito Pubblico al 5% eguale all’ammontare dell’annua prestazione.” e poi ancora, ancora ecc. ecc. 22 articoli di legge e 22 articoli del successivo Regio Decreto con le disposizioni regolamentarie per l’attuazione. In pratica voleva assicurare che chi aveva dei beni in enfiteusi poteva diventare proprietario del fondo "d’ufficio", anche senza il consenso del Direttario (il vero proprietario) semplicemente intestando a suo nome delle cartelle del Debito Pubblico al 5% pari al valore del canone di un anno più qualche altro spicciolo. Tanto, si diceva, quei beni erano quasi tutti del demanio, di pochi latifondisti, e soprattutto della Chiesa, o di entità comunque soggette al controllo Ecclesiastico, mentre i soldi andavano nelle casse del Regno che non aveva tenuto conto dell’autonomia delle Amministrazioni locali che in questo modo venivano penalizzate. Ed anche a Sarezzo l’affrancazione venne utilizzata da molti livellari che acquisirono in questo modo notevoli appezzamenti di bosco e terreni, che nel catasto moderno furono poi volturati a loro nome, accrescendo notevolmente a Sarezzo il loro già imponente patrimonio fondiario. L’affrancazione ebbe comunque un esito positivo anche per l’Amministrazione Comunale alle prese con i notevoli debiti legati alla ricostruzione del dopo alluvione. In pratica su un totale di superficie di P. 855,52 solo una superficie di P. 192,99 rimase al Comune e di una rendita complessiva di £. 565,76 annue ben £. 399,41 annue furono affrancate. Così nel bilancio comunale del 1887 la quota annua relativa ai canoni dei boschi per enfiteusi è iscritta per l’importo di £. 1.843,22 sul totale complessivo delle entrate di £. 21.944 e riguardava i boschi non ancora affrancati (Bosco Sella, Cerri, Tesola, Casole e Supeler, Nigolina, Grummi lunghi, Closa, Gerre, Pendezza, Poffa d’asino, Dosso Cavallo, Vandeno, Val di Portegno e Pozzo Perlino, Valgobbia) mentre nel bilancio del 1913 la quota si era già ridotta a £. 1.348,30. Si susseguirono altri provvedimenti destinati a sistemare in via definitiva la materia degli usi civici senza riuscirci. L'ultimo fu quello del 16 giugno 1927, n. 1766, una legge che ebbe un lungo periodo di gestazione e la cui stesura fu affidata a giuristi di grande levatura. In essa furono previsti istituti come l'inventario delle terre civiche, l'affrancazione, la legittimazione degli occupatori abusivi. E l’affrancamento dei boschi e dei terreni proseguì anche a Sarezzo tanto che nel bilancio comunale del 1935 i livelli consentirono all’Amministrazione un modesto introito di £. 857,20 e furono riscossi solo fino al 1944 quando furono definitivamente eliminati con un’entrata una-tantum di £. 5.123,20. Nel moderno ordinamento del dopoguerra i livelli enfiteutici costituiscono nient'altro che resti di retaggi feudali, avendo perso ormai da tempo la loro vitalità (ed utilità sociale) e rimangono a testimoniare un passato in cui il contadino era un servo della gleba ed il giurista colui che si affannava a mettere ordine in un sistema giuridico senza logica. Osvaldo Guerini

