martedì 15 aprile 2008
Il risultato elettorale alla Camera
L'andamento del voto nel Comune di Torano Castello:
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Il risultato elettorale al Senato
L'andamento del voto nel Comune di Torano Catello:
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lunedì 14 aprile 2008
Se questa è la vigilia.........................
...................figuriamocci la festa: c'è da stare poco allegri.
Dispetto alla Montalcini al seggio"Faccia la fila come gli altri"
di FRANCESCO BEI
ROMA
Qui non c'entrano le cinque lauree, il premio Nobel per la medicina, le mille pubblicazioni e nemmeno il laticlavio a vita. Forse è semplicemente un fatto di educazione, quando da bambino ti insegnano a cedere il posto a chi è più anziano. Se poi l'anziano ha quasi 99 anni (tra 9 giorni) e non ci vede nemmeno bene, il fatto che si chiami Rita Levi Montalcini diventa evidentemente secondario. Eppure tutto ciò non è bastato a evitare alla senatrice a vita di dover attendere in piedi mezz'ora prima votare, per colpa della maleducazione di quattro elettori che si sono rifiutati di farla passare avanti. La scena si è svolta ieri poco prima di mezzogiorno a via Reggio Calabria, al seggio istituito presso la scuola "Falcone e Borsellino", vicino a piazza Bologna, quartiere medio-borghese della Capitale. La Montalcini si è presentata a braccetto di un accompagnatore il quale, vista la lunga fila, ha chiesto alle persone in coda la cortesia di far votare prima la signora. Senza presentare credenziali, solo un gesto di educazione verso un'anziana ipovedente. La risposta poteva essere scontata e invece no. "Faccia la fila come gli altri", ha risposto un cinquantenne. E così un'altra signora: "Non esiste, anch'io ho fretta di votare". E poi un altro e un'altra ancora: "Non vedo proprio il motivo". Allertato dagli scrutatori, a quel punto è intervenuto il presidente di seggio: "Senatrice, se vuole la facciamo passare avanti". Una gentilezza quasi scontata, che si concede normalmente alle donne in gravidanza, ai disabili, agli anziani. A quel punto però è stato il carattere della Montalcini a prendere il sopravvento: "Grazie presidente, preferisco restare in fila come gli altri. Pazienza". Una scrutatrice le ha quindi offerto una seggiola: "Almeno si sieda, prego". Ma la senatrice ha rifiutato anche quella: "No, grazie davvero. Preferisco restare in piedi".
La rivincita contro quei pochi maleducati Montalcini se l'è presa poco dopo, al momento di uscire dal seggio. Tutti i ragazzi della sezione elettorale le si sono fatti intorno, davanti agli elettori ancora in fila, per chiederle l'autografo. "Vada avanti così". "Coraggio". L'episodio, in sé banale, potrebbe testimoniare al massimo dell'inciviltà dei tempi in cui viviamo, che ognuno può sperimentare salendo su un autobus o facendo una fila a uno sportello. Se non fosse che Rita Levi Montalcini è stato il bersaglio in questi due anni di una violenta campagna di discredito portata avanti con insistenza da alcuni esponenti politici del centrodestra e da alcuni quotidiani d'area. I ragazzi della Destra si distinsero in ferocia: "Diamole un incarico al Ghetto", "di profilo è pure più odiosa", erano le cose che si potevano leggere sul loro blog. Fino alla proposta di consegnarle un paio di stampelle, "tanto l'indirizzo lo conosciamo, vogliamo dargliele personalmente". Diceva il loro capo, Fabio Sabbatani Schiuma: "Loro, i senatori a vita, sono le stampelle di questo governo sì o no? E poi se son vecchi se ne stessero a casa". La Lega del resto non fu da meno, fino ad arrivare alla proposta di eliminare gli stanziamenti per la fondazione scientifica della senatrice. Non ci si stupisca se poi qualcuno non dà la precedenza a una signora centenaria, è già tanto che non le abbiano fatto lo sgambetto.
(14 aprile 2008)
Articolo tratto da REPUBBLICA
domenica 13 aprile 2008
A due passi da Sartano
Cavallerizzo "scivola" anche in Tribunale
La causa promossa da due cittadine di Cavallerizzo che si oppongono alla delocalizzazione del centro abitatosalta ancora in tribunale. E’ la quarta volta che gli avvocati della Regione Calabria e del Comune di Cerzeto disertano l’udienza, non permettendo l’avvio della discussione di una causa probabilmente “spinosa”. Liliana Bianco e Carmelina Bruno non vogliono una casa nuova in contrada Pianette, non sono nemmeno andate a vedere il progetto in Prefettura. Sono sicure che il centro storico di Cavallerizzo è stabile al punto da poterci tornare a vivere. Al ricorso presentato dal loro legale di fiducia Antonio Ciacco hanno allegato una relazione geologica firmata da due docenti universitari, Antonino e Fabio Ietto che sostengono, tra l’altro, la realizzazione della nuova Cavallerizzo su un sito potenzialmente più franoso del vecchio centro. E, inoltre, la Protezione Civile non ha prodotto i documenti tecnici necessari depositandoli al Comune di Cerzeto e mostrandoli alla popolazione, come la legge prevede. Il ricorso presentato in tribunale chiede al giudice di annullare o sospendere la procedura di delocalizzazione di Cavallerizzo. Ma per quattro volte la Regione Calabria e il Comune di Cerzeto non hanno risposto.
Perché?
Articolo tratto da:http://home.cavallerizzovive.com/notizia_CRONACA.pdf
lunedì 7 aprile 2008
La politica, il politico e il politichese
Correva l'anno 195....................,la memoria non mi aiuta, parlava, dall'unico balcone di una delle case che si affacciavano sulla piazza della chiesa del mio paese, un tal: poteva essere Misasi, Antoniozzi o similar pensiero. -Blablabla, bla, blabla, bla……………….., vedo, parlando della Valle del Crati e del circondario, valli ubertose e ciminiere fumanti.- Fra gli ascoltatori un'anziana donna rivolgendosi alla vicina: - Cummàh? Tienimi a seggia ca mi vaju addugnu a ra casa; gh'ieri a ra Vaddr’u suorivu si su abbrittati puri i pulicani , avissumu i fa ka chissu ‘stasira 'mbìzza fuocu a ra fucagna?
E' passato quasi mezzo secolo, nella Valle del Crati hanno progettato di tutto, dall'autodromo all'aeroporto,..................... il fiume è sempre li, sempre meno biondo.
E' passato quasi mezzo secolo, nella Valle del Crati hanno progettato di tutto, dall'autodromo all'aeroporto,..................... il fiume è sempre li, sempre meno biondo.
!!!!!!!!!!!!!Come passa il tempo.
domenica 6 aprile 2008
Segno dei tempi?
http://www.tribunale.cosenza.it/astegiudiziarie/secondasel.aspx?id=148906&ida=77719&idp=86818&m=1&t=GENERALE
http://www.tribunale.cosenza.it/astegiudiziarie/secondasel.aspx?id=148907&ida=77720&idp=86818&m=1&t=GENERALE
Il giorno 8 aprile 2 importanti lotti immobiliari andranno all'asta, al prezzo indicato c'è da supporre che l'asta sarà rinviata ad altra data con prezzo ribassato, quindi ..............................: aspettiamo, "è 'na prena ka figlia" prima o poi.
Conoscere per governare
Per gli amici e frequentatori di questo blog, riporto, uno stralcio tratto dal POR Calabria, che sicuramente i nostri amministratori e politici locali conoscono a mena dito. Nel post precedente, riguardante il Liceo di Torano, ponevo una domanda in merito all'andamento demografico a breve-medio-lungo termine della presenza di un sufficiente numero di allievi per poter continuare a mantenere in attività l'Istituto. La/le risposta-e dagli studi fatti dicono di no, non sono io a dirlo ma un documento ufficiale della Regione Calabria.
