domenica 6 gennaio 2008
Tg3 della Calabria, con calza della befana.
sabato 5 gennaio 2008
CronacaNera


Operaio ventinovenne viene ritrovato carbonizzato all’interno della sua auto, una Fiat Panda, in una stradina sterrata di campagna, in contrada Sant’Andrea nel comune di Torano Castello.
Ad avvertire e segnalare la presenza del cadavere e dell’auto incendiata del macabro fatto di cronaca è stata una telefonata arrivata al centralino del comando compagnia dei carabinieri di Rende.
Alessandro Chiappetta, è il nome del cadavere carbonizzato rinvenuto nella Panda, di professione operaio, con mansioni di saldatore, presso una piccola impresa metalmeccanica, che dista poche centinaia di metri dalla sua abitazione, in contrada Dominicelli, dove viveva con i familiari. La stradina dov’è stato rinvenuto il cadavere è una via senza uscita, che cammina parallela ad un allevamento di struzzi, in aperta campagna, dove ad un tiro di schioppo si trovano la S.S.19, la A3 e la linea ferroviaria Cosenza-Sibari. Le tracce di Alessandro Chiappetta si perdono nella serata di venerdi, dove, pare che, sia stato visto in giro con la sua automobile fino alle diciannove e trenta circa, dopo quell’ora nessuna traccia fino a ieri mattina quando è stato avvistato il cadavere e l’auto bruciata. Vani, dopo quell’ora, anche i tentativi dei genitori di rintracciarlo sul cellulare. Alcune persone, che abitano vicino al luogo del ritrovamento del cadavere, presenti sul posto hanno raccontato che “ abbiamo visto ieri sera intorno alle venti delle fiamme, ma pensavamo fosse qualcosa che bruciava, mai pensavamo fosse una sciagura come questa”. Altre ancora dicevano che:” da alcuni giorni si aggiravano nella zona delle persone sconosciute, che chiedevano se da queste parti ci fosse una falegnameria”. Fatto sta che da un po’ di tempo a questa parte la media Valle del Crati ha perso la tranquillità, nonostante i continui controlli delle forze dell’ordine. Sul posto immediatamente alla telefonata si sono recati i carabinieri di Torano Castello e di Lattarico, coordinati dal vice comandante provinciale, tenente-colonnello Demetrio Buscia, e dal tenente Francesco Mandia, vice comandante del comando compagnia di Rende. Gli uomini dell’arma, hanno centellinato al millimetro il lavoro di intelligence, nella conduzione delle indagini senza tralasciare nessuna pista, da quella passionale a quella malavitosa. Sul posto si è recato anche il magistrato Francesco Minisci e il criminologo Rocco Barbaro. L’operaio veniva descritto da chi lo conosceva come una persona senza grilli per la testa, amava la caccia e a giorni avrebbe dovuto scegliere insieme alla fidanzata il locale dove si sarebbe tenuto il ricevimento delle imminente nozze. La scena era da paura e da disperazione, si sentivano solo le urla dei familiari, dei parenti e degli amici che non si capacitavano dell’accaduto. Dopo i rilievi del caso, è stata rimossa la carcassa dell’auto e il cadavere del Chiappetta, un mucchio di ossa, che veniva trasferito presso l’obitorio dell’Ospedale civile di Cosenza, dove sarà eseguito l’esame autoptico. L'ipotesi dei carabinieri e' che l'uomo sia stato ucciso ed il suo cadavere lasciato nella Panda,poi incendiata. Oppure che il giovane sia stato assassinato da qualcuno che si trovava con lui a bordo dell'auto e con cui Chiappetta aveva avuto un incontro. Intanto le indagini, degli uomini dell’arma continuano a trecento sessanta gradi.
Gildo Anthony Urlandini
venerdì 4 gennaio 2008
E se fosse vero?
2000 VISITE
giovedì 3 gennaio 2008
I garanti, i garantisti e i garantiti
mercoledì 2 gennaio 2008
I vandali

Parco giochi in mano ai vandali, non poteva iniziare in modo cosi brutto il nuovo anno a Torano Castello.