martedì 12 febbraio 2008

RincaraTutto

................succcede anche questo.
Torna la mostra della Callas e dopo 6 anni costa il 2.200% in più.
Signora mia, tutto costa tanto. A Reggio Calabria la velocità di moltiplicazione dell'euro, cioè la quantità di monete che servono per fare un nonnulla, è decisamente superiore alla più nefasta delle previsioni possibili. Il comune, governato da Giuseppe Scopelliti, un giovane e aitante sindaco di Alleanza Nazionale che il Sole 24 Ore nella sua annuale classifica dei politici del fare colloca al terzo posto assoluto, ha dovuto spendere 330 mila euro per aggiudicarsi la riproposizione di una mostra su Maria Callas che sei anni fa incantò i concittadini. Scopelliti ha chiesto e ottenuto che tutto fosse esattamente ripetuto, rivisto, riscoperto. Vestiti, filmati, gioielli, foto della divina che i reggini oramai amano alla follia. Quel che separa il 2002, anno delle foto della prima Callas, al 2008, anno delle foto della seconda Callas, è solo l'assegno richiesto per metterle in mostra. Il centrosinistra, che governava sei anni fa, si aggiudicò la mostra per soli 15 mila euro. Al centrodestra hanno invece presentato un conto stratosferico: 330mila, un 2200% di maggiorazione. Polemiche a non finire, richieste a non finire. Ma è possibile che a Reggio Calabria tutto costi sempre così caro? I vecchi amministratori hanno subito gridato allo scandalo: "Scandaloso!", ha detto l'assessore del tempo Demetrio Naccari. "Intervenga Mister Prezzi", ha aggiunto la collega Seby Romeo. "No, intervenga la Procura", ha rettificato un terzo, Frank Benedetto. A Marco Minniti, segretario del Partito democratico, tutto è infine parso molto "inquietante". E invece il conto è stato presto fatto. Scopelliti l'ha reso pubblico e ha diradato la nebbia fitta, ha cancellato con un tratto di penna l'appellativo di sindaco più sprecone d'Italia che la città gli stava ingiustamente affibiando. E dunque. La mostra della Callas del 2008, divina come quella del 2002, è stata infiocchettata come meglio non si sarebbe potuto fare. Innanzitutto - ha refertato il cronista del Quotidiano di Calabria - c'è voluta una sapiente e accurata progettazione architettonica della location che ha ospitato vestiti e gioielli, sorrisi e incanti della voce più famosa del mondo. 130mila euro sono volati via così: progettazione e realizzazione delle strutture tecnologiche. E anche la stampa degli inviti (16mila euro) è stata curata per far divenire l'evento indimenticabile. Diecimila euro per far partire gli sms ai cittadini, allertare i giornalisti, comunicare via web, tv e stampa scritta. Fuochi d'artificio di inchiostro. Ovunque. E 52mila 800 euro per la pubblicità istituzionale, i pannelli, i teli (montaggio e smontaggio). E 50mila euro per la vigilanza armata, diurna e notturna. E 1200 euro per una conferenza stampa di presentazione. E 12mila euro per l'info-point. Reggio Calabria avrà anche i suoi problemi. Avrà forse le fogne bucate, l'acqua a singhiozzo, i muri scrostati, le strade a gruviera, però quando deve fare bella figura non bada a spese. A Roma si dice: quanno ce vo', ce vo'.

domenica 10 febbraio 2008

CompratoriCercasi





Vi invito a sfrugugliare in queste pagine, per chi ha voglia di leggere e capire o per sola curiosità. Avrete modo di capire quali siano stati i rapporti della famiglia e le varie amministrazioni comunali, con la Banca primaria in Calabria, nell'arco di quasi trenta anni. Le perizie tecniche, per quello che possono dire, dicono abbastanza. La storia della famiglia, dei beni in Sartano e dintorni, di come ne sono divenuti proprietari è ancora tutta da scrivere.