Il documento integrale, per chi ne avesse voglia, si può leggere a questo link:
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PROGRAMMA OPERATIVO REGIONE CALABRIA
FESR 2007 - 2013 CCI N° 2007 IT 161 PO 008 1.3. Conclusioni dell’analisi socioeconomica L'analisi del contesto calabrese ha evidenziato un consistente divario dei principali indicatori socioeconomici regionali nei confronti delle regioni italiane ed europee più avanzate. Per quanto riguarda il PIL pro capite, nonostante che nell’ultimo decennio abbia fatto registrare un discreto tasso di crescita, la Calabria rimane inchiodata su valori medi sensibilmente distanti da quelli nazionali e comunitari. La regione si caratterizza per una tendenza di medio-lungo periodo alla riduzione della base demografica, alimentata da saldi migratori negativi solo parzialmente compensati da saldi naturali positivi. Il declino del numero dei residenti non è generalizzato all’interno del territorio regionale. Interessa in maniera più marcata i piccoli centri abitati localizzati nelle aree interne montane e collinari, economicamente poco sviluppate e alle prese con uno spiccato deficit di dotazione di servizi alle persone, mentre i centri urbani più grandi, dove più alte sono le opportunità lavorative e dove è mediamente più estesa l’offerta di servizi, registrano una tendenza sostenuta all’attrazione di residenti. La dinamica demografica regionale evidenzia, quindi, da una parte, un progressivo spopolamento delle aree interne, con rischi di abbandono del presidio del territorio e, di conseguenza, di accentuazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico a monte ma anche a valle, e, dall’altra, una crescita residenziale caotica dei centri urbani più grandi, con possibili effetti negativi sia di tipo ambientale (pressione antropica, inquinamento, ecc.) che sociale (aumento di episodi di discriminazione, emarginazione, criminalità, ecc.). Il territorio calabrese è stato investito da quelle dinamiche di crescita insediativa a bassa densità che hanno caratterizzato il tumultuoso sviluppo dell’urbanizzazione moderna in alcuni contesti nazionali. In molti contesti locali, città, centri medi, centri piccoli risultano fusi in un continuum edificato senza qualità, gerarchie, specificità funzionali ed adeguato standard insediativo, infrastrutturale e dei servizi, Le caratteristiche di queste forme dell’urbanizzazione sono empiricamente evidenti e tutte di segno negativo: la qualità edilizia ed insediativa è generalmente di basso livello, il livello dei servizi è di norma non adeguato, la corsa all’espansione edilizia ed i processi di crescita infrastrutturale ad essa correlati alimentano una spirale negativa di spesa pubblica di difficile governo (per manutenzioni, messa in sicurezza, infrastrutturazione a rete, servizi, ecc.). Le politiche urbanistiche comunali hanno assecondato, nella gran parte dei casi, queste dinamiche di espansione diffusa degli insediamenti, offrendo un quadro di formale legittimazione ai correlati processi di sfruttamento delle risorse non riproducibili del territorio. Deficitaria è in Calabria l’offerta di servizi collettivi socio-assistenziali in ambiti essenziali per la qualità della vita dei cittadini (assistenza sanitaria, assistenza domiciliare agli anziani, asili nido, ecc.). Carenza di servizi che ha conseguenze particolarmente negative sulla componente femminile, che si deve far carico del lavoro di cura verso i minori, gli anziani e le persone con diverse abilità, aggravando così le difficoltà di inserimento delle donne nel mercato del lavoro. Il mercato del lavoro regionale presenta livelli di partecipazione e di occupazione ancora lontani dagli obiettivi fissati dai Consigli Europei di Lisbona e Goteborg. Il tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa si colloca ben 25 punti percentuali al di sotto del target europeo mentre il tasso di disoccupazione è sistematicamente più del doppio di quello nazionale. Consistenti sono le disparità di genere: il tasso di occupazione femminile è inferiore di circa 30 punti percentuali rispetto a quello maschile nonché all’obiettivo fissato dall’UE per il 2010. La componente femminile, inoltre, evidenzia rispetto agli uomini una maggiore incidenza di forme di occupazione di tipo precario. Anche i giovani presentano elevate difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, sebbene connotati da alti livelli di istruzione, il che finisce per alimentare fenomeni rilevanti di emigrazione di capitale umano scolarizzato. I buoni livelli di scolarizzazione di base della popolazione regionale – peraltro sostenuta da un’offerta formativa scolastica e universitaria articolata – rappresentano un tratto positivo del contesto socio demografico calabrese, tuttavia riflettono una persistente scarsità di posti di lavoro. Infatti, le giovani generazioni, in mancanza di opportunità lavorative, tendono a continuare gli studi, posticipando il momento dell’ingresso nel mercato del lavoro. L’arretratezza economica della Calabria è senza dubbio connessa alla gracilità del sistema produttivo. Il valore aggiunto prodotto in regione è pari al 9,3% di quello del Mezzogiorno e appena al 2,2% di quello nazionale. La composizione del valore aggiunto regionale mostra un’elevata terziarizzazione (determinata soprattutto dall’ipertrofia del settore pubblico), un sovradimensionamento del primario (che in Calabria rappresenta notoriamente il settore rifugio dell’offerta di lavoro in eccesso, che non trova sbocchi 75/396 occupazionali in altri comparti) e un peso contenuto del settore industriale e, segnatamente, delle attività manifatturiere. La base produttiva regionale è particolarmente contenuta ed evidenzia significativi limiti strutturali. Prevalgono diffusamente le microimprese con assetti gestionali ed organizzativi elementari, incapaci di sostenere processi di crescita aziendale e, tanto meno, di sopperire alle diseconomie dimensionali attraverso l’attivazione di forme di cooperazione interaziendale. La ripartizione settoriale delle imprese e dell’occupazione, come già accennato per il valore aggiunto, conferma un consistente sovradimensionamento della Pubblica amministrazione, del commercio, dei servizi alle attività economiche, dell’edilizia. Al contrario, si registra un peso alquanto contenuto dell’industria manifatturiera, peraltro, fortemente incentrata su attività tradizionali (agroalimentare, lavorazione del legno e dei metalli, comparti questi che aggregano oltre la metà delle imprese manifatturiere regionali), principalmente orientate al soddisfacimento della domanda locale e alla fabbricazione di prodotti-input del settore delle costruzioni; estremamente esigua è, invece, l’incidenza di imprese operative in settori a maggiore contenuto tecnologico e di innovazione. Accanto alle numerose criticità, la struttura produttiva regionale palesa importanti punti di eccellenza, sebbene ancora isolati e non in grado di generare processi di sviluppo diffusi e duraturi. Tra questi si possono citare le specializzazioni agroalimentari di Sibari, del crotonese e del lamentino; le concentrazioni imprenditoriali nel settore metalmeccanico del crotonese e nel vibonese; il porto di Gioia Tauro. La debolezza del sistema produttivo calabrese ne condiziona il livello di apertura e la capacità di competere sui mercati esteri. Gli scambi commerciali si attestano su volumi alquanto modesti: esportazioni e importazioni pesano appena per il 2,9% sul PIL regionale, contro un valore nazionale di oltre il 40%. Il saldo commerciale è abbondantemente negativo (nel 2005, uguale 228.9 Meuro), denotando un elevato grado di dipendenza della regione. Irrilevante è anche la bilancia dei pagamenti tecnologica: gli incassi regionali per beni e servizi tecnologici incidono appena per lo 0,03% di quelli nazionali, mentre i pagamenti rappresentano lo 0,06%. Bassissimo è il livello degli investimenti in R&S, soprattutto di quelli privati, evidenziando un’incidenza sul PIL oltre 20 volte più bassa di quella nazionale e abissalmente lontana dal target fissato da Lisbona. Il ridotto grado di innovatività è rilevante anche per quanto riguarda il numero dei brevetti registrati da parte di imprese ed enti regionali (0,3% di quelli nazionali) e con riferimento agli addetti alle attività di ricerca e sviluppo: in Calabria ci sono 0,8 ricercatori per mille abitanti, meno di un terzo che in Italia. Il divario tecnologico della Calabria è sensibilmente accentuato per quanto riguarda la diffusione e l’utilizzo degli strumenti informatici, la copertura della banda larga e l’accesso ad internet da parte delle famiglie, delle piccole imprese e della Pubblica amministrazione centrale e locale. Le modeste performance del tessuto economico calabrese dipendono anche da un contesto ambientale scarsamente competitivo. Rilevante è la sottodotazione quali-quantitativa dello stock infrastrutturale: posto uguale a 100 il dato medio italiano, la Calabria raggiunge un indice di infrastrutturazione pari a 76. Il deficit di infrastrutture economiche regionali è addebitabile in larga misura alla carenza di impianti energetico-ambientali (48,3), di reti telematiche (58,4) e di reti e strutture bancarie (47). Per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto, invece, in termini meramente quantitativi, la regione non si discosta dai valori medi nazionali. Tuttavia, permangono gravi criticità per quanto riguarda la dotazione di servizi di mobilità e logistica nonché i livelli prestazionali delle infrastrutture e dei servizi di trasporto. Notevolmente penalizzante per il sistema imprenditoriale è la relativa inefficienza del sistema del credito regionale: il costo del denaro in Calabria è molto più alto che nel resto del Mezzogiorno e dell’Italia. A ciò si correla un elevato rapporto sofferenze/impieghi, più del doppio di quello nazionale. Altro fenomeno che limita drasticamente le performance competitive del sistema produttivo regionale riguarda il problema della sicurezza e della legalità. La Calabria è, infatti, una delle regioni italiane a più alta densità di eventi delittuosi e di attività illecite messe in atto dalla criminalità organizzata. Nell’insieme, la