sabato 29 dicembre 2007
Bastasse un garante
lunedì 24 dicembre 2007
Auguri
sabato 22 dicembre 2007
I pittuli
giovedì 20 dicembre 2007
SartanoNews
lunedì 17 dicembre 2007
La nevicata del 56..................................
sabato 1 dicembre 2007
Udite, udite
lunedì 26 novembre 2007
Me lo hanno segnalato
domenica 25 novembre 2007
Genealogia
sabato 17 novembre 2007
Fatti&Rifatti
Presentata la biografia del fondatore.
Poco prima dell'imminente quotazione in Borsa della sua azienda, Franco Polti si racconta. E lo fa con un libro, presentato ieri sera all'hotel Four Season di Milano: 'Franco Polti: My Challenge. Una storia vera con le parole di Alberto Neri'.«Mia figlia Francesca vuole portare avanti quello che il padre, ossia io, ha creato. E questo mi riempie di orgoglio e soddisfazione - spiega Polti - Quotarsi in Borsa è un passo importante, significa poter gestire nuove risorse da investire sia nei prodotti sia nelle strutture commerciali».Nel libro si parla di 'challenge', sfida. Come mai' «Tutta la mia vita è stata una sfida - prosegue Polti - sofferta e travagliata. Arrivo da un paesino calabrese ai piedi della Sila, dove per andare a scuola bisognava prendere un treno a vapore alle 5 di mattina. Una sfida continua, da quando sono nato a quando poi sono diventato imprenditore e ho inventato la 'Vaporella'. Voglio pubblicare il mio libro anche in inglese perché credo che agli americani interessino i racconti dei 'self made man'».E Franco Polti è proprio il paradigma dell'imprenditore nato dal nulla. Nel 1978 ha l'intuizione della prima 'Vaporella', sei anni dopo costituisce la 'Polti Spa' e il primo stabilimento a Olgiate Comasco. Oggi, il gruppo Polti ha sede a Bulgarograsso e filiali in Spagna, Francia, Portogallo, Messico e Asia. Fattura 120 milioni di euro all'anno, è presente in 30 nazioni e vende 1,6 milioni di pezzi all'anno.
Articolo tratto dal: CorrierediComo del 17 novembre 2007
venerdì 16 novembre 2007
Le belle notizie
Nasce nel piccolo paesino di Sartano, frazione di Torano Castello, in una famiglia dedita al lavoro, onesta e dignitosa. Sin da piccolo, cresciutosi nelle vie polverose della cittadina, ha coltivato la passione per la musica, oltre alla passione per la natura, entrando a far parte negli anni “60 nel Gruppo Scout del Sartano I°, dimostrandosi una persona sempre altruista ed equilibrata. Conseguito il diploma, intraprende gli studi universitari presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Genova, laureandosi nel 1983, specializzandosi prima in Urologia nella stessa sede e subito dopo in Andrologia presso l’Università di Pisa.
Aldo Franco De Rose, da sempre svolge la sua attività clinica, nella Clinica Urologica di Genova, prima sotto la direzione del prof. Luciani Giuliani ed attualmente quella del prof. Giorgio Carmignani, da anni si dedica alla ricerca Uro-Andrologica. La sua partecipazione a numerosi congressi nazionale ed internazionali, lo portano a diventare uno dei riferimenti nazionali dell’Andrologia medica e chirurgica.
Dopo essere stato eletto per tre anni consigliere nazionale della Società Italiana di Andrologia è attualmente il Coordinatore della Sezione di Andrologia Tosco-Umbro-Ligure. Nel mese di ottobre è stato inserito nel supplemento di Class tra i migliori medici d’Italia.Si interessa da sempre alla problematica dell’eiaculazione precoce maschile e, da qualche anno, ai problemi sessuali femminili. Numerosi sono le pubblicazioni su riviste italiane e straniere. Quelle comparse questo anno, come primo autore, sono su numerose riviste italiane e sulla prestigiosa rivista americana “Urology”di febbraio e settembre.