Ignoti, vandali, l’altra notte hanno messo fuori uso alcune casette in legno ubicate nel parco giochi, e divelto e rotto anche due lampioni che illuminano i viottoli all’interno del parco. Una brutta sorpresa che nessuno immaginava fosse vera, ma a conti fatti la realtà è stata nuda e cruda, quando agli occhi dei cittadini toranesi si sono presentate le casette sradicate e piegate sul fianco, mentre a poca distanza due lampioni dell’illuminazione, uno è stata divelto, l’altro è stato rotto. Ma lo scempio di inizio anno non si è fermato qui, gli ignoti imbecilli, hanno continuato nella opera dando addosso ad alcune panchine e rompendo bottiglie di vetro sui viottoli del parco. Uno spettacolo indecente che mortifica una cittadina qual’è Torano Centro, non abituata a questo genere di cose, nonostante il parco giochi fosse stato ultimato circa un anno fa, con la messa in posa di vari giochi per i bimbi, lo stesso è diventato il luogo di ritrovo della prima gioventù toranese. Non è, però, la prima volta che il parco giochi viene preso di mira, tempo addietro i soliti ignoti ed imbecilli hanno imbrattato i muri del plesso, all’interno del parco che ospita la biblioteca comunale, con disegni osceni, i vetri delle finestre e le porte d’ingresso con scritte. Non è bastata l’opera di pulitura dei muri e dei vetri e delle porte, da parte degli operai comunali, non è bastato l’avvertimento dell’amministrazione comunale, non bastano neppure i controlli, che i soliti imbecilli, deturpano un bene collettivo, che serve a tutti. La maggior parte dei cittadini chiede alle autorità competenti di intervenire, magari con una severa punizione, infliggendo una multa salatissima al primo che viene scoperto a commettere questi piccoli reati contro il patrimonio pubblico che appartiene a tutta la cittadinanza toranese.
martedì 1 gennaio 2008
Mal comune mezzo gallo
sabato 29 dicembre 2007
Bastasse un garante
lunedì 24 dicembre 2007
Auguri
sabato 22 dicembre 2007
I pittuli
giovedì 20 dicembre 2007
SartanoNews
lunedì 17 dicembre 2007
La nevicata del 56..................................
sabato 1 dicembre 2007
Udite, udite
lunedì 26 novembre 2007
Me lo hanno segnalato
domenica 25 novembre 2007
Genealogia
sabato 17 novembre 2007
Fatti&Rifatti

Presentata la biografia del fondatore.
Poco prima dell'imminente quotazione in Borsa della sua azienda, Franco Polti si racconta. E lo fa con un libro, presentato ieri sera all'hotel Four Season di Milano: 'Franco Polti: My Challenge. Una storia vera con le parole di Alberto Neri'.«Mia figlia Francesca vuole portare avanti quello che il padre, ossia io, ha creato. E questo mi riempie di orgoglio e soddisfazione - spiega Polti - Quotarsi in Borsa è un passo importante, significa poter gestire nuove risorse da investire sia nei prodotti sia nelle strutture commerciali».Nel libro si parla di 'challenge', sfida. Come mai' «Tutta la mia vita è stata una sfida - prosegue Polti - sofferta e travagliata. Arrivo da un paesino calabrese ai piedi della Sila, dove per andare a scuola bisognava prendere un treno a vapore alle 5 di mattina. Una sfida continua, da quando sono nato a quando poi sono diventato imprenditore e ho inventato la 'Vaporella'. Voglio pubblicare il mio libro anche in inglese perché credo che agli americani interessino i racconti dei 'self made man'».E Franco Polti è proprio il paradigma dell'imprenditore nato dal nulla. Nel 1978 ha l'intuizione della prima 'Vaporella', sei anni dopo costituisce la 'Polti Spa' e il primo stabilimento a Olgiate Comasco. Oggi, il gruppo Polti ha sede a Bulgarograsso e filiali in Spagna, Francia, Portogallo, Messico e Asia. Fattura 120 milioni di euro all'anno, è presente in 30 nazioni e vende 1,6 milioni di pezzi all'anno.
Articolo tratto dal: CorrierediComo del 17 novembre 2007
venerdì 16 novembre 2007
Le belle notizie

Nasce nel piccolo paesino di Sartano, frazione di Torano Castello, in una famiglia dedita al lavoro, onesta e dignitosa. Sin da piccolo, cresciutosi nelle vie polverose della cittadina, ha coltivato la passione per la musica, oltre alla passione per la natura, entrando a far parte negli anni “60 nel Gruppo Scout del Sartano I°, dimostrandosi una persona sempre altruista ed equilibrata. Conseguito il diploma, intraprende gli studi universitari presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Genova, laureandosi nel 1983, specializzandosi prima in Urologia nella stessa sede e subito dopo in Andrologia presso l’Università di Pisa.
Aldo Franco De Rose, da sempre svolge la sua attività clinica, nella Clinica Urologica di Genova, prima sotto la direzione del prof. Luciani Giuliani ed attualmente quella del prof. Giorgio Carmignani, da anni si dedica alla ricerca Uro-Andrologica. La sua partecipazione a numerosi congressi nazionale ed internazionali, lo portano a diventare uno dei riferimenti nazionali dell’Andrologia medica e chirurgica.
Dopo essere stato eletto per tre anni consigliere nazionale della Società Italiana di Andrologia è attualmente il Coordinatore della Sezione di Andrologia Tosco-Umbro-Ligure. Nel mese di ottobre è stato inserito nel supplemento di Class tra i migliori medici d’Italia.Si interessa da sempre alla problematica dell’eiaculazione precoce maschile e, da qualche anno, ai problemi sessuali femminili. Numerosi sono le pubblicazioni su riviste italiane e straniere. Quelle comparse questo anno, come primo autore, sono su numerose riviste italiane e sulla prestigiosa rivista americana “Urology”di febbraio e settembre.