mancanza di standard minimi di qualità del contesto determina una scarsa capacità di attrazione del sistema-Calabria. Con riferimento agli investimenti diretti esteri, la Calabria, con un valore dei flussi IDE sul PIL pari allo 0,02% (2002-2004), si colloca tra le ultime regioni italiane. Anche per quanto riguarda il turismo estero, la Calabria evidenzia un basso livello di attrattività: la spesa dei viaggiatori stranieri copre solo il 13,3% di quella complessiva (rispetto al 33% medio nazionale). Oltre che per un ridotto indice di attrazione internazionale, il settore turistico calabrese, nonostante negli ultimi anni abbia registrato apprezzabili tassi di crescita degli arrivi e delle presenze, presenta molte criticità strutturali: è prevalentemente di tipo balneare (8 turisti su 10 frequentano la Calabria per il mare); 76/396 è caratterizzato da una forte stagionalità, con conseguente eccessiva pressione antropica in alcune aree nel periodo estivo; evidenzia un sistema di accoglienza poco qualificato e diversificato, con un peso consistente, in alcuni territori, delle seconde case. Soprattutto, presenta una scarsa connessione con la promozione delle produzione tipiche regionali (es. artigianato artistico, enogastronomia, ecc.). e con la fruizione del patrimonio ambientale e culturale. Eppure la Calabria può fare riferimento ad un esteso e pregevole patrimonio ambientale (coste, aree protette, paesaggio rurale, ecc.) e culturale (siti archeologici, musei, monumenti, centri storici, minoranze linguistiche, ecc.), che, se adeguatamente valorizzato, può fornire un apporto rilevante alla crescita e alla qualificazione delle attività turistiche e, più in generale, allo sviluppo economico della regione. In quest’ottica, diventa estremamente rilevante il tema della salvaguardia del sistema ambientale regionale. La Calabria non è esente da fenomeni di deterioramento del patrimonio delle risorse naturali. Tra i problemi più acuti vi sono quelli relativi al rischio di dissesto idrogeologico, all’inquinamento delle coste, alla gestione razionale delle risorse idriche, alla gestione efficiente dei rifiuti. In conclusione, l’analisi del contesto regionale evidenzia numerosi vincoli di carattere sociale ed economico ma, allo stesso tempo, mette in luce importati potenzialità connesse alla presenza di una ragguardevole dotazione di risorse immobili e mobili (beni ambientali e culturali, eccellenze produttive, capitale umano secolarizzato), che tuttavia risultano sistematicamente sottoutilizzate. Il problema del ritardo di sviluppo della Calabria, dunque, non è dovuto tanto alla mancanza assoluta di precondizioni e di dotazioni per lo sviluppo quanto all’incapacità delle istituzioni pubbliche e private calabresi di tradurre le risorse materiali e immateriali regionali in occasioni di sviluppo duraturo e sostenibile. Da questo punto di vista, il sistema-Calabria risente massicciamente dell’inefficienza, dell’instabilità e della gracilità degli assetti politico-decisionali e amministrativi. In particolare, la Pubblica amministrazione regionale, ai diversi livelli, esprime forti deficit organizzativi e di competenze e una marcata incapacità di promuovere, sostenere e realizzare in maniera efficiente ed efficace programmi e iniziative di sviluppo socioeconomico di qualità
venerdì 4 aprile 2008
Se fossi un genitore..............
Lata: «Il Classico è una conquista sociale che sfugge alle logiche economiche»
«Non chiudete quella classe» Il sindaco di Cerzeto interviene sul liceo di Torano
TORANO CASTELLO
Decisa presa di posizione del sindaco di Cerzeto, Gildo Lata, riguardo la possibile soppressione della IV ginnasiale di Torano. “Il liceo classico di Torano è un presidio di cultura e civiltà, pensare solo minimamente che possa avere problemi di attivazione di una sola classe è una cosa fuori da ogni logica”. ”Così si esprime il primo cittadino del centro italo-albanese limitrofo a Torano. “Ciò - prosegue - perché il liceo è l'unico istituto superiore del comprensorio e di conseguenza gli effetti negativi di un suo parziale funzionamento, che potrebbe essere tra l'altro l'anticamera della sua chiusura, si rifletterebbe negativamente su tutti i paesi vicini”.“Io e l' Amministrazione che rappresento faremo di tutto affinché ciò non avvenga, perché riteniamo il liceo classico di Torano una conquista sociale, la cui logica esistenziale non può essere messa in discussione da meri calcoli numerici ed economici, il problema è di civiltà, di diritto e di pari opportunità allo studio. Un comprensorio come il nostro ha il diritto sociale del mantenimento in vita del liceo”. Soddisfazione per questa netta presa di posizione viene, tra gli altri, dal Comitato Pro Torano che ha denunciato per primo la situazione del Classico toranese, cercando di sensibilizzare e far intervenire amministrazioni pubbliche, autorità scolastiche, partiti politici, associazioni, studenti e quanti altri fossero interessati al problema. Ciò sta avvenendo in modo massiccio, e per questo da più parti si è fiduciosi circa a risoluzione della vicenda. La realtà, allo stato attuale, vede iscritti alla IV ginnasiale, per il prossimo anno scolastico, 11 alunni a fronte degli almeno 16 richiesti. Differenza decisamente esigua che può realmente essere o “colmata” o “superata”, per come si esprime anche il Comitato Pro Torano. “Colmata” nel senso che, in vista dell'approvazione da parte delle autorità scolastiche dell' “organico di fatto” (quello “di diritto” ha già cancellato di fatto la IV ginnasiale di Torano!), ci siano le altre 5 iscrizioni, o “superata” nel senso che, molto più dignitosamente, venga riconosciuto al Liceo classico di Torano il suo reale status di istituzione guida (innegabile) e che non siano 5 esigue iscrizioni in più o in meno a dover decidere la soppressione di una classe. “E questo le leggi italiane che pur vengono spesso richiamate solo in senso negativo, in senso di limite, non sembrano certo vietarlo. Anzi, pare proprio che lo consentano anche!”. “Pertanto esistendone i presupposti”, da più parti ci si augura che il pericolo “soppressione classe”, rientri al più presto.
Domenico Re
Tratto da: "IlQuotidianodellaCalabria" di venerdi 4 aprile 2008
Se fossi u n genitore interessato mi porrei un paio di domande su argomenti che nei vari articoli pubblicati sui giornali locali non compaiono.
La prima domanda è: visto che nelle intenzioni progettuali cementizie sull'attuale sede del Liceo dovrebbe sorgere un ampio parcheggio, qual'è la posizione dell'Amministrazione Comunale, il Sindaco che ne pensa?
La seconda: le previsioni a breve, medio e lungo termine sulla natalità nel comprensorio fino a quando consentirebbero di avere un numero idoneo di iscritti?
La terza: i risultati conseguiti dall'attività del Liceo sono stati monitorati?
Se le risposte a queste domande sono positive ben venga la nuova sede del Liceo, diversamente si cerca di difendere qualcosa di indifendibile solo per il gusto di appuntarsi una medaglia; vorrei sbagliarmi ....................................
Buon fine settimana.
mercoledì 2 aprile 2008
I° Posto
Non preoccupatevi, non allarmatevi: il primo posto riguarda questo blog nel motore di ricerca di Google; se fate una ricerca su Sartano il primo dato che appare nella pagina è:
SARTANO
Blog dedicato a Sartano con notizie locali, regionali e di sartanesi all'estero.
sartano.blogspot.com
Grazie e continuate a venirci a trovare.
martedì 1 aprile 2008
Venerdi Santo del 2 Aprile 1507
Oggi, 501 anni fa, moriva San Francesco di Paola, riporto una delle lettere, non sono tante, scritte dal Santo ai vari personaggi dell'epoca, non vi sembrano cose scritte qualche giorno fa?
Dalle « Lettere » di san Francesco da Paola - Lett. del 1486; cfr. ed. A. Galluzzi, Origini dell'Ordine dei Minimi, Roma 1967, pp. 121-122; qui testo leggermente adattato.
Il nostro Signore Gesù Cristo, che dà a tutti la giusta ricompensa, vi renda merito delle vostre fatiche. Guardatevi da ogni male, fuggite i pericoli, in qualunque luogo abbiate a recarvi o a dimorare. Noi, con tutti i nostri fratelli, benché siamo indegni, pregheremo sempre l'eterno Dio Padre e il Figlio suo Gesù Cristo e la gloriosa sua madre, la Vergine Maria, che vi aiutino sempre e vi guidino alla salvezza dell'anima e del corpo, e vi facciano progredire di bene in meglio fino alla fine.D'altra parte, fratelli, vi esorto e vi prego, quanto posso, di esser prudenti e diligenti circa la salvezza dell'anima vostra, pensando che la morte è sicura per tutti, che la vita è breve e altro non è che fumo che presto svanisce.Ricordatevi della passione del nostro Signore e Salvatore e pensate quanto infinito fu quell'ardore che discese dal cielo in terra per salvarci, che per noi soffrì tanti tormenti e subì la fame, il freddo, la sete, il caldo e ogni umana sofferenza, nulla rifiutando per amor nostro e dando esempio di perfetta pazienza e di perfetto amore. Siamo dunque tutti pazienti nelle nostre avversità e sopportiamole con amore, pensando che Gesù Cristo nostro Signore soffrì tanti affanni e tribolazioni per gli altri.Deponete dunque ogni odio e ogni inimicizia, guardatevi diligentemente dalle parole più aspre e, se ne uscissero dalla vostra bocca, non vi rincresca trarne il rimedio dalla stessa bocca da cui vennero inferte quelle ferite. E così perdonatevi a vicenda e poi non pensate più all'ingiuria arrecatavi. Il ricordo della malvagità è infatti ingiuria, colmo di follia, custodia del peccato, odio della giustizia, freccia rugginosa, veleno dell'anima, dispersione della virtù, tarlo della mente, confusione dell'orazione, lacerazione delle preghiere fatte a Dio, abbandono della carità, chiodo infisso nelle nostre anime, peccato che non viene mai meno e morte quotidiana.Amate la pace, perché è molto meglio di qualsiasi tesoro che i popoli possano avere. Sappiate certo che i nostri peccati muovono Dio all'ira. Per questo correggetevi e pentitevi dei vostri peccati passati, poiché Dio vi aspetta a braccia aperte. Ciò che nascondiamo al mondo, non si può nascondere a Dio: convertitevi sinceramente. Vivete in tal modo da ricevere la benedizione del Signore e la pace del Dio nostro Padre sia sempre con voi.