Oltre all’amore e alla passione per la sua professione di medico, Aldo Franco De Rose, è anche Giornalista Pubblicista, iscritto all’ordine di Genova, e collabora con giornali nazionali, scrivendo numerosi articoli riguardanti le problematiche sessuali maschili e femminili , nonché l’infertilità maschile, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto le autorità politico-sanitarie verso l’andrologo. Da oltre due anni è Direttore responsabile del giornale medico on-line http://www.clicmedicina.it/Nonostante la sua professione Aldo Franco De Rose, resta legato alla sua terra d’origine ( Sartano) e a quella adottiva (Genova), con la passione del mare e della montagna, che ne fanno un ottimo pescatore e un eccellente cercatore e conoscitore di funghi. Esperto anche di cucina, la sua specializzazione tra i fornelli sono i primi piatti quali: lasagne con la gallinella di mare; fusilli mare e monti con funghi porcini e pesce San Pietro; linguine ai frutti di mare; focaccia al formaggio. Si dedica al giardinaggio e orto. Suona il violino e la chitarra, passione ereditata da suo papà Pio.
Aldo Franco De Rose, un figlio illustre della Sartano laboriosa, un sartanese doc alla corte dei genovesi, un professionista doc donato alla sanità mondiale.
giovedì 15 novembre 2007
Gli avvocati
martedì 13 novembre 2007
Ricevo e volentieri pubblico
domenica 11 novembre 2007
Apelle figlio di Apollo
L’articolo sopra riportato ha qualcosa di strano, a dire ne ha piu di una, comincio con elencarne alcune. -Lo stesso articolo, uguale non simile, è stato pubblicato sul quotidiano CalabriaOra a firma Gildo Antonny Urlandini -Non viene mai menzionata l’azienda, tanto meno i proprietari di nome e di fatto. -Più che una intervista al politico locale sembra un ordine del giorno, i giornalisti si limitano a riportare e basta. Allora vediamo di guardarci dentro con la sola intenzione di fare un pò di chiarezza, sul perché e per come certe notizie vengono riportate e quale scopo si prefiggono. L’’azienda in questione è stata costituita dalla famiglia Mayerà, con finanziamenti pubblici a fondo perduto; come tutte le aziende costituite con soldi pubblici e non propri è andata in dissesto, fino ad arrivare al pignoramento da parte dei creditori,non solo delle aziende in questione ma anche dei terreni edificabili siti in Sartano, terreni che hanno fatto la fortuna della famiglia e fagocitato le rimesse di molti emigranti per realizzare il sogno di una casa. I suddetti terreni pur gravati da ipoteche sono stati comunque venduti, e Dio non voglia che la/le aziende di famiglia non arrivino al fallimento perché sarebbero cavoli amari per tutti coloro che hanno comprato in buona fede. Veniamo allo stato delle cose e cioè i capannoni situati a Torano Scalo e a Sartano in località Serramezzana; non so dirvi se negli anni in cui sono stati costruiti l’’uso dell’eternit era ancora consentito o meno, sta di fatto che le coperture di questi capannoni sono state eseguite con questo materiale, contenente fibra d’amianto, da anni ormai fuori legge. Attualmente detti capannoni pare certo, dico pare perché non ho certezza materiale, siano pignorati o ipotecati da una banca, a fronte dei debiti da parte della/e aziende della famiglia Mayerà. Allo stato attuale non so dirvi chi e con quali soldi dovrebbe intervenire per bonificare i siti. Certo è che senza un accertamento della pericolosità da parte degli enti predisposti non si può intervenire. La domanda delle domande è però un’altra, quei capannoni e quei terreni hanno un valore commerciale, allo stato attuale sicuramente deprezzato, perché nessun acquirente attento li comprerebbe dovendosi sobbarcare i gravosi costi della bonifica dell’eternit; allora allo stato attuale o i proprietari o la banca dovrebbero sostenere i costi della bonifica, ma bonificare perché e per che cosa? Per il grido nella foresta lanciato dall’anima candida del politico locale? Per l’alto senso della salute pubblica insita nelle banche e nei proprietari terrieri. Francamente nessuna di queste ipotesi sta in piedi. Penso che il grido sia lanciato più in alto possibile per fare in modo che diventi un caso, una emergenza di salute pubblica e che in assenza di una proprietà certa ed in grado di intervenire sia ancora il “pubblico” a dover sanare la situazione. E no mio caro candido, ingenuo bel paladino: di denaro pubblico in quell’eternit, nei terreni, nel palazzo ne è stato buttato a valanga. Veda di fare in modo che non sia ancora il denaro pubblico, e cioè Noi a dover pagare i debiti e le malefatte di Lor Signori: abbiamo gia dato.
venerdì 9 novembre 2007
Ricevo e volentieri pubblico.
lunedì 5 novembre 2007
1000
lunedì 22 ottobre 2007
Avanti il prossimo
martedì 16 ottobre 2007
Effetto a scoppio ritardato
domenica 14 ottobre 2007
Complimenti a Maurizio
martedì 25 settembre 2007
L’importante è partecipare..............