sabato 9 febbraio 2008

VillaRosa
















La Villa dello sperpero
Torano Castello
Villa Rosa, la villa dei misteri, continua a divorare soldi, attraverso mutui accesi a gogò, senza essere mai ultimata e utilizzata. Nata come ospizio nei primi anni settanta, più volte modificata nel corso dell’ultimo quarto di secolo appena trascorso, la struttura ancora non è ultimata.
Intanto per tale cattedrale nel deserto, dal fatidico giorno in cui fu acquistato il terreno, da privati cittadini, ad oggi le casse comunali hanno sborsato la modica cifra di 1.600.000,00 euro circa, cifra ancora in crescita, di fondi senza rendersi conto che Villa Rosa è diventata un pozzo senza fondo. Ubicata su una collina, che domina la vallata sottostante, l’opera nasce come ospizio, negli anni settanta, dopo che l’amministrazione comunale di allora acquistò il terreno per 250 milioni di vecchie lire, cifra liquidata ai proprietari solo nel 1999. Partono i lavori è la struttura nel giro di alcuni anni viene completata. Costo complessivo tra terreno e materiali per mettere in piedi la fabbrica 750 milioni di vecchie lire.
La cittadina aspettava l’apertura dell’ospizio o casa di riposo che dir si voglia, ma non se ne fece nulla. Per anni la struttura rimase abbandonata a se stessa, con le immaginabili conseguenza per lo stabile. Diverse ipotesi di destinazione furono ipotizzate sul tipo di collocazione da dare al fabbricato, perché nel corso degli anni le normativa in merito a questo tipo di strutture cambiavano, vedi l’abbattimento delle barriere architettoniche, vedi le rampe di entrata e di uscita, vedi l’installazione di ascensori e via dicendo.
Cambiarono le compagini amministrative e per decenni la struttura fu dimenticata, quando nel 1998, l’amministrazione comunale in carica decise di ristrutturare il complesso per destinarlo a struttura socio-sanitaria, sull’esperienza di Villa Torano, che operava già da alcuni anni sul territorio comunale, in qualità di residenza sanitaria assistenziale. Dal 1998 ad oggi tra vari interventi di ristrutturazione, forniture, adeguamenti alle normative di legge, e ad altri lavori eseguiti, il comune di Torano Castello, ha sborsato la cifra di circa 1.220.000,00 euro per completare i lavori di ristrutturazione. Anche in questo caso quando tutto sembrava pronto per aprire i battenti della struttura socio-sanitaria, qualcosa non ha funzionato, perché nel frattempo di nuovo la normativa in merito alle strutture socio-sanitarie era di nuovo cambiata. Intanto, nel lasso di tempo intercorso tra i lavori finiti e l’entrata in vigore della nuova normativa, il comune aveva già preso un accordo di massima con una società privata per la gestione della struttura, firmando due contratti. Nella struttura furono portati gli arredamenti e quant’altro servisse a dare inizio alla fornitura dei servizi riabilitativi da parte della società, ma anche in questo caso qualcosa non andò per il verso giusto. La società dopo pochissimo tempo, visto che l’amministrazione non apportava le modifiche necessarie, per come prescritto dalla legge, lascia lo stabile riportandosi indietro tutto.
Passa il tempo, e arriviamo al 2003/04, la struttura dopo gli ennesimi lavori di ristrutturazione, vede crescere anche la spesa, vedi la messa in opera di una vasca terapeutica per una spesa di circa quarantamila euro, o la fornitura di profilati per un valore di 60 mila euro, e tutto il resto per arrivare a spendere su una struttura, ancora oggi, inutilizzata circa un milione e seicentomila euro, che stanno gravando sulle tasche dei cittadini toranesi.
L’ultimo mutuo in ordine cronologico e del 14 dicembre 2004 con l’attuale amministrazione per un importo 65 mila euro per, guarda caso, ristrutturazione del complesso socio-sanitario Villa Rosa. Per tutta questa vicenda consiglieri di maggioranza e parte della minoranza hanno inviato gli atti riguardanti Villa Rosa all’esame della Corte dei Conti.
La struttura oggi versa in pessime condizioni, abbandonata a se stessa, vedi i muri intrisi di acqua, le grondaie che scaricano sui muri, infissi mancanti, impianto elettrico rifatto più volte, vetri mai messi in posa, erbacce che hanno invaso il fabbricato, fatti avvalorati da una deliberazione consiliare, che all’interno recita il contenuto di un verbale del 2/2/2005 in che stato si trova la struttura :” danni alla struttura dovuti all’infiltrazione dell’acqua dalla copertura e dal alcuni infissi mancanti, e che a causa del maltempo tali danni si sono aggravati e che risulta necessario provvedere d’urgenza all’esecuzione dei lavori di rifacimento manto copertura ed infissi”. I guai sembrano non finire, sembra che, la società che doveva gestire la struttura sia ricorsa in giudizio reclamando il risarcimento dei danni al comune per la mancata consegna della struttura, per come si evince giusto contratto n. 22 del 21/06/1999, successivamente modificato con un altro contratto n.6 del 17/04/2002 firmati dalla precedente amministrazione comunale.
Villa Rosa, o villa dei misteri o pozzo senza fondo, aspetta che venga divorata dall’incuria e dall’abbandono e se non è sperpero di denaro pubblico questo, diteci voi cos’è.
Gildo Anthony Urlandini
Articolo tratto da "CalabriaOra" del 08.02.08