mercoledì 26 marzo 2008
Punto di vista
Sull'esecrabile fatto di cronaca avvenuto nel nostro comune, a danno del primo cittadino, il primo pensiero è di dura e ferma condanna, punto e basta. Non possono e non devono esserci equivoci, da parte di nessuno. Solidarietà piena con le Istituzioni ed i suoi rappresentanti.E' un fatto gravissimo su cui bisogna fare chiarezza, non può e non deve essere relegato a fatti di cronaca spicciola, restiamo fiduciosi verso gli organi investigavi perché possano dare una risposta nel più breve tempo possibile. Per la cronaca dettagliata vi rinvio ai quotidiani locali. Qui mi preme dire altro, cercherò di farlo nella maniera più diretta possibile e senza tanti giri di parole.
Il risultato delle ultime elezioni amministrative ha determinato tanti e tali cambiamenti da non riuscire a tenerne materialmente il conto. Alleati che si trovano all'opposizione, oppositori che si trovano consenzienti a seconda del momento e della convenienza. Un paio di rimpasti, mutui precedentemente contratti che succhiano tutto il bilancio comunale, stipendi ai dipendenti a Pasqua e Natale. Attività amministrativa prossima allo zero e prospettive di ricambio, in vista delle prossime elezioni fra un anno o poco più, non se ne intravedono. Ognuno continua a rappresentare, cocciutamente poco più di stesso, se andate a vedere le votazioni di consiglio la minoranza, divisa in tre tronconi, vota ognuno per conto proprio o con la maggioranza. I componenti della minoranza tutti, o quasi, di estrazione di centro sinistra, se si votasse domani presenterebbero ognuno una propria lista con un risultato facilmente prevedibile. Che fare? A male estremi estremi rimedi: dimettetevi. Se la maggioranza vorrà continuare ad amministrare è libera e padrona di farlo, se ritiene di avere capacità che le esprimano, saranno poi i cittadini a giudicare ma senza il vostro avallo. Lasciate che altri cittadini, donne e giovani, liberi da fantasmi del passato possano provarci, anzi incoraggiateli a farlo, ma voi statene fuori, per il bene di tutti.
Fatti inauditi
Spari contro abitazione sindaco Torano Castello
25 Marzo 2008, 19:07
TORANO CASTELLO (Cosenza) - Un colpo di fucile è stato sparato oggi verso l'abitazione del sindaco di Torano Castello, Antonio Iannace, che è anche il medico del centro cosentino. Il proiettile ha danneggiato una finestra della casa. Indagano i carabinieri, che non escludono un caso di intimidazione collegata all'attività politica svolta dal 61enne sindaco. (Agr)
lunedì 24 marzo 2008
" E i fessi pagano"
La decisione assunta dal presidente Agazio Loiero con apposito decreto.
Bruni nominato sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale.
L'ex presidente della Provincia di Vibo si era dimesso pochi mesi fa per una candidatura al Parlamento tra le fila del Pd che alla fine non è avvenuta.
Catanzaro, 22 mar. - (Adnkronos) - L'ex presidente della provincia di Vibo Valentia Gaetano Ottavio Bruni e' stato nominato Sottosegretario alla Presidenza della Regione Calabria. La decisione e' stata assunta dal presidente della Giunta Agazio Loiero con apposito decreto. "Il presidente Loiero - ha spiegato il portavoce Pantaleone Sergi - ha firmato il decreto di nomina di Bruni sulla base di una serie di considerazioni legate a questa fase di rilancio dei programmi. Tra esse: gli aumentati impegni di governo con i prossimi bandi relativi al Por 2007-2013, la considerazione che soltanto il Vibonese - delle cui esigenze fino a oggi s'e' fatto garante lo stesso presidente - non avesse un proprio rappresentante in giunta, l'interesse a utilizzare il patrimonio di esperienza politico-amministrativa che Bruni ha accumulato come uomo delle istituzioni". Bruni entra nel governo regionale dopo le dimissioni dalla carica di presidente della Provincia che erano state formulate pochi mesi fa per una candidatura al Parlamento tra le fila del Pd che alla fine non e' avvenuta. Uomo di fiducia del presidente della Giunta regionale, appresa la nomina ha commentato: "Sono orgoglioso di entrare a far parte della squadra di governo di Agazio Loiero di cui ho sempre condiviso il progetto politico a favore della Calabria intera. Ringrazio il presidente Loiero per la fiducia che ha voluto concedermi - ha affermato - e ringrazio l'intera giunta e la coalizione di governo: a loro disposizione, e a disposizione dei calabresi, metto la mia esperienza di amministratore in una realta' difficile come e' il Vibonese".
In questa colorita frase la buonanima di "Ciabbatinu" incorniciava le spese senza ne capo ne coda da parte degli amministratori pubblici locali o nazionali; spese che non avevano un ritorno per i poveri comuni mortali e che servivano ad ingrassare sempre più quella che oggi viene, dai più, definita la "casta". Intanto ci sarà anche qualcuno che pensa:
-Ma come gli avevano promesso un posto sicuro adesso devono rimediare-.
Ecco servito: un sottosegretario non si nega a nessuno, tanto che cosa volete che costi quando a pagare è sempre lo statopantalone ? Intanto: I fessi continuano a pagare.
Buona Pasquetta
domenica 23 marzo 2008
Resurezione
Abbiamo aspettato la Santa Pasqua ma il sito internet del nostro Comune e sempre in stato di:
SQL Server does not exist or access denied.
Speriamo per la prossima Pasqua il miracolo possa compiersi.
sabato 22 marzo 2008
venerdì 21 marzo 2008
Auguri
Lu vennari di marzu nun si canta
gh’E' muortu GesuCristu ‘n passijoni.
C’hanu minatu ‘na botta di lanza
A ra parti sinistra di lu cori.
L’ultima volta che la Pasqua è coincisa con il 23 marzo è accaduto nel 1913, accadrà nuovamente nel 2160. La regola della pasqua entra in vigore con il concilio di Nicea (325) I versi sopra riportati sono l’inizio di un canto processionale del Venerdì Santo in uso a Sartano, ce ne sono ancora due o tre, ma questo in modo particolare è quello che mi ha più incuriosito quando una decina di anni fa iniziai a raccogliere e trascrivere i canti della tradizione popolare Sartanese.
Dal 325 ad oggi le date sotto riportate sono quelle in cui la Pasqua è ricaduta in marzo, in uno di questi anni qualcuno/a intonò per la prima volta i versi di questo canto, ma quale? Perchè alla parte sinistra?