venerdì 21 settembre 2007
“strasci & paddhri”
mercoledì 19 settembre 2007
Pane al pane
domenica 16 settembre 2007
Il Re è nudo,,,,,,,,,,, la corte è in mutande
sabato 15 settembre 2007
Adesso BASTA
La versione dei fatti.
venerdì 14 settembre 2007
Il miracolo del silenzio
Venerdì 14 Settembre
Parola di Capo dello Stato. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo l’appello recapitatogli nei giorni scorsi dal leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, è intervenuto per aiutare e far rispettare i diritti del giovane detenuto 25enne della provincia di Foggia, in attesa del processo e del primo grado di giudizio, disabile al 100% e costretto sulla sedia a rotelle, da tempo paralizzato nel lettino di una cella del carcere di Reggio Calabria. Il giovane chiede di “essere curato per eliminare i forti dolori che l’affliggono, considerando che da 7 mesi aspetta di essere sottoposto ad un esame di risonanza magnetica”. Corbelli ha ricevuto una lettera della Presidenza della Repubblica. Nella missiva si informa il coordinatore di Diritti Civili dell’intervento del Quirinale presso il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. Corbelli , che ininterrottamente da oltre due settimane combatte da solo per aiutare questo giovane detenuto paraplegico, ringrazia quindi il capo dello Stato e i suoi collaboratori per aver ancora una volta raccolto l’appello umanitario e di giustizia del Movimento Diritti Civili ed essere immediatamente intervenuto. “Siamo grati al presidente Napolitano – fa sapere Corbelli -, adesso ci sentiamo meno soli nelle nostre difficili, importanti e solitarie battaglie civili, libertarie e umanitarie a favore di tanta povera gente. Le condizioni del ragazzo disabile sono infatti assolutamente incompatibili con il regime carcerario, come denunciato dal medico che lo ha visitato in prigione e così come sostiene il legale dello stesso giovane paraplegico. Questa vergogna deve essere subito cancellata. E’ una vicenda indegna di un Paese civile e di uno Stato di diritto”. Dura e secca, invece, la risposta di Corbelli al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria: “La replica del Dap, arrivata solo dopo l’intervento del presidente Giorgio Napolitano, è del tutto priva di fondamento visto che conferma appieno, così come denunciato da Diritti Civili, che quel ragazzo aspetta di essere sottoposto ad una risonanza magnetica. Eppure viene giudicato compatibile con il carcere.
Alberto Cafarelli
Lettera, quasi, aperta.
A Francesco Saverio Corbelli,
Ci sono diversi modi per aiutare il prossimo che ognuno sente a se più prossimo, Lei hai scelto di aiutare il prossimo più lontano, quello a cui, forse, nessuno mai si interesserebbe. Questo è il suo modo di intendere, di agire per dare soluzioni ai problemi dei più bisognosi, e di questo credo nessuno potrà mai non dargliene atto. C’è però un però, altrimenti non sarei qui a scrivere questa “lettera quasi aperta”, dico quasi aperta perché non so se e quando riuscirà a leggerla; questo però, che cercherò di motivare è il metodo che usa per dare soluzione ai problemi di volta in volta segnalati e risolti. Qualcuno potrà obiettare che il fine giustifica i mezzi, ma trattandosi di disgrazie altrui credo che un po di riservatezza non guasterebbe. Ogni qualvolta annuncia un caso o la sua risoluzione rimarca a piene mani il fatto di essere “solo” in queste sue denunce e battaglie per la giustizia. L’essere sbattuto in prima pagina sempre e comunque, anche se questo aiuta, non mi sembra un metodo cristianamente e civilmente caritatevole, non penso proprio che questi poveretti ne siano contenti: accettano, sopportano perché non hanno altro a cui appigliarsi. Una domanda mi viene spontanea, ma perché è o si sente cosi solo, è un suo bisogno gridare agli altri di esserlo? Perchè, non prova ad essere più vicino al prossimo che le stà fisicamente più vicino? Si sente forse straniero nel suo paese, o è un estraneo per il suo paese?
Nemo propheta in patria (sua)? Vero anche questo!
Non credo di aver consigli da darle, ne tanto meno gliene voglio dare, ma la discrezione, l’umiltà, il silenzio, a volte anche l’anonimato fanno tutt’uno con carità cristiana, impegno civile, amor per il prossimo.
Cordialmente