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In ogni cosa è salutare, di tanto in tanto, mettere un punto interrogativo a ciò che a lungo si era dato per scontato.
(Bertrand Russell)

E chi l'avrebbe mai immaginato che uomini savi, amministratori accorti, politici lungimiranti avessero potuto concepire quanto si legge nell'articolo sopra riportato!!!!! Allora, ogni tanto mettiamo un punto di domanda, non fosse altro per il fatto che in vista di una possibile caduta dell'Amministrazione attuale (speriamo al più presto), o fra poco più di un anno gli stessi autori dello scempio VillaRosa si rimetteranno in corsa magari con la promessa di finire l'opera. B A S T A













martedì 5 febbraio 2008

Che strano paese è il nostro.

Torano Castello Prosciolto perché il fatto non sussiste, Antonio Iannace, sindaco di Torano Castello, indagato per una questione legata al mancato rinnovo di un contratto per la gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani e a mancati pagamenti alla ditta che ha offerto il servizio, viene prosciolto, dal gup Livio Cristofano, dal capo di imputazione ascrittogli. E mentre il sindaco, difeso dall’avvocato Nicola Carratelli, viene prosciolto dall’accusa, la responsabile dell’ufficio tecnico, Cinzia Garofalo, coinvolta insieme al sindaco, formalmente viene rinviata a giudizio dal Gup, Livio Cristofano, per accertare eventuali responsabilità specifiche nella vicenda. La richiesta di rinvio a giudizio era stata formulata, nell’autunno scorso, dal pubblico ministero, Antonio Cestone, nei confronti del sindaco di Torano Castello, Antonio Iannace, e della responsabile dell’ufficio tecnico, Cinzia Garofalo, per i reati previsti dall’articolo 323 del codice penale, in riferimento al sindaco, e per i reati previsti dagli articoli 61, 81, 323 e 479 del codice penale per la responsabile dell’ufficio tecnico. Il motivo del contendere era sorto tra la “Servizi Ambiente srl” e l’amministrazione comunale, per il mancato rinnovo alla ditta, del contratto di appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Mancato rinnovo che determinava la “Servizi Ambiente srl” a ricorrere alla carta bollata, dopo che l’ente comunale aveva stipulato un nuovo contratto con la Vallecrati Spa per l’espletamento del servizio, servizio che costerà 25 mila euro in più alle casse del comune. Scattano le denunce, fioccano le querele e le richieste di risarcimento danni presentate dalla Servizi Ambienti, mentre il comune di Torano Castello si costituisce parte civile. La storia finisce sotto la lente di ingrandimento dell’autorità giudiziaria. Una informativa dettagliata sul materiale raccolto finisce sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica Antonio Cestone titolare dell’inchiesta, che in base agli atti chiede il rinvio a giudizio del sindaco Iannace e della responsabile Garofalo. Ieri mattina l’udienza preliminare davanti al gup Livio Cristofano, che proscioglie il sindaco Iannace perché i fatti ascrittigli non sussistono, mentre formalmente rinvia a giudizio la responsabile dell’ufficio tecnico comunale Garofalo per accertare eventuali responsabilità specifiche in merito alla vicenda. Gildo Anthony Urlandini.
Articolo tratto da "CalabriaOra" 05-02-08
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Art. 323 - Abuso d'ufficio
Art. 479 - Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici
Art. 81 - Concorso formale. Reato continuato
Art. 61 - Circostanze aggravanti comuni
Alla luce dei fatti conosciuti a noi comuni cittadini, non in merito a questa vicenda, ma alla manfrina messa in atto per farsi aumentare lo stipendio, al concorso a partecipazione unica, ci aspetteremmo che il Sindaco faccesse a meno della responsabile dell'UTC, o che la stessa rassegnasse le dimissioni. Questo succederebbe in un paese normale, ma siccome un paese normale non lo siamo, succederà che non succederà assolutissimamente-niente, perchè questa è la (loro) normalità.
Così e stato e così sarà.
Buon Martedì grasso.