26/03/327-30/03/335-30/03/340-27/03/343-23/03/346-31/03/351-27/03/354-23/03/357-31/03/362-27/03/365-28/03/370-31/03/373-27/03/376-28/03/381-24/03/384-28/03/392-25/03/395-29/03/403-29/03/408-22/03/414-30/03/419-26/03/422-30/03/430-26/03/433-31/03/435-27/03/438-23/03/441-31/03/446-27/03/449-23/03/452-31/03/457-27/03/460-28/03/465-31/03/468-28/03/471-28/03/476-25/03/479-29/03/487-25/03/490-26/03/495-29/03/498-30/03/503-18/04/504-26/03/506-22/03/509-30/03/514-26/03/517-31/03/519-30/03/525-26/03/528-31/03/530-27/03/533-23/03/536-31/03/541-27/03/544-24/03/547-31/03/552-28/03/555-28/03/560-25/03/563-28/03/566-29/03/571-25/03/574-29/03/582-25/03/585-30/03/587-26/03/590-29/03/593-30/03/598-26/03/601-22/03/604-30/03/609-26/03/612-31/03/614-30/03/620-27/03/623-27/03/628-24/03/631-31/03/636-28/03/639-24/03/642-28/03/650-29/03/655-25/03/658-28/03/661-29/03/666-25/03/669-29/03/677-25/03/680-30/03/682-26/03/685-29/03/688-30/03/693-26/03/696-23/03/699-30/03/704-27/03/707-31/03/709-31/03/715-27/03/718-31/03/720-28/03/723-24/03/726-28/03/734-24/03/737-28/03/745-29/03/750-25/03/753-28/03/756-29/03/761-25/03/764-29/03/772-26/03/775-30/03/777-26/03/780-23/03/783-30/03/788-27/03/791-23/03/794-31/03/799-27/03/802-31/03/804-28/03/807-31/03/810-27/03/813-28/03/818-24/03/821-28/03/829-24/03/832-28/03/840-29/03/845-25/03/848-22/03/851-29/03/856-26/03/859-30/03/867-26/03/870-30/03/872-27/03/875-23/03/878-31/03/883-27/03/886-23/03/889-31/03/894-27/03/897-28/03/902-31/03/905-27/03/908-28/03/913-24/03/916-28/03/924-25/03/927-29/03/935-29/03/940-26/03/943-22/03/946-30/03/951-26/03/954-30/03/962-26/03/965-31/03/967-27/03/970-23/03/973-31/03/978-27/03/981-23/03/984-31/03/989-27/03/992-28/03/997-31/03/1000-28/03/1003-28/03/1008-25/03/1011-29/03/1019-25/03/1022-26/03/1027-29/03/1030-30/03/1035-26/03/1038-22/03/1041-30/03/1046-26/03/1049-31/03/1051-30/03/1057-26/03/1060-31/03/1062-27/03/1065-23/03/1068-27/03/1076-24/03/1079-31/03/1084-28/03/1087-28/03/1092-25/03/1095-28/03/1098-29/03/1103-25/03/1106-29/03/1114-25/03/1117-30/03/1119-26/03/1122-29/03/1125-30/03/1130-26/03/1133-22/03/1136-30/03/1141-26/03/1144-31/03/1146-30/03/1152-27/03/1155-31/03/1157-27/03/1160-24/03/1163-31/03/1168-28/03/1171-24/03/1174-28/03/1182-29/03/1187-25/03/1190-28/03/1193-29/03/1198-25/03/1201-29/03/1209-25/03/1212-30/03/1214-26/03/1217-29/03/1220-30/03/1225-26/03/1228-23/03/1231-30/03/1236-27/03/1239-31/03/1241-31/03/1247-27/03/1250-31/03/1252-28/03/1255-24/03/1258-28/03/1266-24/03/1269-28/03/1277-29/03/1282-25/03/1285-28/03/1288-29/03/1293-25/03/1296-29/03/1304-26/03/1307-30/03/1309-26/03/1312-23/03/1315-30/03/1320-27/03/1323-23/03/1326-31/03/1331-27/03/1334-31/03/1336-28/03/1339-31/03/1342-27/03/1345-28/03/1350-24/03/1353-28/03/1361-24/03/1364-28/03/1372-29/03/1377-25/03/1380-22/03/1383-29/03/1388-26/03/1391-30/03/1399-26/03/1407-30/03/1404-27/03/1407-23/03/1410-31/03/1415-27/03/1418-23/03/1421-31/03/1426-27/03/1429-28/03/1434-31/03/1437-27/03/1440-28/03/1445-24/03/1448-28/03/1456-25/03/1459-29/03/1467-29/03/1472-26/03/1475-22/03/1478-30/03/1483-26/03/1486-30/03/1494-26/03/1497-31/03/1499-27/03/1502-23/03/1505-31/03/1510-27/03/1513-23/03/1516-31/03/1521-27/03/1524-28/03/1529-31/03/1532-28/03/1535-28/03/1540-25/03/1543-29/03/1551-25/03/1554-26/03/1559-29/03/1562-30/03/1567-26/03/1570-22/03/1573-30/03/1578-26/03/1581-29/03/1587-29/03/1592-26/03/1595-22/03/1598-30/03/1603-26/03/1606-30/03/1614-26/03/1617-31/03/1619-27/03/1622-30/03/1625-31/03/1630-27/03/1633-23/03/1636-31/03/1641-27/03/1644-31/03/1652-28/03/1655-28/03/1660-25/03/1663-29/03/1671-25/03/1674-14/04/1675-29/03/1682-30/03/1687-26/03/1690-22/03/1693-30/03/1698-27/03/1701-23/03/1704-31/03/1709-27/03/1712-28/03/1717-31/03/1720-28/03/1723-28/03/1728-25/03/1731-29/03/1739-25/03/1742-29/03/1750-30/03/1755-26/03/1758-22/03/1761-30/03/1766-26/03/1769-31/03/1771-30/03/1777-26/03/1780-31/03/1782-27/03/1785-23/03/1788-31/03/1793-27/03/1796-24/03/1799-29/03/1807-29/03/1812-26/03/1815-22/03/1818-30/03/1823-26/03/1826-30/03/1834-26/03/1837-31/03/1839-27/03/1842-23/03/1845-31/03/1850-27/03/1853-23/03/1856-31/03/1861-27/03/1864-28/03/1869-31/03/1872-28/03/1875-28/03/1880-25/03/1883-29/03/1891-25/03/1894-30/03/1902-31/03/1907-27/03/1910-23/03/1913-31/03/1918-27/03/1921-31/03/1929-27/03/1932-28/03/1937-24/03/1940-28/03/1948-25/03/1951-29/03/1959-29/03/1964-26/03/1967-29/03/1970-30/03/1975-30/03/1986-26/03/1989-31/03/1991-30/03/1997-31/03/2002-27/03/2005-23/03/2008-
Buona Pasqua
martedì 18 marzo 2008
La Festa
Sartano, comunità in festa per i 100 anni di Rachelina
Tutti in festa a Sartano per i cento anni di Nonna Rachelina Cariati. La popolosa e ridente cittadina che dalle sue verdeggianti colline si affaccia sulla Valle del Crati, da sabato scorso, infatti, ha la sua prima nonnina centenaria. La simpatica ed arzilla Za' Rachelina – come la chiamano affettuosamente i suoi compaesani - si è ritrovata circondata dai suoi familiari nonché da amici ed autorità per festeggiare il suo secolo di vita. “Za' Rachelina” è vissuta sempre a Sartano dove è nata il 15 marzo del 1908. Una piccola ma grande donna dal cuore affabile e generoso che ha scritto la pagina lunga della sua vita nel silenzio e nella semplicità. Ma anche nella sofferenza e nel dolore per aver perso il marito prima ed il suo adorato, unico e giovane figlio poi. Momenti di difficoltà che è riuscita a superare grazie alla sua fede ed alla sua grande devozione verso San Francesco di Paola. Nonna Rachelina, infatti, dal 1970 fa parte della locale fraternità del Terz'Ordine dei Minimi. Un evento giubilare, dunque, che la comunità di Sartano e Torano ha voluto vivere con un momento di gioia svoltosi nel salone parrocchiale, per l'occasione addobbato con festoni e palloncini, ed organizzato dall'amministrazione comunale, dalla parrocchia e dalla fraternità del Terz'Ordine dei Minimi. Accanto alla centenaria, oltre alla nuora ed ai nipoti, l'assessore Samantha Cucumo che, in rappresentanza dell'amministrazione comunale e con la fascia tricolore, insieme ad un omaggio floreale ha consegnato alla concittadina centenaria anche una targa ricordo. Sono intervenuti inoltre il parroco don Elio Perrone ed il presidente del TOM, Antonio Cariati. “Oltre che cristiana e terziaria - ha sottolineato Cariati - è stata sempre una donna forte, coraggiosa che ha saputo rialzarsi e andare avanti con l'aiuto di Gesù e di San Francesco di Paola”. A ricordo del grande e speciale giorno che rimarrà negli annali della storia di Sartano, il sodalizio religioso ha voluto regalare alla festeggiata un'immagine del Santo di Paola raffigurato mentre ispirato dallo Spirito Santo scrive la Regola per tutto l'Ordine ed ai parenti un libro sulla vita di S. Francesco. Al taglio della torta offerta dal Comune ed al brindisi augurale da parte di piccoli e grandi è seguito il momento di preghiera con la S. Messa di ringraziamento officiata da don Elio nella chiesa di San Domenico.
di ROBERTO GALASSO
Arrticolo tratto dal QuotidianodellaCalabria del 18 marzo 2008
domenica 16 marzo 2008
Borse Lavoro
Torano, borse lavoro riservate alle donne
TORANO CASTELLO – Prestare ausilio in favore di dodici soggetti in condizioni di disagio sociale quali diversamente abili e anziani non autosufficienti. Questa la finalità dell'istituzione delle borse lavoro, riservate alle donne di età compresa tra i 18 ed i 50 anni che siano disoccupate o nello stato d'inoccupazione, nell'ambito delle attività socio- assistenziali del Comune di Torano. L'iniziativa è stata resa nota attraverso un avviso pubblico del sindaco Iannace al fine di stilare un'apposita graduatoria tra le domande che le donne residenti nella cittadina dovranno far pervenire, se interessate, entro le ore dodici del 7 aprile prossimo. La borsa lavoro, che non determina in nessun caso l'instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato, ha una durata di quattro mesi mentre la data d'inizio delle attività è fissata per il 1 maggio. L'assegnazione della borsa, dall'importo cadauna di 1645 euro, pari a 411,25 euro mensili, comporterà per le operatrici un impegno di 235 ore da suddividere settimanalmente per i quattro mesi della durata del servizio. Circa 58 ore mensili che dovranno essere svolte presso gli utenti individuati con l'ausilio dei servizi sociali tra le categorie socialmente deboli e che ne facciano richiesta secondo l'apposito bando pubblicato dall'amministrazione. Per ogni ulteriore informazione e per il ritiro dei modelli rivolgersi all'ufficio di segreteria della residenza municipale.