Oltre all’amore e alla passione per la sua professione di medico, Aldo Franco De Rose, è anche Giornalista Pubblicista, iscritto all’ordine di Genova, e collabora con giornali nazionali, scrivendo numerosi articoli riguardanti le problematiche sessuali maschili e femminili , nonché l’infertilità maschile, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto le autorità politico-sanitarie verso l’andrologo. Da oltre due anni è Direttore responsabile del giornale medico on-line http://www.clicmedicina.it/Nonostante la sua professione Aldo Franco De Rose, resta legato alla sua terra d’origine ( Sartano) e a quella adottiva (Genova), con la passione del mare e della montagna, che ne fanno un ottimo pescatore e un eccellente cercatore e conoscitore di funghi. Esperto anche di cucina, la sua specializzazione tra i fornelli sono i primi piatti quali: lasagne con la gallinella di mare; fusilli mare e monti con funghi porcini e pesce San Pietro; linguine ai frutti di mare; focaccia al formaggio. Si dedica al giardinaggio e orto. Suona il violino e la chitarra, passione ereditata da suo papà Pio.
Aldo Franco De Rose, un figlio illustre della Sartano laboriosa, un sartanese doc alla corte dei genovesi, un professionista doc donato alla sanità mondiale.
giovedì 15 novembre 2007
Gli avvocati
martedì 13 novembre 2007
Ricevo e volentieri pubblico
domenica 11 novembre 2007
Apelle figlio di Apollo
L’articolo sopra riportato ha qualcosa di strano, a dire ne ha piu di una, comincio con elencarne alcune. -Lo stesso articolo, uguale non simile, è stato pubblicato sul quotidiano CalabriaOra a firma Gildo Antonny Urlandini -Non viene mai menzionata l’azienda, tanto meno i proprietari di nome e di fatto. -Più che una intervista al politico locale sembra un ordine del giorno, i giornalisti si limitano a riportare e basta. Allora vediamo di guardarci dentro con la sola intenzione di fare un pò di chiarezza, sul perché e per come certe notizie vengono riportate e quale scopo si prefiggono. L’’azienda in questione è stata costituita dalla famiglia Mayerà, con finanziamenti pubblici a fondo perduto; come tutte le aziende costituite con soldi pubblici e non propri è andata in dissesto, fino ad arrivare al pignoramento da parte dei creditori,non solo delle aziende in questione ma anche dei terreni edificabili siti in Sartano, terreni che hanno fatto la fortuna della famiglia e fagocitato le rimesse di molti emigranti per realizzare il sogno di una casa. I suddetti terreni pur gravati da ipoteche sono stati comunque venduti, e Dio non voglia che la/le aziende di famiglia non arrivino al fallimento perché sarebbero cavoli amari per tutti coloro che hanno comprato in buona fede. Veniamo allo stato delle cose e cioè i capannoni situati a Torano Scalo e a Sartano in località Serramezzana; non so dirvi se negli anni in cui sono stati costruiti l’’uso dell’eternit era ancora consentito o meno, sta di fatto che le coperture di questi capannoni sono state eseguite con questo materiale, contenente fibra d’amianto, da anni ormai fuori legge. Attualmente detti capannoni pare certo, dico pare perché non ho certezza materiale, siano pignorati o ipotecati da una banca, a fronte dei debiti da parte della/e aziende della famiglia Mayerà. Allo stato attuale non so dirvi chi e con quali soldi dovrebbe intervenire per bonificare i siti. Certo è che senza un accertamento della pericolosità da parte degli enti predisposti non si può intervenire. La domanda delle domande è però un’altra, quei capannoni e quei terreni hanno un valore commerciale, allo stato attuale sicuramente deprezzato, perché nessun acquirente attento li comprerebbe dovendosi sobbarcare i gravosi costi della bonifica dell’eternit; allora allo stato attuale o i proprietari o la banca dovrebbero sostenere i costi della bonifica, ma bonificare perché e per che cosa? Per il grido nella foresta lanciato dall’anima candida del politico locale? Per l’alto senso della salute pubblica insita nelle banche e nei proprietari terrieri. Francamente nessuna di queste ipotesi sta in piedi. Penso che il grido sia lanciato più in alto possibile per fare in modo che diventi un caso, una emergenza di salute pubblica e che in assenza di una proprietà certa ed in grado di intervenire sia ancora il “pubblico” a dover sanare la situazione. E no mio caro candido, ingenuo bel paladino: di denaro pubblico in quell’eternit, nei terreni, nel palazzo ne è stato buttato a valanga. Veda di fare in modo che non sia ancora il denaro pubblico, e cioè Noi a dover pagare i debiti e le malefatte di Lor Signori: abbiamo gia dato.