domenica 3 febbraio 2008

Il proverbio del mese

Frivaru curciu e amaru,
'nchjova ri viecchji a ru fuocularu.
Quest'anno e bisestile, quindi un giorno in più. Strano conteggio, mettiamo che uno nasca il 29 febbraio del 2008 e come si suol dire "vò campa cient'anni" muore il 29 febbario del 2108 non è vero che avrà vissuto cento anni, ma 26 giorni in più, togliamo pure il giorno della nascita e della morte, ne rimangono 24 di giorni. Ma chi se ne frega, starete pensando, se uno campa cent'anni 24 giorni sono una inezia. Pensiamo a tutto quello che si potrebbe fare in ventiquattro giorni, a quello che abbiamo fatto negli ultimi 24 giorni o a quello che faremo nei prossimi 24 giorni: Vi sembrano ancora una inezia?
Buona Settimana

sabato 2 febbraio 2008

Scusateilritardo

Chiaramente si riferisce all'ultima nevicata a Sartano, se qualcuno ne avesse altre le aggiungo.

Profumo di fico

-Voglio un regalo- =Che specie di regalo?= -Bello. Un regalo bello.Non i soliti fiori- Va buòh, mo vidimi cchi truovu ppi dumaniasira, ho pensato fra me e me. Il giorno dopo (14febbraio) ore 17.30, dopo affannosa ricerca per un parcheggio, mi infilo in un negozio, attratto dal solo fatto che non sapevo cosa vendessero. Chiedo alla giovane commessa di poter curiosare; oggetti strani, ma con un certo gusto, lo sguardo si va a posare su un oggetto,la commessa ancor prima che io formulassi la domanda mi propone: Che ne direbbe di una borsa per l’acqua calda, di colore rosso, a forma di cuore? Perchè no’, le rispondo. Vuole che le faccia una confezione regalo? Certamente, è il regalo di San Valentino per mia moglie. Intanto che la commessa mi prepara la confezione, ed aver pagato il prezzo equivalente di almeno 10 borse per l’acqua calda che si possono reperire in qualsiasi farmacia, mi perdo in un locale a fianco, dove,allineati con cura, sopra delle belle mensole di legno, fanno bella mostra una miriade di profumi per uomo. Non mi sembrava vero, saranno stati forse un centinaio, accanto alle marche più blasonate, ne noto una inglese, mai vista ne sentita. Comincio a leggere i nomi delle varie fragranze: vetiver(il mio preferito), muschio, sandalo, etc, etc, etc,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,, fico: si avete letto bene fico; intanto la commessa, solerte a dire il vero, era gia da un po’ alle mie spalle pronta a delucidarmi su eventuali domande. Sicuramente ha notato la mia espressione fra l’interdetto e il rincoglionito e mi chiede: lo vuole provare? Certo che si! Una spruzzatina, dopo un momento annuso: meraviglia delle meraviglie. Per uno come me, che gode di pessima memoria, ma ha una memoria molto ricca nel gusto ed ancor di piu’ nell’olfatto, piu questi sono lontani nel tempo meglio riesco a sentirli ed a viverli, sentire quel profumo e mangiarlo e stato un tutt’uno. La sensazione è stata di annusare-gustare contemporaneamente, il profumo è di fico selvatico, “caprifico”, ma se pensate al profumo delle foglie, al lattice, al frutto acerbo, ai rami secchi bruciati, alla dispensa dove si consevavano i fichi secchi, potete solo vagamente averne un’idea; sono riuscito ad associare anche la qualità di fico piu’ vicina a quel profumo: “citrulara”. L’unica nota stonata il prezzo: 80 euro. Ma chi se ne frega l’ho comprato lo stesso, sono certo che non lo mettero’ mai, lo sniffero’ sicuramente. 14 febbraio 2005