Ps.
Avremmo voluto pubblicare il bando, scaricandolo dal sito internet del Comune, ma come sapete il sito è: SQL Server does not exist or access denied.
Se qualcuno ce lo invia provvederemo in merito.
Sales-Saldi. 1 voto 50 euro

Se un voto si compra con cinquanta euro
di ROBERTO SAVIANO
NESSUNO vincerà le elezioni in Italia. Nessuno. Perché finora tutti sembrano ignorare una questione fondamentale che si chiama "organizzazioni criminali" e ancor più "economia criminale". Non molto tempo fa il rapporto di Confesercenti valutò il fatturato delle mafie intorno a 90 miliardi di euro, pari al 7 per cento del Pil, l'equivalente di cinque manovre finanziarie. Il titolo "La mafia s. p. a. è la più grande impresa italiana" fece il giro di tutti i giornali del mondo, eppure in campagna elettorale nessuno ne ha parlato ancora. E nessuna parte politica sino a oggi è riuscita a prescindere dalla relazione con il potere economico dei clan. Mettersi contro di loro significa non solo perdere consenso e voti, ma anche avere difficoltà a realizzare opere pubbliche. Non le vincerà nessuno, queste elezioni. Perché se non si affronta subito la questione delle mafie le vinceranno sempre loro. Indipendentemente da quale schieramento governerà il paese. Sono già pronte, hanno già individuato con quali politici accordarsi, in entrambi i schieramenti. Non c'è elezione in Italia che non si vinca attraverso il voto di scambio, un'arma formidabile al sud dove la disoccupazione è alta e dopo decenni ricompare persino l'emigrazione verso l'estero. E' cosa risaputa ma che nessuno osa affrontare. Quando ero ragazzino il voto di scambio era più redditizio. Un voto: un posto di lavoro. Alle poste, ai ministeri, ma anche a scuola, negli ospedali, negli uffici comunali. Mentre crescevo il voto è stato venduto per molto meno. Bollette del telefono e della luce pagate per i due mesi precedenti alle elezioni e per il mese successivo. Nelle penultime la novità era il cellulare. Ti regalavano un telefonino modificato per fotografare la scheda in cabina senza far sentire il click. Solo i più fortunati ottenevano un lavoro a tempo determinato. Alle ultime elezioni il valore del voto era sceso a 50 euro. Quasi come al tempo di Achille Lauro, l'imprenditore sindaco di Napoli che negli anni cinquanta regalava pacchi di pasta e la scarpa sinistra di un paio nuovo di zecca, mentre la destra veniva recapitata dopo la vittoria. Oggi si ottengono voti per poco, per pochissimo. La disperazione del meridione che arriva a svendere il proprio voto per 50 euro sembra inversamente proporzionale alla potenza della più grande impresa italiana che lo domina. Mai come in questi anni la politica in Italia viene unanimemente disprezzata. Dagli italiani è percepita come prosecuzione di affari privati nella sfera pubblica. Ha perso la sua vocazione primaria: creare progetti, stabilire obiettivi, mettere mano con determinazione alla risoluzione dei problemi. Nessuno pretende che possa rigenerarsi nell'arco di una campagna elettorale. Ma nel vuoto di potere in cui si è fatta serva di maneggi e interessate miopie prevalgono poteri incompatibili con una democrazia avanzata. E' una democrazia avanzata quella in cui 172 amministrazioni comunali negli ultimi anni sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa? O dove dal '92 a oggi, le organizzazioni hanno ucciso più di 3.100 persone? Più che a Beirut? Se vuole essere davvero nuovo, il Partito Democratico di Walter Veltroni non abbia paura di cambiare. Non scenda a compromessi per paura di perdere. Il governo Prodi è caduto in terra di camorra. Ha forse sottovalutato non tanto Clemente Mastella, il leader del piccolo partito Udeur, ma i rischi che comportava l'inserimento nelle liste di una parte dei suoi uomini. Personaggi sconosciuti all'opinione pubblica, ma che negli atti di alcuni magistrati vengono descritti come cerniera tra pubblica amministrazione e criminalità organizzata. Nel frattempo il governo ha permesso al governatore della Campania Bassolino di galleggiare nonostante il suo fallimento nella gestione dell'emergenza rifiuti. E non ha capito che quella situazione rappresenta solo l'esempio più clamoroso di quel che può accadere quando il cedimento anche solo passivo della politica ad interessi criminali porta allo scacco. Tutto questo mentre il centrodestra guidato da Silvio Berlusconi assisteva muto o giustificatorio ai festeggiamenti del governatore della Sicilia Cuffaro per una condanna che confermava i suoi favori a vantaggio di un boss, limitandosi a scagionarlo dall'accusa di essere lui stesso un mafioso vero e proprio. La questione della trasparenza tocca tutti i partiti e il paese intero. Inoltre molta militanza antimafiosa si forma nei gruppi di giovani cattolici i cui voti non sempre vanno al centrosinistra. Anche questi elettori dovrebbero pretendere che non siano candidate soubrette o personaggi capaci solo di difendere il proprio interesse. Pretendano gli elettori di centrodestra che non ci siano solo soubrette e a sud esponenti di consorterie imprenditoriali. E mi vengono in mente le parole che Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993 rivolse dalla collina di Agrigento alla Sicilia e all'Italia ferita dalle stragi di mafia: "Questo popolo... talmente attaccato alla vita, che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte... Mi rivolgo ai responsabili... Un giorno verrà il giudizio di Dio". Parole che avrebbero dovuto crescere nelle coscienze. È tempo di rendersi conto che la richiesta di candidati non compromessi va ben oltre la questione morale. Strappare la politica al suo connubio con la criminalità organizzata non è una scelta etica, ma una necessità di vitale autodifesa. Io non entrerò in politica. Il mio mestiere è quello di scrittore. E fin quando riuscirò a scrivere, continuerò a considerare questo lo strumento di impegno più forte che possiedo. Racconto il potere, ma non riuscirei a gestirlo. Non si tratta di rinunciare ad assumersi la propria responsabilità, ma considerarla parte del proprio lavoro. Tentare di impedire che il chiasso delle polemiche distolga l'attenzione verso problemi che meno fanno rumore, più fanno danno. O che le disquisizioni morali coprano le scelte concrete a cui sono chiamati tutti i partiti. È questo il compito che a mio avviso resta nelle mani di un intellettuale. Credo sia giunto il momento di non permettere più che un voto sia comprabile con pochi spiccioli. Che futuri ministri, assessori, sindaci, consiglieri comunali possano ottenere consenso promettendo qualche misero favore. Forse è arrivato il momento di non accontentarci. Nel 1793 la Costituzione francese aveva previsto il diritto all'insurrezione: forse è il momento di far valere in Italia il diritto alla non sopportazione. A non svendere il proprio voto. A dare ancora un senso alla scelta democratica, scegliendo di non barattare il proprio destino con un cellulare o la luce pagata per qualche mese.
