Il ricordo è il pane per costruire il
futuro
Luoghi e tempi della memoria.
Per luoghi e tempi della
memoria s’intendono tutti i posti fisici e gli spazi temporali che sono stati
gli scenari della nostra avventura umana. Ricorrono spesso nei nostri pensieri,
in forma di ricordi che sono selezionati dalla nostra mente e diventano i punti
di riferimento essenziali della nostra esistenza. Questi luoghi e questi tempi,
il più delle volte, si presentano a noi in modo iconografico, vere immagini fotografiche,
un po’ “ mosse”, che richiedono, da parte nostra, una “messa a fuoco”.
Catturata bene la scena, la nostra memoria opera una serie di aggiustamenti, le
immagini prendono forme più sicure e pian piano si animano e si materializzano
in: volti, gesti, parole, suoni, colori, odori, sapori e tante altre cose che
si percepiscono e si depositano nel nostro cervello, che sempre vigile le cattura
e le archivia in modo automatico, pronte per essere rivisitate e riviste in
qualche altra occasione. La casa natale, la città in cui si è vissuto, i posti
delle vacanze, la sede dove si svolse il proprio lavoro sono i luoghi che
ricompaiono più frequentemente dal nostro passato. Mentre gli spazi temporali
riguardano i vari periodi della nostra vita: l’infanzia, la fanciullezza, l’adolescenza,
la gioventù, la maturità e la vecchiaia. Tante volte capita che anche se siamo
occupati a fare altre cose la mente pesca nel pozzo della memoria, apre l’album
delle immagini, e ci impone a seguire ed a pensare alle cose che in quel
momento vengono sottoposte alla nostra attenzione, tutto ciò avviene in modo
inconscio. Altre volte i “sentieri” della memoria sono stretti, angusti,
difficoltosi, somigliano a ripide salite o a precipitose discese, oppure,
talvolta a radure e pianori più sicuri, ma evocano sempre il cammino del nostro
apprendistato, nel difficile “mestiere di vivere”. Le questioni che sono state affrontate poc’anzi
prendono in considerazione aspetti del problema “memoria” che coinvolge, con
modalità varie, l’individuo, il suo vissuto attraverso il ricordo che è di tipo
soggettivo. L’argomento, in ogni caso, presenta altri aspetti e altre
variazioni che vanno al di là di questa dimensione personale, ci si riferisce a
quella che possiamo definire “memoria collettiva” che prende forma e si manifesta sempre attraverso il ricordo
personale ma poi travalica quest’ambito individuale e coinvolge gruppi sociali
più o meno grandi ed a volte intere comunità. Questa memoria collettiva non è
la storia con la S
maiuscola che finisce sui libri raccontando ed annotando i fatti più importanti
di un popolo e di una nazione. Nel nostro caso ci si riferisce al ricordo
comune che è rievocato da più individui e, a volte, serve a indicare, rilevare
un comportamento che può essere ricondotto alla sfera del bene e del male, ponendo
l’accento su situazioni che, talvolta, trovano spazio nei proverbi, nei modi di
dire tipici di una determinata zona geografica, che si tramandano,
generalmente, in modo orale. La “memoria collettiva” quasi sempre ha origine da
fatti realmente accaduti, ma qualche volta si basa su cose totalmente
inventate. Nel passato i luoghi in cui nascevano e si consolidavano queste
“storie minime” erano le vecchie botteghe
artigiane, il salone del
barbiere, le osterie, ma principalmente le piazze di ogni contrada e paese. Oggi
tutto è cambiato, la radio, la televisione, il telefono, internet hanno
modificato le modalità della comunicazione tra gli individui ed anche tra i
gruppi sociali. Tutto quello che accade e viene proposto diventa velocemente
passato e con la stessa rapidità subito dimenticato. In particolare la
televisione opera in modo da dare, specie nei programmi di informazione,
notizie sensazionali pur di catturare l’attenzione dello spettatore, lasciando
poco spazio agli approfondimenti ed alle riflessioni. Adesso sono i social
network che veicolano notizie ed informazioni, influenzando milioni di utenti
sparsi in tutto il mondo. Questo sistema comunicativo tende a creare, di
regola, anch’esso la “memoria collettiva” ma si tratta di una “memoria collettiva”
breve che non si stratifica, non decanta, non affonda le radici nell’immaginario collettivo comune e presto si
disperde senza lasciare traccia. Al contrario il sistema dei social network
agisce sugli individui come se fosse uno strumento insostituibile, un mezzo di
comunicazione di cui nessuno può più fare a meno, al punto tale da creare, tra
chi lo usa in modo spropositato, pericolose dipendenze. Dopo le considerazioni
di carattere generale è utile fare riferimento, di nuovo, alla memoria
individuale, riportando alcune delle modalità più comuni che attivano il
ricordo . Probabilmente, ad ognuno di noi, sarà capitato di ascoltare un
vecchio brano musicale, in circostanze del tutto casuali. Appena la musica
viene percepita dall’udito, la mente, in un
attimo si mette in moto e ricostruisce un mosaico che ci riporta in uno spazio-tempo
del nostro passato, mettendo in evidenza tanti particolari che stimolano tutti
i nostri sensi,in modo preciso, fino a farci rivivere di nuovo quel determinato
avvenimento della nostra vita vissuta. La nostra memoria è lo strumento che
attraverso lo spartito dei ricordi suona la colonna sonora della nostra vita.
Il ricordo diviene pian piano nutrimento solido, pane, per affrontare consapevolmente
il futuro.
Angelo Aquino
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