venerdì 1 febbraio 2008

EraOra

L’Ordine:
«Percepisce una pensione mensile di 1.200 euro. Basta strumentalizzazioni» «Padre Fedele non è povero» La replica dei Cappuccini dopo la protesta dinanzi all’Oasi «PADRE FEDELE Bisceglia non è abbandonato e povero ». È quanto afferma, in una nota, la Curia generale dei Frati Cappuccini in relazione alla protesta attuata nei giorni scorsi dal sacerdote davanti all'Oasi francescani di Cosenza, alla quale aveva chiesto un pasto sostenendo di non avere il denaro per mangiare. Ai Cappuccini le ultime uscite di Padre Fedele, che, ricordiamo, è stato espulso dall'Ordine dei frati minori in seguito all'inchiesta giudiziaria in cui è accusato di violenza sessuale ai danni di una suora, evidentemente non sono piaciute. Per queste ragioni affidano ad una nota stampa una lunga serie di puntualizzazioni. La prima punta a smentire lo status di “povero” di Padre Fedele, che martedì scorso aveva invocato un pasto caldo alla mensa dell’Oasi. «In realtà - sostiene la Curia generale - padre Fedele dispone di una pensione mensile di 1.200 euro, con il relativo accumulo maturato dal 2006 ad oggi. Tutte le misure adottate nei suoi confronti sono “misure cautelari” assunte a sua tutela, compreso il divieto di avere contatti con l'Oasi Francescana». Alcune precisazioni l’Or - dine dei Cappuccini le fa anche rispetto alla stessa struttura. «Benché l'Oasi francescana sia stata fondata da padre Fedele scrivono la struttura è un'istituzione della Provincia dell'Ordine dei frati Minori Cappuccini di Cosenza e quindi un'istituzione dello stesso Ordine Cappuccino, che ne è il garante e il responsabile. L'Oasi Francescana, in ogni caso, non è di proprietà di padre Fedele». «L'insistenza su padre Fedele “esiliato” a suo tempo in Corsica - sostiene ancora la Curia generale dei frati cappuccini - è senza alcun fondamento. Padre Fedele era stato assegnato al convento di Cagliari dal Ministro Generale del tempo. Solo l'insistenza dello stesso padre Fedele di trovarsi in un convento “ancora più ritirato ed isolato” portò successivamente alla sua assegnazione al Convegno di Bastia in Corsica». «Anche la dimora di padre Fedele in un convento dell'Umbria - afferma ancora la Curia generale è stata scelta a seguito della sua richiesta di avere “un particolare sostegno psicologico e spirituale”. Per tale ragione si scelse una apposita Istituzione in Umbria». «Ritieniamo – conclude la nota - che sia proprio il caso di non insistere con insinuazioni prive di ogni fondamento e strumentali, le quali peraltro sono nocive, sotto tutti gli aspetti, allo stesso padre Fedele».
Articolo tratto da: "Il Quotidiano della Calabria" di venerdi 1 febbraio 2008
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Era ora che chi ha voce in capitolo per dire le cose come realmente stanno dicesse la sua. I Cappuccini non potevano rimanere in silenzio di fronte a questi gesti plateali di un ex "monachieddru" , e se posso sottolineare non le hanno mandate a dire a chi continuava a predicare l'esilio forzato del frate ad opera degli stessi Cappuccini.
Nell'ultimo post:
http://sartano.blogspot.com/2008/01/tirituppiti-e-lariul-clik.html#links suggerivo che qualche comunità si adoperasse per intervenire nei confronti del'ex frate, dopo questa presa di posizione ne sono ancora piu convinto, ci troviamo di fronte ad una persona con disturbi aiutatelo a ritrovare se stesso.