© 2008 by Roberto Saviano Published by arrangement with Roberto Santachiara Literary Agency
di ROBERTO SAVIANO
NESSUNO vincerà le elezioni in Italia. Nessuno. Perché finora tutti sembrano ignorare una questione fondamentale che si chiama "organizzazioni criminali" e ancor più "economia criminale". Non molto tempo fa il rapporto di Confesercenti valutò il fatturato delle mafie intorno a 90 miliardi di euro, pari al 7 per cento del Pil, l'equivalente di cinque manovre finanziarie. Il titolo "La mafia s. p. a. è la più grande impresa italiana" fece il giro di tutti i giornali del mondo, eppure in campagna elettorale nessuno ne ha parlato ancora. E nessuna parte politica sino a oggi è riuscita a prescindere dalla relazione con il potere economico dei clan. Mettersi contro di loro significa non solo perdere consenso e voti, ma anche avere difficoltà a realizzare opere pubbliche. Non le vincerà nessuno, queste elezioni. Perché se non si affronta subito la questione delle mafie le vinceranno sempre loro. Indipendentemente da quale schieramento governerà il paese. Sono già pronte, hanno già individuato con quali politici accordarsi, in entrambi i schieramenti. Non c'è elezione in Italia che non si vinca attraverso il voto di scambio, un'arma formidabile al sud dove la disoccupazione è alta e dopo decenni ricompare persino l'emigrazione verso l'estero. E' cosa risaputa ma che nessuno osa affrontare. Quando ero ragazzino il voto di scambio era più redditizio. Un voto: un posto di lavoro. Alle poste, ai ministeri, ma anche a scuola, negli ospedali, negli uffici comunali. Mentre crescevo il voto è stato venduto per molto meno. Bollette del telefono e della luce pagate per i due mesi precedenti alle elezioni e per il mese successivo. Nelle penultime la novità era il cellulare. Ti regalavano un telefonino modificato per fotografare la scheda in cabina senza far sentire il click. Solo i più fortunati ottenevano un lavoro a tempo determinato. Alle ultime elezioni il valore del voto era sceso a 50 euro. Quasi come al tempo di Achille Lauro, l'imprenditore sindaco di Napoli che negli anni cinquanta regalava pacchi di pasta e la scarpa sinistra di un paio nuovo di zecca, mentre la destra veniva recapitata dopo la vittoria. Oggi si ottengono voti per poco, per pochissimo. La disperazione del meridione che arriva a svendere il proprio voto per 50 euro sembra inversamente proporzionale alla potenza della più grande impresa italiana che lo domina. Mai come in questi anni la politica in Italia viene unanimemente disprezzata. Dagli italiani è percepita come prosecuzione di affari privati nella sfera pubblica. Ha perso la sua vocazione primaria: creare progetti, stabilire obiettivi, mettere mano con determinazione alla risoluzione dei problemi. Nessuno pretende che possa rigenerarsi nell'arco di una campagna elettorale. Ma nel vuoto di potere in cui si è fatta serva di maneggi e interessate miopie prevalgono poteri incompatibili con una democrazia avanzata. E' una democrazia avanzata quella in cui 172 amministrazioni comunali negli ultimi anni sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa? O dove dal '92 a oggi, le organizzazioni hanno ucciso più di 3.100 persone? Più che a Beirut? Se vuole essere davvero nuovo, il Partito Democratico di Walter Veltroni non abbia paura di cambiare. Non scenda a compromessi per paura di perdere. Il governo Prodi è caduto in terra di camorra. Ha forse sottovalutato non tanto Clemente Mastella, il leader del piccolo partito Udeur, ma i rischi che comportava l'inserimento nelle liste di una parte dei suoi uomini. Personaggi sconosciuti all'opinione pubblica, ma che negli atti di alcuni magistrati vengono descritti come cerniera tra pubblica amministrazione e criminalità organizzata. Nel frattempo il governo ha permesso al governatore della Campania Bassolino di galleggiare nonostante il suo fallimento nella gestione dell'emergenza rifiuti. E non ha capito che quella situazione rappresenta solo l'esempio più clamoroso di quel che può accadere quando il cedimento anche solo passivo della politica ad interessi criminali porta allo scacco. Tutto questo mentre il centrodestra guidato da Silvio Berlusconi assisteva muto o giustificatorio ai festeggiamenti del governatore della Sicilia Cuffaro per una condanna che confermava i suoi favori a vantaggio di un boss, limitandosi a scagionarlo dall'accusa di essere lui stesso un mafioso vero e proprio. La questione della trasparenza tocca tutti i partiti e il paese intero. Inoltre molta militanza antimafiosa si forma nei gruppi di giovani cattolici i cui voti non sempre vanno al centrosinistra. Anche questi elettori dovrebbero pretendere che non siano candidate soubrette o personaggi capaci solo di difendere il proprio interesse. Pretendano gli elettori di centrodestra che non ci siano solo soubrette e a sud esponenti di consorterie imprenditoriali. E mi vengono in mente le parole che Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993 rivolse dalla collina di Agrigento alla Sicilia e all'Italia ferita dalle stragi di mafia: "Questo popolo... talmente attaccato alla vita, che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte... Mi rivolgo ai responsabili... Un giorno verrà il giudizio di Dio". Parole che avrebbero dovuto crescere nelle coscienze. È tempo di rendersi conto che la richiesta di candidati non compromessi va ben oltre la questione morale. Strappare la politica al suo connubio con la criminalità organizzata non è una scelta etica, ma una necessità di vitale autodifesa. Io non entrerò in politica. Il mio mestiere è quello di scrittore. E fin quando riuscirò a scrivere, continuerò a considerare questo lo strumento di impegno più forte che possiedo. Racconto il potere, ma non riuscirei a gestirlo. Non si tratta di rinunciare ad assumersi la propria responsabilità, ma considerarla parte del proprio lavoro. Tentare di impedire che il chiasso delle polemiche distolga l'attenzione verso problemi che meno fanno rumore, più fanno danno. O che le disquisizioni morali coprano le scelte concrete a cui sono chiamati tutti i partiti. È questo il compito che a mio avviso resta nelle mani di un intellettuale. Credo sia giunto il momento di non permettere più che un voto sia comprabile con pochi spiccioli. Che futuri ministri, assessori, sindaci, consiglieri comunali possano ottenere consenso promettendo qualche misero favore. Forse è arrivato il momento di non accontentarci. Nel 1793 la Costituzione francese aveva previsto il diritto all'insurrezione: forse è il momento di far valere in Italia il diritto alla non sopportazione. A non svendere il proprio voto. A dare ancora un senso alla scelta democratica, scegliendo di non barattare il proprio destino con un cellulare o la luce pagata per qualche mese.
© 2008 by Roberto Saviano Published by arrangement with Roberto Santachiara Literary Agency
venerdì 14 marzo 2008
100 ANNI


Sartano
15 marzo 1908 - 15 marzo 2008 , nonna Rachelina Cariati compie un secolo di vita.
Una donna imperiosa, che mostra tutta la sua energia nonostante i suoi cento anni di vita vissuta, avvolta nella sua gonna blu scuro, rigorosamente protetta con il classico grembiule e con pullover nero sopra. Nonna Rachelina seduta nella sua poltrona ci accoglie con un sorriso e con una battuta, “ figlicì, daveru mi faciti ghesci supa u giurnali”. È curiosa Nonna Rachelina, di sapere cosa diremo di lei su CO, gli rispondiamo che insieme a lei racconteremo un po’ di storia della sua vita. Una vita da donna meridionale e soprattutto calabrese, che della vita, della forza d’animo e del sacrificio ne ha fatto uno dei cardini principali della sua esistenza.
Rachelina Cariati nasce a Sartano frazione di Torano Castello il 15 marzo 1908, vive la sua infanzia in una famiglia di contadini, imparando sin da piccola a fare i lavori più disparati, per dare una mano ai familiari. Il lavoro in campagna è quello prevalente, perché a quei tempi l’unica risorsa per mantenere la famiglia la si trovava con il lavoro in campagna. “Avevo appena sette anni, dice nonna Rachelina, è già andavo con i miei genitori in campagna, mi lasciavano di guardia agli animali, un porcellino e qualche gallina, mentre i miei coltivavano la terra. Anche da grande, dopo avere vissuto, da piccola il periodo della prima guerra mondiale e poi quello della seconda guerra, ho continuato a fare lavori di campagna, a zappettare il grano, a raccogliere erba, a mietere, a raccogliere olive, fichi, di tutto. Si andava a lavorare alla giornata, per pochi spiccioli, portandoci dietro un pugno di fichi secchi, per chi li aveva, ed un pezzo di pane. Durante il ritorno a casa ci fermavamo con le compagne a raccogliere la verdura selvatica che era una per noi come un piatto di carne di oggi. Oggi si sta meglio di allora ai giovani non manca nulla, anzi forse hanno di più di quanto meritano. Erano tempo brutti, di miseria, che hanno portato i nostri uomini a lasciare le famiglie per trovare un lavoro dignitoso, chi in America, chi in Brasile, chi in Argentina, molti non sono più tornati. Ho fatto tanta fatica per la mia famiglia, ho fatto lavori da uomo e da donna, ma non mi pento di questo, anzi ne sono orgogliosa. Amo tutti i miei familiari, i miei nipoti, in particolare Emilio, al quale mi lega un affetto particolare, un figlio per me, come lo era suo padre”. “Ci racconta, ancora, che l’amicizia e il rispetto di una volta erano sacri per le persone, mentre oggi il rispetto e l’amicizia, i valori da essi espressi sono usati a piacere”. Infine nonna Rachelina prima di salutarci dice : “ mi sento bene e ringrazio Iddio, spero che posso continuare a raccontare la mia vita ancora per tanti anni, e ci canta una canzoncina che cantava con le amiche quando andava al lavoro in campagna “ Vulia sapiri cchi pinzieri aviti, quannu viditi a mmia v’arrussicati”. Ancora oggi nonna Rachelina, quando può si concede la sua passeggiata per la via principale del paese, fermandosi a scrutare la campagna circostante e forse in quel frangente i tanti ricordi di un tempo gli attraversano ancora la mente. Alla fine ci dice “Figlicì, vulia fa tanti cosi, vulia aiutà a chini teni bbisuognu”. Una grande festa è prevista per domani nel salone parrocchiale di Sartano, frazione di Torano Castello dove vive nonna Rachelina, festeggiata dai familiari, dall’amministrazione comunale, dalla parrocchia, dal terz’ordine dei minimi di San Francesco di Paola e da tutto il paese.
Auguri nonna Rachelina.
Gildo Anthony Urlandini
15 marzo 1908 - 15 marzo 2008 , nonna Rachelina Cariati compie un secolo di vita.
