lunedì 6 aprile 2015

Riflessioni

Il ricordo è il pane per costruire il futuro
Luoghi e tempi della memoria.  
Per luoghi e tempi della memoria s’intendono tutti i posti fisici e gli spazi temporali che sono stati gli scenari della nostra avventura umana. Ricorrono spesso nei nostri pensieri, in forma di ricordi che sono selezionati dalla nostra mente e diventano i punti di riferimento essenziali della nostra esistenza. Questi luoghi e questi tempi, il più delle volte, si presentano a noi in modo iconografico, vere immagini fotografiche, un po’ “ mosse”, che richiedono, da parte nostra, una “messa a fuoco”. Catturata bene la scena, la nostra memoria opera una serie di aggiustamenti, le immagini prendono forme più sicure e pian piano si animano e si materializzano in: volti, gesti, parole, suoni, colori, odori, sapori e tante altre cose che si percepiscono e si depositano nel nostro cervello, che sempre vigile le cattura e le archivia in modo automatico, pronte per essere rivisitate e riviste in qualche altra occasione. La casa natale, la città in cui si è vissuto, i posti delle vacanze, la sede dove si svolse il proprio lavoro sono i luoghi che ricompaiono più frequentemente dal nostro passato. Mentre gli spazi temporali riguardano i vari periodi della nostra vita: l’infanzia, la fanciullezza, l’adolescenza, la gioventù, la maturità e la vecchiaia. Tante volte capita che anche se siamo occupati a fare altre cose la mente pesca nel pozzo della memoria, apre l’album delle immagini, e ci impone a seguire ed a pensare alle cose che in quel momento vengono sottoposte alla nostra attenzione, tutto ciò avviene in modo inconscio. Altre volte i “sentieri” della memoria sono stretti, angusti, difficoltosi, somigliano a ripide salite o a precipitose discese, oppure, talvolta a radure e pianori più sicuri,  ma evocano sempre il cammino del nostro apprendistato, nel difficile “mestiere di vivere”. Le questioni che sono state affrontate poc’anzi prendono in considerazione aspetti del problema “memoria” che coinvolge, con modalità varie, l’individuo, il suo vissuto attraverso il ricordo che è di tipo soggettivo. L’argomento, in ogni caso, presenta altri aspetti e altre variazioni che vanno al di là di questa dimensione personale, ci si riferisce a quella che possiamo definire “memoria collettiva” che prende forma e  si manifesta sempre attraverso il ricordo personale ma poi travalica quest’ambito individuale e coinvolge gruppi sociali più o meno grandi ed a volte intere comunità. Questa memoria collettiva non è la storia con la S maiuscola che finisce sui libri raccontando ed annotando i fatti più importanti di un popolo e di una nazione. Nel nostro caso ci si riferisce al ricordo comune che è rievocato da più individui e, a volte, serve a indicare, rilevare un comportamento che può essere ricondotto alla sfera del bene e del male, ponendo l’accento su situazioni che, talvolta, trovano spazio nei proverbi, nei modi di dire tipici di una determinata zona geografica, che si tramandano, generalmente, in modo orale. La “memoria collettiva” quasi sempre ha origine da fatti realmente accaduti, ma qualche volta si basa su cose totalmente inventate. Nel passato i luoghi in cui nascevano e si consolidavano queste “storie minime” erano le vecchie botteghe   artigiane, il salone del barbiere, le osterie, ma principalmente le piazze di ogni contrada e paese. Oggi tutto è cambiato, la radio, la televisione, il telefono, internet hanno modificato le modalità della comunicazione tra gli individui ed anche tra i gruppi sociali. Tutto quello che accade e viene proposto diventa velocemente passato e con la stessa rapidità subito dimenticato. In particolare la televisione opera in modo da dare, specie nei programmi di informazione, notizie sensazionali pur di catturare l’attenzione dello spettatore, lasciando poco spazio agli approfondimenti ed alle riflessioni. Adesso sono i social network che veicolano notizie ed informazioni, influenzando milioni di utenti sparsi in tutto il mondo. Questo sistema comunicativo tende a creare, di regola, anch’esso la “memoria collettiva” ma si tratta di una “memoria collettiva” breve che non si stratifica, non decanta, non affonda le  radici  nell’immaginario collettivo comune e presto si disperde senza lasciare traccia. Al contrario il sistema dei social network agisce sugli individui come se fosse uno strumento insostituibile, un mezzo di comunicazione di cui nessuno può più fare a meno, al punto tale da creare, tra chi lo usa in modo spropositato, pericolose dipendenze. Dopo le considerazioni di carattere generale è utile fare riferimento, di nuovo, alla memoria individuale, riportando alcune delle modalità più comuni che attivano il ricordo . Probabilmente, ad ognuno di noi, sarà capitato di ascoltare un vecchio brano musicale, in circostanze del tutto casuali. Appena la musica viene percepita dall’udito, la mente, in un  attimo si mette in moto e ricostruisce un mosaico che ci riporta in uno spazio-tempo del nostro passato, mettendo in evidenza tanti particolari che stimolano tutti i nostri sensi,in modo preciso, fino a farci rivivere di nuovo quel determinato avvenimento della nostra vita vissuta. La nostra memoria è lo strumento che attraverso lo spartito dei ricordi suona la colonna sonora della nostra vita. Il ricordo diviene pian piano nutrimento solido, pane, per affrontare consapevolmente il futuro.
Angelo Aquino



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