Una donna imperiosa, che mostra tutta la sua energia nonostante i suoi cento anni di vita vissuta, avvolta nella sua gonna blu scuro, rigorosamente protetta con il classico grembiule e con pullover nero sopra. Nonna Rachelina seduta nella sua poltrona ci accoglie con un sorriso e con una battuta, “ figlicì, daveru mi faciti ghesci supa u giurnali”. È curiosa Nonna Rachelina, di sapere cosa diremo di lei su CO, gli rispondiamo che insieme a lei racconteremo un po’ di storia della sua vita. Una vita da donna meridionale e soprattutto calabrese, che della vita, della forza d’animo e del sacrificio ne ha fatto uno dei cardini principali della sua esistenza.
Rachelina Cariati nasce a Sartano frazione di Torano Castello il 15 marzo 1908, vive la sua infanzia in una famiglia di contadini, imparando sin da piccola a fare i lavori più disparati, per dare una mano ai familiari. Il lavoro in campagna è quello prevalente, perché a quei tempi l’unica risorsa per mantenere la famiglia la si trovava con il lavoro in campagna. “Avevo appena sette anni, dice nonna Rachelina, è già andavo con i miei genitori in campagna, mi lasciavano di guardia agli animali, un porcellino e qualche gallina, mentre i miei coltivavano la terra. Anche da grande, dopo avere vissuto, da piccola il periodo della prima guerra mondiale e poi quello della seconda guerra, ho continuato a fare lavori di campagna, a zappettare il grano, a raccogliere erba, a mietere, a raccogliere olive, fichi, di tutto. Si andava a lavorare alla giornata, per pochi spiccioli, portandoci dietro un pugno di fichi secchi, per chi li aveva, ed un pezzo di pane. Durante il ritorno a casa ci fermavamo con le compagne a raccogliere la verdura selvatica che era una per noi come un piatto di carne di oggi. Oggi si sta meglio di allora ai giovani non manca nulla, anzi forse hanno di più di quanto meritano. Erano tempo brutti, di miseria, che hanno portato i nostri uomini a lasciare le famiglie per trovare un lavoro dignitoso, chi in America, chi in Brasile, chi in Argentina, molti non sono più tornati. Ho fatto tanta fatica per la mia famiglia, ho fatto lavori da uomo e da donna, ma non mi pento di questo, anzi ne sono orgogliosa. Amo tutti i miei familiari, i miei nipoti, in particolare Emilio, al quale mi lega un affetto particolare, un figlio per me, come lo era suo padre”. “Ci racconta, ancora, che l’amicizia e il rispetto di una volta erano sacri per le persone, mentre oggi il rispetto e l’amicizia, i valori da essi espressi sono usati a piacere”. Infine nonna Rachelina prima di salutarci dice : “ mi sento bene e ringrazio Iddio, spero che posso continuare a raccontare la mia vita ancora per tanti anni, e ci canta una canzoncina che cantava con le amiche quando andava al lavoro in campagna “ Vulia sapiri cchi pinzieri aviti, quannu viditi a mmia v’arrussicati”. Ancora oggi nonna Rachelina, quando può si concede la sua passeggiata per la via principale del paese, fermandosi a scrutare la campagna circostante e forse in quel frangente i tanti ricordi di un tempo gli attraversano ancora la mente. Alla fine ci dice “Figlicì, vulia fa tanti cosi, vulia aiutà a chini teni bbisuognu”. Una grande festa è prevista per domani nel salone parrocchiale di Sartano, frazione di Torano Castello dove vive nonna Rachelina, festeggiata dai familiari, dall’amministrazione comunale, dalla parrocchia, dal terz’ordine dei minimi di San Francesco di Paola e da tutto il paese.
Auguri nonna Rachelina.
Gildo Anthony Urlandini
domenica 9 marzo 2008
Santo “advisor”
Il Santo e il diavolo
Non c’era posto per eleggere in Piemonte Ciro Argentino, operaio della Thyssen di Torino.Ci ha pensato Oliviero Diliberto, rinunciando allo scranno parlamentare. Le cose grandi non si possono paragonare con le cose piccine. Però, non può sfuggire che Santo Versace rinuncia pure lui: al centrosinistra. Ma per avere una poltrona alla Camera.
Tratto da CalabriaOra
'Nu pocu i crianza, egregio Sig. Santo Versace. Spieghi a noi poveri ignoranti Calabresi, sparsi ai quattro angoli del globo, perché mai dovremmo eleggervi quale rappresentante della nostra regione alla camera dei Deputati. Ci dica quale risultato ha ottenuto nel ruolo di advisor, conferitogli dalla attuale giunta di centrosinistra, per lo sviluppo economico della Calabria. Perché non si fa candidare in Lombardia(Como) o nel Molise(Isernia), è in queste regioni che la sua maison svolge le sue attività, le centinaia di persone che hanno la fortuna di un salario mensile assicurato derivante dalle sue attività sarebbero più che contente di darle il voto; lasci perdere la Calabria, un esercito di disoccupati, precari, L.S.U., L.P.U. L'era dei miracoli è passata, non ci crede più nessuno, ne San Silvio e ne Lei Santo potranno resuscitare i vari "PoloTessile" di S.Onofrio-Cetraro-Castrovillari.
Se dalla Regione Calabria ha percepito un qualche emolumento, anche a titolo di rimborso spese, lo restituisca in beneficenza non le sarà difficile trovare chi ne ha bisogno.
giovedì 6 marzo 2008
RICORDATEVENE ! ! !
Salta la raccolta rifiuti, cassonetti stracolmi da giorni
Protestano i cittadini di Sartano: da noi gettano l’immondizia anche dagli altri paesi
Protestano gli abitanti di via Piazza, della popolosa frazione Sartano di Torano Castello, per i cumuli di immondizia addossati ai cassonetti strapieni e lamentano anche il fatto che in alcune vie della frazione mancano addirittura i cassonetti. Non è la prima volta che molti cittadini, hanno denunciato presso l’amministrazione comunale, la situazione di disagio che vivono in via Piazza. I rifiuti ammassati creano enorme disagio ed emanano un puzzo nauseabondo, anche perché non vengono ritirati tutte le mattine. I cassonetti per i rifiuti biodegradabili, scoppiano a causa della enorme massa di buste di plastica con i rifiuti dentro, che vengono buttati per terra non trovando posto nei cassonetti, alla mercè dei cani randagi, che strappano le buste sparpagliando i rifiuti Il problema è serio, perché alcuni cittadini che abitano a ridosso dei cassonetti, non possono neanche aprire le imposte, per la puzza e per gli insetti. «Il problema - racconta un cittadino - è dovuto al fatto che nei cassonetti posti all’inizio di via Piazza, vengono a buttare le buste con i rifiuti, gli altri abitanti del paese, che nelle loro vie non hanno i cassonetti. In alcune, continua il cittadino, mancano addirittura i cassonetti, ragione per cui, qui arrivano i rifiuti di circa cinque vie del paese. Abbiamo anche fatto presente la situazione al comune, ma una soluzione al problema ancora non è stata presa». Intanto in attesa di provvedimenti, la catasta di buste di rifiuti cresce, e cresce anche la puzza, mentre qualcuno sta pensando una forma di protesta, con il blocco della via effettuato con i rifiuti stessi.
GILDO A. URLANDINI
Articolo tratto da: CalabriaOra del 05-03-08
martedì 4 marzo 2008
La forza delle Idee
MANIFESTO PER LA NUOVA CALABRIA
di Vito Teti
La politica (se esiste ancora nella sua versione nobile) faccia vedere che è in grado di governare questa regione, che è interessata quotidianamente alla sua immagine e a al suo destino; mostri che non vuole più soffocare come un tappo asfissiante tante energie, che restano deluse e si allontanano, liberi tante potenzialità, offra un’idea generale della regione, si dia davvero un codice etico, allontani indagati e condannati, non presenti furbescamente come nuove facce vecchissimi e anche stimabili protagonisti, cerchi consensi al di fuori dai soliti noti, investi su persone libere, competenti e non accondiscendenti, non abbia paura di perdere posizioni di potere e di rendita, sappia progettare, con il concorso della tante intelligenze, i fondi strutturali, pensando al bene comune e a una regione europea. Dia speranza. Parli il linguaggio della verità e non della furbizia.
La Calabria non può più aspettare.
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Con queste parole concludeva il "Manifesto per la nuova Calabria" Vito Teti i primi giorni del settembre 2007, a ridosso della strage di Duisburg. Oggi apprendiamo con viva soddisfazione che il suo nome è stato inserito, all'ottavo posto, nella lista dei candidati alla Camera dei Deputati. Da compagno e democratico esprimo tutto il mio apprezzamento per la scelta effettuata. La Calabria ha bisogno di persone che vogliono spendersi ma ancor di piu di persone che si spendono per dare e non per prendere.
Auguri
sabato 1 marzo 2008
Il proverbio del mese
- Si marzu nun marzija('u massaru nun palija)giugnu pinija
- Marzu marzicchju, na picca chjovi e na picca t'assulicchja
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